venerdì 22 maggio 2009

Ri-uniti contro il nemico

Il caso-Mills (e non solo). Pd, Idv, Prc: quando si tratta di antiberlusconismo la sinistra ritrova l'Unione di Lucia Bigozzi

Pd, Idv, Prc: tutti insieme, appassionatamente, contro Berlusconi. Corsi e ricorsi della politica che si ripetono a sinistra, guarda caso alla vigilia di una tornata elettorale. Sembra di stare ai tempi dell’Unione inventata da Prodi e poi demolita da Veltroni quando guidava la nave dei democrat con al suo fianco Dario Franceschini. Lo stesso che oggi, nei panni di neo-leader del partito, ha strambato scegliendo la rotta giustizialista. Anzi, inseguendo su quella rotta Tonino Di Pietro da Montenero di Bisaccia. Lo stesso ex ministro comunista Ferrero ha capito che per rivitalizzare una sinistra ormai in crisi d’identità (e strappare voti all’ex alleato Pd) la via migliore è quella di somministrare all’elettorato deluso e disorientato una robusta dose di antiberlusconismo per endovena (nella speranza che l’effetto sia più rapido possibile). E via così, ogni occasione è buona per lanciare invettive e attacchi. Ogni parola pronunciata dal Cav dà la stura a una sequela infinita di dichiarazioni e mezzo stampa. Oggi il nuovo leit-motiv è calibrato sull’intervento del premier all’assemblea annuale di Confindustria e in particolare sul passaggio nel quale Berlusconi ha rilanciato una sua vecchia idea: snellire il Parlamento non solo riducendo il numero degli eletti che vi siedono ma anche mettendo in campo una riforma dei regolamenti parlamentari che consenta , pur nel rispetto delle prerogative delle Assemblee elettive, un iter più spedito alle leggi che, tradotto in soldoni, vuol dire norme più efficaci e tempi di applicazione più rapidi. Dunque, efficienza dei servizi per i cittadini. Apriti cielo. Parte Di Pietro lancia in resta. “Gli applausi tributati ieri dalla platea di Confidustria a Berlusconi sono partiti da imprenditori che ''conosco benissimo'' e che ''sono passati nelle inchieste della magistratura'' sin dai tempi di Mani pulite”, tuona l’ex pm del pool di Milano aggiungendo col solito tono inquisitorio: “IO quelli di Confindustria li conosco benissimo li conosco sin dai tempi delle inchieste di Mani pulite. Berlusconi è stato applaudito dagli imprenditori quando se l’è presa coi magistrati e credo che dietro quegli applausi c’erano molti imprenditori che erano passati nelle inchieste della magistratura e che devono ringraziarlo perchè tra una prescrizione e un condono o una modifica delle procedure dei codici, hanno potuto farla franca”. E come in ogni buona arringa che si rispetti, Di Pietro tiene per il gran finale l’affondo più grave rispolverando dal suo glossario (sic!) tre definizioni ad effetto: piduista, fascista, razzista. “Oggi bisogna fare opposizione, perchè c'è un regime alle porte, dobbiamo fare il nostro dovere prima che sia troppo tardi. L'Italia dei valori non è nata nè vuole fare sempre opposizione a Berlusconi, ma vuole costruire un'altra Italia rispetto a quella piduista, fascista, xenofoba e razzista che vuole costruire Berlusconi" tuona Tonino. Dopo l’uscita del novello capo-popolo, non poteva mancare il “rinforzino” di Ferrero che usa la stessa nota d’intonazione per il ritornello anti-berlusconiano annunciando che “la strategia del governo è di estrema destra, non di centrodestra. Per questo Fini, che è un conservatore, è spesso imbarazzato”. Poi l’immancabile (e strategica) stoccata al Pd, reo di non fare opposizione perché “sono subalterni a Confindustria e alle banche e sovente anche al Vaticano. In Italia abbiamo una destra eversiva che governa e una opposizione parlamentare inutile perché subalterna agli stessi poteri che dettano l'agenda di Berlusconi'', conclude il segretario nazionale di Rifondazione Comunista. Ai cori anti-Cav si aggiunge pure la voce del riformista e moderato democrat Goffredo Bettini, ex coordinatore del Pd e fedele braccio destro di Veltroni. Neppure lui, come Franceschini resiste alla tentazione e si lancia nel j’accuse di giornata: “ Mi pare grottesco che Berlusconi possa fare la vittima, dato che è l’uomo più potente d'Italia” – spiega intervistato da Belpietro a ‘Panorama del giorno’ su Canale 5 –. A me pare semmai che una certa luna di miele con il Paese si stia un po' esaurendo e venga fuori una cosa che secondo me agli italiani non piace molto. Cioe' un’idea di onnipotenza che è stata trasmessa, ossia che il premier può fare tutto su tutti i terreni”. Ed anche per oggi il piatto forte della sinistra è servito. Questione di feeling a sinistra? No, di voti e di sopravvivenza.

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