lunedì 11 maggio 2009

Del consiglio d'europa

CONSIGLIO EUROPA A ITALIA: STOP RESPINGIMENTI

"Ci auguriamo che l'Italia e il ministro Maroni non portino avanti la politica dei respingimenti" degli immigrati: lo ha dichiarato all'ANSA il commissario ai diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg.

FINI, RESPINGERE? SECONDO DIRITTO INTERNAZIONALE

ALGERI - "Fermo restando che respingere l'immigrato clandestino non viola il diritto internazionale, va ricordato anche che noi abbiamo come tutti gli altri il dovere di verificare se tra quelli che vengono respinti ci siano persone che hanno il diritto di richiedere asilo": lo dice il presidente della Camera Gianfranco Fini a margine della sua visita ad Algeri. Secondo Fini, il tema dei respingimenti e dell'immigrazione "é cosi delicato da non poter essere affrontato in maniera superficiale o, peggio ancora, propagandista. Un conto - puntualizza - è l'immigrato clandestino, mentre un altro conto é chi gode della possibilità di chiedere asilo. Si tratta di due posizioni che non possono essere trattate allo stesso modo". Secondo Fini, "le politiche di respingimento non violano nessun diritto". E', riferendosi ad alcune prese di posizione "intellettualmente oneste" sul tema, precisa di "non voler polemizzare". "Non si può dire - ribadisce Fini - che respingere l'immigrato che voglia entrare clandestinamente violi il diritto internazionale. Il diritto internazionale prevede il respingimento, e ovviamente, e giustamente prevede che venga verificata la sussistenza dei requisiti per chiedere asilo prima di riaccompagnare ai paesi da cui si proviene. Questo rende complicata la vicenda: poiché è noto in alcuni paesi non vengono rispettati i diritti dell'uomo, e alcuni immigrati sfuggono da guerre e da carestie". "Non credo abbia molto senso dire che si voglia o meno una società multietnica o meno: è una questione demografica", dice ancora il presidente della Camera. Fini, che ha affrontato il tema dell'immigrazione con le sue controparti algerine, osserva: "In Italia e nel resto dell'Ue, il numero degli stranieri è aumentato, ed è destinato a salire ancora per ragioni demografiche. Per questo - osserva - una politica lungimirante in tema di immigrazione deve basarsi certamente su una garanzia di sicurezza e legalità, ma anche su una forte cooperazione internazionale: perché nessun migrante é mai felice di andarsene dalla propria terra. Nell'ambito di queste politiche, bisogna poi chiedersi cosa davvero significhi integrare coloro che legalmente stanno in un Paese diverso da quello di origine. E' fallito il modello degli immigrati come enclave isolata rispetto alla società, così come è fallito il modello dell'assimilazione. Ora - ragiona il presidente della Camera - bisogna riflettere, e non è un problema solo italiano, cosa significhi integrare quegli stranieri di cui le società europee hanno necessità". "La questione dell'immigrazione non può essere affrontata solo in un'ottica, pur doverosa, di sicurezza e legalità. E' un'ottica indispensabile, ma non è l'unica", ammonisce infine Fini, al termine del suo incontro ad Algeri col presidente dell'Assemblea nazionale popolare, Abdelaziz Ziari. Secondo Fini "é dovere della comunità internazionale e non solo dei singoli Stati dare vita a politiche di sostegno e di collaborazione con i Paesi più poveri. Politiche che chiede anche l'Algeria, che è diventata luogo di transito di tanti migranti che partono da regioni sub-sahariane e dell'Africa centrale". Dunque, per Fini, "la questione dell'immigrazione impone necessariamente un'attenzione ai problemi della sicurezza e della legalità; ma ancora di più deve comportare un'azione internazionale di sviluppo e miglioramento delle condizioni di vita nei Paesi dell'Africa e non solo. In questo contesto va tenuto presente - conclude - cosa significhi davvero integrazione e rispetto dei diritti universali dell'uomo".

FRATTINI: ITALIA RISPETTA NORMA UE

ROMA
- Con i pattugliamenti nel Mediterraneo, e i conseguenti respingimenti dei clandestini nei Paesi di provenienza, l'Italia ''sta rispettando, niente di piu' e niente di meno, che una regola europea'' adottata dall'Unione europea lo scorso dicembre. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, a Sky Tg24. ''Pensiamo che questa strategia, che continuera', sia molto rispettosa delle politiche europee'' perche' e' prevista, ha detto ancora il ministro, dal 'Patto europeo'. ''In questo momento l'Italia, con i pattugliamenti nel Mediterraneo, opera non a titolo nazionale , ma in rappresentanza di quell'Europa su cui dovrebbe cadere il peso complessivo''. E' la puntualizzazione del ministro degli Esteri Franco Frattini a Sky Tg 24 mentre sulle coste italiane continuano a sbarcare carrette del mare colme di clandestini. Rispetto alle recenti tensioni tra Roma e La Valletta in merito all'accoglimento dei migranti, il ministro ha negato che i rapporti possano incrinarsi. ''Italia e Malta - ha detto Frattini - si trovano nella stessa situazione. Chiedono entrambi piu' Europa nelle politiche migratorie e che si comprenda che nessuno dei nostri paesi puo' accettare le porte aperte alla illegalita' e alle clandestinita' mentre accogliamo gli immigrati che vengono da noi per lavorare onestamente''. Il governo maltese non ha autorizzato l'ingresso nel porto della Valletta della nave Spica della Marina Militare Italiana, con a bordo 69 migranti, tra i quali 16 donne, recuperati ieri nel canale di Sicilia. Il salvataggio è avvenuto a circa 70 miglia sud di Lampedusa, in acque di competenza maltese per quanto riguarda le operazioni Sar di ricerca e soccorso. Il pattugliatore stava facendo rientro da Tripoli, dove aveva trasferito ieri mattina altri 162 extracomunitari respinti in Libia dalle autorità italiane. La nave ora sta facendo rotta verso Porto Empedocle: la decisione e' stata presa dalle autorita' italiane, d'intesa con quelle maltesi che hanno coordinato le operazioni. L'arrivo del pattugliatore a Porto Empedocle e' previsto nel tardo pomeriggio di oggi. Dopo gli scontri diplomatici nei giorni scorsi tra Italia e Malta legati alla vicenda della Pinar, il mercantile turco rimasto fermo per quattro giorni con 144 migranti a bordo in attesa di un accordo sulla loro destinazione finale, La Valletta aveva detto di condividere pienamente la linea dei respingimenti adottato dal governo italiano.

2 commenti:

100% Antikomunista ha detto...

Ecco come si comporta il resto del mondo... cacciano anche i regolari per fronteggiare la crisi economica.

.link.E' evidente che se tutti cacciano, da qualche parte gli espulsi dovranno pur andare... per questo serve un paese che funzioni da discarica, che deve piombare nel caos per garantire l'ordine e la sicurezza sociale ed economica di tutti gli altri.

Questo paese-fogna, per i massoni di Bruxelles, si chiama Italia.

Massimo ha detto...

Purtroppo non solo per gli gnomi di Bruxelles, visto che anche "autorevoli" (?) esponenti istituzionali italiani continuano a creare ostacoli al governo e agevolano l atrasformazione dell'Italia nella discarica europea dell'immigrazione.