sabato 2 maggio 2009

Concertone

L'organizzatore Godano, qualche giorno fa, in una intervista diceva più o meno così: "Il concerto del primo maggio dovrebbe addirittura trovare un sostegno dal ministero dei beni culturali così come avviene in francia con Sarkozy". Continuo a dire che è sbagliato dar soldi (pagati con le nostre tasse) a concerti come questo che interessano ad una minima parte dell'italia dove cantano persone famose di sinistra. Continuo a ripetere che in italia ci sono altre persone che hanno bisogno di ricevere dallo stato. Uno di questi non è certamente il signor Godano.

Il promoter del concertone? Uno che non paga gli stipendi di Francesco Cramer

Roma - Canzoni stonate. Già, perché nella mega kermesse di oggi c’è una nota fuori posto. La dissonanza è che chi organizza da otto anni il concertone del 1° maggio, quello della festa dei lavoratori, la festa l’ha fatta ai lavoratori. Nel senso che non li ha pagati. Il patron dell’evento targato Cgil, Cisl e Uil, infatti, è tale Marco Godano, barbuto amministratore della Primata srl (acronimo di «Primo maggio tutto l’anno»). Il quale, anni fa, era pure alla guida del gruppo Edo spa che nel 2003 ha prodotto per la Rai la trasmissione Fiesta. Il varietà musicale, andato regolarmente in onda in seconda serata su Raiuno per diciotto puntate, si rifaceva alla cultura del Sudamerica. E al Sudamerica hanno pensato subito anche Joe Violanti e Charlie Gnocchi, coautori e conduttori del programma; il maestro Federico Capranica e la sua band; Mariano Sabatini, autore e ideatore del programma e gli altri professionisti che vi hanno lavorato. Gratis. Nessuno di loro ha mai visto un euro. Tutto comincia dalla fine. Terminata Fiesta, Violanti (lo speaker di Rds preso di mira da Santoro perché aveva osato imitarlo alla perfezione, ndr) e gli altri chiedono a Godano lo stipendio pattuito ma questi tentenna. «Sì, sì, adesso faccio il bonifico». Invece niente. Il sinistrissimo personaggio, ex dirigente di un gruppetto chiamato «Stella rossa», esaltatore della Resistenza, fa resistenza. Si passa quindi alle minacce legali. Passano i mesi ma Godano continua a non pagare. Autori, conduttori, musicisti e ballerini vanno dagli avvocati e partono le ingiunzioni. Joe Violanti e Charlie Gnocchi dovrebbero incassare circa 60mila euro, Federico Capranica 23mila, Mariano Sabatini 9mila. Il giudice dà ragione ai lavoratori ma c’è un ma. Il signor Godano non è fallito, è strafallito. La sua Edo è un cumulo di debiti. E alla fine nessuno vede un becco di un quattrino. Joe Violanti è indignato: «Lavoravamo come delle bestie, registravamo anche due puntate insieme finendo alle tre del mattino. Non capisco come sia possibile che i sindacati si appoggino ancora a lui. Niente stipendio e neppure i contributi. Ma lo sanno i sindacati o no?». Analoga rabbia per Federico Capranica: «Oltre al danno la beffa: non ho mai visto i 23mila euro e per fare causa ho dovuto pagare pure l’Iva, 4.600 euro. Assurdo. Ma perché il concerto dei lavoratori lo deve organizzare uno che i lavoratori li tratta così?». Gli fa eco Mariano Sabatini: «Situazione davvero kafkiana. Io mi sento di sinistra ma pensare che ci sia uno così che si professa tale... Ma possibile che Cgil, Cisl e Uil non facciano una piega?». Eppure dovrebbero sapere bene chi è Godano. A maggio del 2008 le Iene dedicarono un servizio al caso. Risultato: Godano minacciò querele a destra e a manca e cacciò l’inviato Giulio Golia. La sua difesa: «Un imprenditore avrà pure il diritto di fallire, no?». I lavoratori e i sindacati oggi festeggino. Ma non Godano.

La tradizionale maratona dal vivo ha regalato il meglio della musica italiana. Dai Nomadi allo show di Caparezza, dagli Afterhours alla Pfm che canta De André. Il popolo del rock al Primo maggio oltre 800mila, tutti per Vasco. Piazza san Giovanni si infiamma quando sale sul palco alle 22. Un miniconcerto di quasi un'ora con un bis fuori programma di Rita Celi

ROMA - Sono vent'anni che il popolo del rock affolla piazza San Giovanni per il concertone del Primo maggio, ma questa volta la folla era tutta per lui. Vasco Rossi è stata la star indiscussa che è riuscita a dare un senso alla lunga attesa. A cominciare dallo slogan, Il mondo che vorrei, preso dal titolo di una sua canzone. E' stata una maratona musicale di oltre otto ore che ha proposto il meglio della musica d'autore, tra impegno sociale e strani accordi, con gli Afterhours che cantano la Pfm e dopo la Pfm che invece canta De André, lo show di Caparezza con Mauro Pagani e i Tamburellisti, le letture di denuncia di Sergio Castellitto. A distanza di tanti anni sono sempre meno le sorprese di quello che ancora oggi rimane tra i più grandi concerti annuali gratuiti d'Europa ma rimane costante l'attenzione per la solidarietà e la coerenza delle formazioni italiane che hanno ampio spazio e in qualche modo sono cresciute su questo palco.

Vasco, star della serata. L'energia accumulata dalla folla accalcata in piazza san Giovanni è esplosa quando finalmente è arrivato Vasco Rossi e il palco del Primo maggio si è trasformato in un vero concerto rock. L'attesa è valsa la pena, il rocker di Zocca non si è risparmiato, ha cantato per i 45 minuti stabiliti e anche di più, tornando in scena per un bis, Un senso. Inutile nascondere che i giovani in piazza che hanno cantato e ballato per ore sono tutti per lui. Castellitto lo annuncia dicendo "Nunzio vobis gaudium magnum habemus Vasco". Un miniconcerto che si è aperto con Stupendo ed è andato avanti con Non appari mai, T'immagini, Sally, C'è chi dice no, Gli spari sopra e, infine, Il mondo che vorrei. C'è stato spazio anche per una cover, Sono un ragazzo di strada, un pezzo dei Corvi del '66. Poche parole tra un brano e l'altro, "Ciao a tutti, ciao primo maggio, ciao popolo del rock" ha esclamato prima di invitare la platea a non dare "troppo ascolto a quello che sentite in televisione, soprattutto nei telegiornali" e qualche ammiccamento al premier citato durante il brano Non appari mai, cambiandone un verso: "Qui siamo tutti belli e buoni, votiamo tutti Berlusconi".

Il cast del concertone. Dalla taranta alla tarantella, passando dal reggae alla tecno, sul palco girevole del Primo maggio si sono alternati frequentatori abituali, qualche novità e gradite formazioni inedite. A far cantare la folla ci pensano subito i Nomadi che hanno aperto la maratona, a far ballare i giovani tocca poi a Bandabardò, al reggae degli Smoke, al ritmo martellante di Enzo Avitabile con i Bottari. La fitta scaletta ha proposto nel pomeriggio anche il primo supergruppo composto da Marta sui tubi, Dente, Roberto Angelini, Cesare Basile, Paolo Benvenue e Beatrice Antolini, quindi Peppe Voltarelli, Malfunk, Motel Connection, Mannarino e Après la classe.

Prima e dopo Vasco Rossi. Decisamente più coinvolgente e di alto livello la scaletta della serata, dopo la pausa del Tg3. Prima e dopo Vasco Rossi, i momenti migliori con il secondo supergruppo: gli Afterhours con Samuel dei Subsonica, Cristiano Godano dei Marlene Kuntz e gli Gnu Quartet. Poi lo show di Caparezza che ha anche ospitato uno spicchio di Notte della Taranta, Mauro Pagani compreso, ed è riuscito a far togliere la maglietta ai giovani in piazza. Poi la Pfm che canta De André, prima di lasciare il palco a Vasco. Poi si prosegue con Paola Turci, Paolo Fresu, Robben Ford, Marina Rei, Edoardo Bennato, Casino Royale e Asian Dub Foundation.

Castellitto conduttore. Sergio Castellitto, presentatore di questa ventesima edizione ha esordito dicendo: "Buon Primo Maggio, questa giornata è un po' come capodanno". L'attore ha poi citato l'articolo 1 della Costituzione, facendolo recitare alla folla: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro". Infine ha salutato l'Abruzzo ricordando la regione colpita dal terremoto e ha dato inizio alla maratona. L'attore ha rilanciato più volte la raccolta di fondi per gli orfani dei morti sul lavoro (un euro con sms al numero 48585, attivo fino al 10 maggio) e sostenuto diverse iniziative di solidarietà insieme agli ospiti, Pierfrancesco Favino, Claudia Gerini.

800mila per gli organizzatori. Il balletto delle cifre comincia già alle prime ore del pomeriggio quando Paolo Belli, che ha condotto l'anteprima del Concerto, ha parlato di "800mila persone, 30mila per la questura". Quindi ha fatto alzare le braccia ai giovani in piazza e ha tagliato corto: "Siamo 500mila, un milione di braccia alzate". In serata l'organizzatore Marco Godano ha detto che oltre 800mila giovani hanno assistito al concertone e ha anticipato di voler proporre nei prossimi giorni "che il Primo Maggio diventi una fondazione dove possano trovare posto una grande fondazione bancaria, lo Stato, i sindacati e i privati. Questo evento, che è una piccola grande Woodstock italiana, deve trovare una base solida, altrimenti sono convinto che morirà". Godano ha sottolineato che "la musica italiana ha le radici qui. La presenza di Vasco Rossi oltre al fatto che il concerto ha contenuti autoriali e artistici importanti, fa sì che fra trent'anni si parlerà ancora di questo concerto".

I segretari Cgil, Cisl e Uil. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, sollecitati da Sergio Castellitto hanno declinato a loro modo lo slogan della giornata. Per Epifani, che ha definito "il concertone la Woodstock italiana, solo che ce l'abbiamo tutti gli anni", Il mondo che vorrei è "un mondo in pace, con persone più libere e più sicure e soprattutto molto meno precarie". Per Bonanni è un mondo "dove i lavoratori non siano solo salariati, ma possano decidere e co-decidere nelle aziende delle loro sorti, è un mondo in cui il lavoratore non vive solo di solo pane ma ha un proprio potere". Angeletti infine ha immaginato un mondo "in cui la gente va a lavorare e fa un lavoro che gli piace e non lo vive come una sofferenza o un incubo".

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