domenica 5 settembre 2010
Sarkò, i nomadi e la gauche
C'erano Rom e nomadi in testa al corteo che oggi è partito da place de la Republique, a Parigi, per contestare la politica di Sarkozy, considerata "xenofoba" dai manifestanti. Cinquantamila secondo gli organizzatori (100.000 in tutta la Francia), 12.000 per la polizia, ma Brice Hortefeux - ministro degli Interni - ha minimizzato: "Si è trattato soltanto di qualche decina di migliaia di persone". Il corteo, molto atteso dopo un'estate in cui le espulsioni dei Rom dei campi abusivi hanno tenuto banco sollevando proteste in tutt'Europa, era organizzato da una cinquantina di associazioni e Ong, ma hanno partecipato tutti i principali rappresentanti della sinistra, per una volta uniti, oltre ai rappresentanti dei sindacati e a molti artisti.
Proprio questi ultimi hanno dato il via alla mobilitazione di oggi, presentandosi questa mattina sotto le finestre del ministero dell'Immigrazione per una "serenata" sulle note dell'allusiva «Les petits papiers» di Serge Gainsbourg, interpreti fra gli altri la cantante Jane Birkin e l'ex regina delle notti parigine, Regine. Jane Birkin, accompagnata dalle note di una fisarmonica, ha spiegato: "E' una canzone per la miseria della gente, per riscaldarla. Mi sembra che si creino dei capri espiatori, clandestini o Rom, che possono essere espulsi al contrario di me, che sono anch'io straniera".
Presenti nel corteo organizzazioni caritative come Emmaus, anti emarginazione come "Attac" e il Mrap, il Movimento contro il razzismo e per l'amicizia fra i popoli. In testa, una quarantina di Rom romeni, il cui accampamento è stato raso al suolo il 12 agosto a Choisy-le-Roi, nella banlieue parigina, dietro uno striscione che recitava: "No alla politica inumana di Sarkozy". Al loro fianco, associazioni di nomadi francesi che portavano una bara di cartone con la scritta 'Sarkozy 1955-2010' e foto del presidente francese sulle quali c'era scritto 'Figlio di Petain', con allusione al maresciallo che fu capo della Francia collaborazionista sotto l'occupazione.
C'era tutta la gauche, dai Verdi con Cecile Duflot, ai socialisti, dal sindaco di Parigi Bertrand Delanoe alla vedova del presidente Francois Mitterrand, Danielle, poi tutti i sindacalisti e i capi delle associazioni. Molti inalberavano la prima pagina del quotidiano Liberation, che oggi titolava 'La nostra coscienza ci impedisce di tacere'. In centomila, o qualche decina di migliaia in meno stando ai conti del ministero dell' Interno, hanno sfilato in 130 città di Francia, spesso con Rom e talvolta con nomadi in prima fila, come a Bordeaux. Per gli analisti, è stato l'assaggio di una mobilitazione contro il governo che annuncia un autunno caldo, non soltanto per la stretta sulla sicurezza voluta da Sarkozy quest'estate ma anche per la riforma delle pensioni, uno dei provvedimenti più invisi all'opinione pubblica. Rappresenta però, come ha più volte sottolineato lo stesso capo dello stato, il momento cruciale della presidenza Sarkozy, e da martedì sarà in parlamento, presentata dal contestatissimo ministro Eric Woerth, coinvolto nello scandalo Bettencourt per conflitto d'interessi.
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2 commenti:
Beh, almeno in Italia non siamo ancora arrivati (per ora ...) ad un punto così basso da vedere qualche migliaio di privilegiati pretendere che i cittadini si facciano carico del mantenimento (e del rischio criminalità) che deriva dall'immigrazione (che sia rom o di altri non ha importanza).
Ma perchè le Birkin di tutto il mondo non si prendono a casa loro i loro prediletti derelitti ?
Dici di no, Massimo? Io dico che succede esattamente la stessa cosa della francia. Certo, in maniera molto molto sommessa. Chi credi che sta pagando per i "loro" sussidi? Chi ci rimette nelle liste delle case popolari e di altro? Gli italiani. Noi stiamo pagando e caro anche il problema immigrazione. Clandestina e non.
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