martedì 19 maggio 2009

Viaggio in toscana

Il presidente Martini: primo obiettivo è facilitare la vita a chi ha il permesso di soggiorno. «Servizi sanitari anche agli irregolari». La Toscana lancia la «sua» legge. Via al testo regionale sugli stranieri: parità di condizioni con gli italiani.

MILANO
— Claudio Martini lancia la sfida toscana al modello nazionale su immigrati e sicurezza. E, mettendo da parte la giacca di presidente della Regione, chiama in causa lo stesso Partito democratico: «L’inseguimento delle parole d’ordine del centrodestra non paga. È ora di mettere in campo a viso aperto un modello culturale diverso, incentrato sul primato della persona». A Firenze, in consiglio regionale, oggi approderà una legge sull’immigrazione che sembra il contrappunto — dissonante — dei provvedimenti governativi di cui molto si è parlato nelle ultime settimane. Cosa contiene? Sulla casa, garantisce «parità di condizioni nella ricerca di soluzioni abitative per i cittadini stranieri». Per i servizi sociali, ai non italiani è riconosciuto il pieno «diritto alle prestazioni», mentre anche agli irregolari si garantisce per legge «l’accesso a mense e dormitori pubblici» e gli «interventi sociali di urgenza». Di più: la Regione s’impegna a rendere «concretamente fruibili» le prestazioni mediche anche ai non iscritti al servizio sanitario nazionale, e a realizzare campagne d’informazione destinate agli irregolari in modo da facilitare loro «l’accesso ai servizi». E ancora: «Adattamento dei servizi socioculturali a un’utenza pluriculturale», «pieno esercizio del diritto allo studio dei minori stranieri», «rispetto delle diverse tradizioni religiose nelle mense pubbliche», assegnazione «di spazi per la macellazione rituale» e parecchio altro ancora: persino «interventi a favore dei detenuti stranieri». Spiega Martini: «Questa è una legge che vuole in primo luogo facilitare la vita ai regolari. Molto spesso, l’unico risultato di certe campagne è il complicare l’esistenza a chi in Italia vive e lavora regolarmente». In ogni caso, la parola «clandestino» al presidente toscano non piace per niente: «Nel 2008, visto che la nostra quota era quella, abbiamo regolarizzato 13 mila stranieri. Le richieste, però, erano 47mila. Come chiamiamo quelli che pur avendo i requisiti per richiedere il permesso di soggiorno eccedono le quote? Clandestini? Criminali?». Prosegue il presidente: «È gente che è entrata in Italia per la via che tutti seguono. Molte sono badanti, molti lavorano nell’edilizia o, qui in Toscana, nelle concerie. È gente che lavora. Se tutti insieme decidessero di fermarsi, questo paese si fermerebbe». Il presidente toscano se lo chiede da solo: «Dunque, non esiste il problema? Certo che esiste. Ma ci vogliono buonsenso e capacità di ragionare, le campagne non servono a nessuno. Per questo ho molto apprezzato il richiamo di Giorgio Napolitano». La critica più frequente mossa alla legge in gestazione è che il suo ampio sistema di garanzie rischierebbe di trasformare la Toscana in un paradiso per clandestini, un porto franco in grado di attirare tutti gli immigrati del pianeta, o giù di lì. Martini scuote la testa: «Vuol sapere come la penso? Ad attirare l’immigrazione — anzi, la peggiore immigrazione — non è mai il sistema del welfare. Il criminale non cerca il bengodi assistenziale, ma il bengodi del sommerso». Come dire, è solo tra i senza diritti che si può arruolare i disposti a tutto: «Lo ripeto: la grande difficoltà del nostro paese non è tanto la clandestinità. È il fatto che non riusciamo a dare stabilità e cittadinanza a chi è regolare. Se riuscissimo a rafforzare una regolarità fatta di neo cittadini responsabilizzati, avremmo in loro i più forti alleati nel contrastare la clandestinità». Eppure, nell’opinione pubblica sembra diffondersi il sostegno alle politiche di «cattiveria» nei confronti dei clandestini. In Toscana, al contrario, si mettono nero su bianco diritti anche per loro. Martini sembra non temere ripercussioni elettorali: «Se uno si fa male, se uno sviene in mezzo alla strada, se uno non ha dove dormire nelle notti di gelo, siamo sicuri si possa dire che no, non esiste alcun diritto? Io non credo. In questo c’è un senso nostro, siamo toscani, questo è un territorio in cui ci sono state esperienze di solidarietà importanti... Comunque, è giusto che il governo faccia le sue scelte, è giusto che noi si possa farne di diverse, ed è giusto che se ne parli. Altrimenti, non capirei più neppure il senso della parola federalismo». Martini si ferma un istante... «Del resto — riprende — devo anche ammettere che noi abbiamo da imparare da certi nostri colleghi. Penso a Treviso e a Verona: i loro servizi per l’integrazione non hanno nulla da perdere nel confronto con i nostri, e anzi, a volte sono addirittura più avanzati. Lì la retorica dell’espulsione va di pari passo con le punte più avanzate dell’integrazione. Per questo sarebbe ora di finirla con certe tirate». Soprattutto se vengono da sinistra. Da Sergio Cofferati a Filippo Penati, da Flavio Zanonato a Sergio Chiamparino, le prese di posizione pro legalità nel Pd cispadano non mancano di certo. Martini non vuole entrare in «scelte amministrative che non conosco nel dettaglio». Però il presidente toscano ne è convinto: «Questo paese deve essere chiamato in modo trasparente a scegliere tra due approcci. Ce n’è uno che gestisce strumentalmente le paure, e un altro che ricorda che dell’immigrazione abbiamo bisogno, e che se è ben governata questa stabilizza il paese e ci dà più sprint. È una partita che dobbiamo avere il coraggio di giocare a viso aperto».

Marco Cremonesi

5 commenti:

Anonimo ha detto...

e tutti i Toscani sono d'accordo?
e per quanto concerne il diritto allo studio nemmeno gli Italiani ce l'hanno.
La maggior parte dei corsi di laurea sono a numero programmato, c'è gente che si fa anche 3 test di'ngresso, con tasse che vanno dai 20 ai 50 euro...
e sono graduatorie con posti riservati per cittadini extracomunitari resideneti all'estero e ai cittadini cinesi(almeno per quanta Mrdicina e Chirurgia a Ferrara), il test viene effettuato in tutte le facoltà alla medesima ora e nel medesimo giorno, per cui puoò capitare (come è successo a mia figlia)che a parità di punteggio a Ferrara sei escluso mentre a Milano no, dato che ogni Università stila la propria graduatoria.Mia figlia ha ritentato a Roma ed ora studia Medicina alla Sapienxza, senza aver diritto a nulla, nemmeno all'abbonamento autobus per studenti, che è riservato unicamente quelli che risiedono nella capitale

Artemisia

Elly ha detto...

Ah, non ne ho la minima idea. Resta di fatto che la toscana è regione rossa. Rivoteranno ancora e ancora sbaglieranno. Ma se la sono voluta. Il problema è che poi pagano "i soliti noti" anche per chi non paga niente e avrà gli stessi servizi e forse anche di più.

ProEuropa - Fatti d'Europa ha detto...

Con che coraggio si può votare il rappresentante di un partito che incita all'invasione della tua regione?

Elly ha detto...

Eh, bisognerebbe chiederlo ai toscani. Dopo però si disperano perchè ci sono troppi extracomunitari che gli rubano il lavoro.

Anonimo ha detto...

ma non c'è speranza che alla fine capiscano che votare un simile elemento va solo a loro danno?
Artemisia