venerdì 15 maggio 2009

Lagnanze

La storia di Omar Ba raccontata da The Times

The Times racconta la storia di Omar Ba, un migrante senegalese a Parigi che è arrivato “in cerca della felicità”, per trovare invece “solitudine e depressione”. Sulla sua difficile esperienza Ba, 28enne, ha scritto un libro, che in italiano suona “Sono venuto, ho visto e non credo più”. Molto eloquente, ma soprattutto, nelle intenzioni dell’autore, è un messaggio rivolto ai migranti e specialmente a quelli provenienti, come lui, dall’Africa, che preferiscono “perpetuare il mito di una vita migliore”. Che però è destinato a rivelarsi un tragico miraggio. Seconda Ba, si legge sul quotidiano inglese che lo ha intervistato, “l’Europa non è la terra promessa immaginata dagli africani, al contrario, è quasi impossibile trovare un lavoro e un posto dove vivere e la gente è maldisposta nei confronti degli stranieri.” Prosegue The Times: Se vivere in Europa è difficile per i nativi, è molto più duro per gli immigrati, scrive Ba. Anche quelli che hanno vissuto in Francia per tre decenni “vivono impilati l’uno sopra l’altro in appartamenti insalubri all’interno di grossi palazzi”. Ba ha trovato una stanza, ma ha conosciuto un altro immigrato che viveva in una cabina telefonica. Spesso ha dovuto mendicare o rovistare nei cassonetti. Gli unici lavori che venivano offerti erano ripulire le strade o lavare i piatti e questo, per altro, accadeva prima della crisi finanziaria globale. “Così ora molti immigrati sono senza una casa e stanno cadendo nell’alcol e nel crimine,” scrive Ba, che ha lavorato per due anni in un ristorante prima di trovare lavoro presso un’organizzazione di beneficienza. Ba osserva che in Europa il lavoro non sembra rendere le persone meno miserabili. Anzi, la rincorsa al benessere materiale, ancora più frustrante per un immigrato cui non vengono offerte reali possibilità, rende ancora più frustrati: “Prima di toccare il suolo europeo, non ho mai saputo cosa fosse lo stress... in Africa è impossibile avere un salario alla fine del mese ed essere depresso”. E dunque, qual è la cosa giusta da fare? “Quest’onda migratoria sta svuotando l’Africa della sua linfa vitale. Voglio che i giovani africani ascoltino il buon senso. L’Europa non merita che rischino le loro vite. Qui troveranno solo sofferenza e fallimento.”

(Matthew Campbell, Migrant warns Africans off “misery” Europe su The Tmes del 10/5/2009)

1 commenti:

100% Antikomunista ha detto...

Non hanno case, quindi diamogli quelle degli autoctoni. Non sono integrati, quindi facciamone venire di più finchè non saranno la maggioranza, e saranno gli altri a doversi integrare. La crisi li colpisce, ricopriamoli di sussidi e privilegi. Delinquono, quindi rendiamo le leggi per loro ancora più permissive, e non delinqueranno più. Se il lavoro non ce l'hanno, diamogli quello degli autoctoni. Sono ubriachi, colpa della società. Sono stressati, psicologo gratis e attenuanti in Tribunale, etc, etc...

(ragionamento finiano e/o dei vari piddini...)