ROMA - Il ministro dell'Istruzione si schiera per Pisacane. Ribattezzare la scuola elementare di Roma con il nome del pedagogo giapponese Makiguchi non piace a Maria Stella Gelmini: "L'integrazione non si fa così". Nell'elementare dove il 90% degli alunni è straniero, la proposta della direttrice vuole ricordare "le teorie educative di un pedagogo giapponese che insegnava la pace e il rispetto reciproco".
Gelmini: "Altra cosa l'integrazione". I detrattori sostengono che la direttrice abbia scelto di sacrificare la storia italiana solo per strizzare l'occhio ad una fragile idea di multiculturalismo. Tra loro anche il ministro dell'Istruzione: "Cambiare sarebbe uno sbaglio", dice Maria Stella Gelmini. "L'integrazione non si fa dimenticando una figura importante per la storia italiana". Se integrazione si deve fare, si faccia insegnando ai giovani stranieri la storia del paese che è diventata la nuova patria loro e dei loro genitori. "Il ministero - ha detto la Gelmini - sta cercando di capire se sia possibile un intervento diretto del governo. Stiamo valutando". Poi però ha aggiunto. "Ho espresso la mia contrarietà, ma è chiaro che c'è l'autonomia scolastica". La parola definitiva resta al direttore dell'Ufficio scolastico regionale, l'ex Provveditore.
Sit-in e striscioni. La polemica però non accenna a placarsi: stamane sit-in della destra che vorrebbe conservare l'antico nome decidato all'eroe rinascimentale, e striscioni del Pd che difendono la proposta di sostituire la targa all'ingresso della scuola. "Lo vorrei fare - spiega Nunzia Marciano, direttrice dell'elementare a Tor Pignattara - per distinguermi dalla materna ospite nello stesso edificio e per cancellare, una volta per tutte, la nomea di una scuola dove non si impara niente. E poi - conclude tentando di cancellare anche gli ultimi dubbi - Makiguchi è un nome facilissimo per i bambini: conoscono tanti nomi giapponesi imparati dai cartoni, che non avrebbero alcuna difficoltà a pronunciare Makiguchi".
4 commenti:
Si fosse chiamata "Palmiro Togliatti", state tranquilli che a nessuno di questi pagliacci multiculturalisti sarebbe venuto in mente di cambiare il nome alla scuola...
Abbiamo un Pantheon di grandi uomini di cultura, di scienza, dell'arte cui dedicare le nostre scuole, inostri edifici, le nostre vie e le nostre piazze, cui, piuttosto, andrebbero cancellati e sostituiti ai vari nomi "Lenin", "Stalingrado" e compagni(a) squalificando.
Siamo in Italia e non abbiamo bisogno di andare a ravanare tra i "pedagoghi" altrui.
Il KOMPAGNO FINI per una volta si preoccupa degli italiani!
Di quelli senza lavoro per la crisi? No... della salute di PANNELLA, alle prese con l'ennesima pagliacciata digiunatoria...
"Il Presidente Fini - si legge in una nota di Montecitorio - ha auspicato che l'impegno delle Istituzioni a tutela del pluralismo - com'e' pure nelle preoccupazioni del Presidente Zavoli - possa contribuire a far desistere Marco Pannella, il cui contributo alla vita civile e democratica del Paese e' unanimemente riconosciuto, dallo sciopero della fame e della sete, che si protrae ormai da cinque giorni con evidente pregiudizio della sua salute".
Quindi, se ho ben capito, il nome di una scuola si può cambiare se il nome nuovo è più facilmente pronunciabile? Magnifico. Ed in più il nome nuovo sarebbe anche un viatico per eliminare una cattiva nomea? Mi sembra evidente: siamo in Italia.
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