Il grand hotel dei clandestini - Spendiamo milioni di euro per mantenerli nei CpT - Tute, scarpe, mutande e tre pasti al giorno. A ladri e spacciatori diamo pure la paghetta Il menù per clandestini: Comprende carne rossa, costate, pesce, risotto e dolce. Lo servono al Cie, l’ex Cpt di Corso Brunelleschi o quello in via Corelli a Milano. E stando a quanto riportato su un documento del ministero degli Interni costa parecchio,visto che per la gestione del centro torinese, dal 2009 al 2011, si spenderanno 4 milioni e 600mila euro. Un milione e mezzo l’anno. Mille e cinquecento euro circa per ogni straniero trattenuto nel centro. A Milano, per 93 ospiti il costo è quindi di 2,5 milioni di euro. Una cifra impressionante quella riportata sull’avviso per l’affidamento della gestione pubblicato sul sito del ministero, cui vanno aggiunti i costi dell’effettivo rimpatrio e gli stipendi delle forze dell’ordine. I 4 milioni e 600mila euro sono la cifra che riceverà il vincitore di una gara che si è chiusa il 29 gennaio con la presentazione delle candidature in Prefettura. In cambio, naturalmente, il gestore dovrà fornire una serie di servizi, elencati nelle “specifiche tecniche integrative del capitolato”. Si va dal “servizio di assistenza generica della persona”, al “servizio di assistenza sanitaria”, al “servizio di pulizia e igiene ambientale”. All’ultima voce, le “forniture”. Agli ospiti di sesso maschile spettano un paio di scarpe, uno di ciabatte, due tute (in alternativa due pantaloni e un giaccone), un pigiama, 4 paia di slip, 3 asciugamani, 4 paia di calze, due magliette, due t-shirt. Alle donne, che ricevono due reggiseni, anziché i pantaloni sono consegnate due gonne. Ai bambini 3 tutine. Tutti ricevono un dentifricio, uno spazzolino, un pettine, carta igienica, due confezioni di sapone liquido, due di shampoo, due coperte, due lenzuola, una federa monouso ogni due giorni e un borsone da viaggio. «A ogni ospite - si legge sul documento - in aggiunta ai beni elencati nel kit di vestiario, sarà fornita una sola volta all’ingresso una scheda telefonica di 15 euro oltre che un buono economico pari al valore di 5 euro ogni due giorni spendibile all’interno del centro per le spese quali bolli postali, schede telefoniche, snack alimentari, bibite analcoliche, sigarette, libri, riviste, giornali». Capitolo pasti. «Il servizio dovrà essere svolto per sette giorni alla settimana con una somministrazione di prima colazione, pranzo e cena. Ogni pasto (pranzo e cena con alternanza dei menù previsti) sarà composto da un primo piatto (pasta o riso g. 100/150 a seconda del condimento o g. 80 di pasta e 100 g. di legumi, semola o riso), un secondo piatto (carne rossa 150 g., carne bianca 200 g., o 250 g. se con osso, pesce 200 g., due uova, 100 g. di formaggio, verdura 300 g.), frutta di stagione (150 g. oppure 1 frutto, banana, mela,pera, arancia, ecc.), 2 panini (g. 60 cad.), 1 litro di acqua minerale pro capite. La prima colazione sarà composta da una bevanda calda (200 cc a scelta latte, caffè, the) fette biscottate (4 fette biscottate), 1 panetto di burro, 2 confezioni di marmellata o miele, in alternativa biscotti confezionati monoporzione da 80 g». Nella scelta degli alimenti, sarà naturalmente posta «la massima cura nel proporre menù non in contrasto con i principi e le abitudini alimentari diversi». E dietro prescrizione medica dovranno essere fornite «diete ipo-sodiche, ipoproteiche, ipo-glicidiche». Per ogni pasto dovrà essere assicurata a tutti i commensali, una disponibilità minima di «un primo, un secondo, un contorno, frutta o yogurt o dolce monoporzione due volte la settimana, e bevande». A richiesta, il gestore dovrà fornire cestini da viaggio. «E i generi alimentari dovranno essere di prima qualità». Come nei migliori alberghi.
giovedì 14 maggio 2009
Razzisti un cazzo...
Clandestinamente
Il grand hotel dei clandestini - Spendiamo milioni di euro per mantenerli nei CpT - Tute, scarpe, mutande e tre pasti al giorno. A ladri e spacciatori diamo pure la paghetta Il menù per clandestini: Comprende carne rossa, costate, pesce, risotto e dolce. Lo servono al Cie, l’ex Cpt di Corso Brunelleschi o quello in via Corelli a Milano. E stando a quanto riportato su un documento del ministero degli Interni costa parecchio,visto che per la gestione del centro torinese, dal 2009 al 2011, si spenderanno 4 milioni e 600mila euro. Un milione e mezzo l’anno. Mille e cinquecento euro circa per ogni straniero trattenuto nel centro. A Milano, per 93 ospiti il costo è quindi di 2,5 milioni di euro. Una cifra impressionante quella riportata sull’avviso per l’affidamento della gestione pubblicato sul sito del ministero, cui vanno aggiunti i costi dell’effettivo rimpatrio e gli stipendi delle forze dell’ordine. I 4 milioni e 600mila euro sono la cifra che riceverà il vincitore di una gara che si è chiusa il 29 gennaio con la presentazione delle candidature in Prefettura. In cambio, naturalmente, il gestore dovrà fornire una serie di servizi, elencati nelle “specifiche tecniche integrative del capitolato”. Si va dal “servizio di assistenza generica della persona”, al “servizio di assistenza sanitaria”, al “servizio di pulizia e igiene ambientale”. All’ultima voce, le “forniture”. Agli ospiti di sesso maschile spettano un paio di scarpe, uno di ciabatte, due tute (in alternativa due pantaloni e un giaccone), un pigiama, 4 paia di slip, 3 asciugamani, 4 paia di calze, due magliette, due t-shirt. Alle donne, che ricevono due reggiseni, anziché i pantaloni sono consegnate due gonne. Ai bambini 3 tutine. Tutti ricevono un dentifricio, uno spazzolino, un pettine, carta igienica, due confezioni di sapone liquido, due di shampoo, due coperte, due lenzuola, una federa monouso ogni due giorni e un borsone da viaggio. «A ogni ospite - si legge sul documento - in aggiunta ai beni elencati nel kit di vestiario, sarà fornita una sola volta all’ingresso una scheda telefonica di 15 euro oltre che un buono economico pari al valore di 5 euro ogni due giorni spendibile all’interno del centro per le spese quali bolli postali, schede telefoniche, snack alimentari, bibite analcoliche, sigarette, libri, riviste, giornali». Capitolo pasti. «Il servizio dovrà essere svolto per sette giorni alla settimana con una somministrazione di prima colazione, pranzo e cena. Ogni pasto (pranzo e cena con alternanza dei menù previsti) sarà composto da un primo piatto (pasta o riso g. 100/150 a seconda del condimento o g. 80 di pasta e 100 g. di legumi, semola o riso), un secondo piatto (carne rossa 150 g., carne bianca 200 g., o 250 g. se con osso, pesce 200 g., due uova, 100 g. di formaggio, verdura 300 g.), frutta di stagione (150 g. oppure 1 frutto, banana, mela,pera, arancia, ecc.), 2 panini (g. 60 cad.), 1 litro di acqua minerale pro capite. La prima colazione sarà composta da una bevanda calda (200 cc a scelta latte, caffè, the) fette biscottate (4 fette biscottate), 1 panetto di burro, 2 confezioni di marmellata o miele, in alternativa biscotti confezionati monoporzione da 80 g». Nella scelta degli alimenti, sarà naturalmente posta «la massima cura nel proporre menù non in contrasto con i principi e le abitudini alimentari diversi». E dietro prescrizione medica dovranno essere fornite «diete ipo-sodiche, ipoproteiche, ipo-glicidiche». Per ogni pasto dovrà essere assicurata a tutti i commensali, una disponibilità minima di «un primo, un secondo, un contorno, frutta o yogurt o dolce monoporzione due volte la settimana, e bevande». A richiesta, il gestore dovrà fornire cestini da viaggio. «E i generi alimentari dovranno essere di prima qualità». Come nei migliori alberghi.
Il grand hotel dei clandestini - Spendiamo milioni di euro per mantenerli nei CpT - Tute, scarpe, mutande e tre pasti al giorno. A ladri e spacciatori diamo pure la paghetta Il menù per clandestini: Comprende carne rossa, costate, pesce, risotto e dolce. Lo servono al Cie, l’ex Cpt di Corso Brunelleschi o quello in via Corelli a Milano. E stando a quanto riportato su un documento del ministero degli Interni costa parecchio,visto che per la gestione del centro torinese, dal 2009 al 2011, si spenderanno 4 milioni e 600mila euro. Un milione e mezzo l’anno. Mille e cinquecento euro circa per ogni straniero trattenuto nel centro. A Milano, per 93 ospiti il costo è quindi di 2,5 milioni di euro. Una cifra impressionante quella riportata sull’avviso per l’affidamento della gestione pubblicato sul sito del ministero, cui vanno aggiunti i costi dell’effettivo rimpatrio e gli stipendi delle forze dell’ordine. I 4 milioni e 600mila euro sono la cifra che riceverà il vincitore di una gara che si è chiusa il 29 gennaio con la presentazione delle candidature in Prefettura. In cambio, naturalmente, il gestore dovrà fornire una serie di servizi, elencati nelle “specifiche tecniche integrative del capitolato”. Si va dal “servizio di assistenza generica della persona”, al “servizio di assistenza sanitaria”, al “servizio di pulizia e igiene ambientale”. All’ultima voce, le “forniture”. Agli ospiti di sesso maschile spettano un paio di scarpe, uno di ciabatte, due tute (in alternativa due pantaloni e un giaccone), un pigiama, 4 paia di slip, 3 asciugamani, 4 paia di calze, due magliette, due t-shirt. Alle donne, che ricevono due reggiseni, anziché i pantaloni sono consegnate due gonne. Ai bambini 3 tutine. Tutti ricevono un dentifricio, uno spazzolino, un pettine, carta igienica, due confezioni di sapone liquido, due di shampoo, due coperte, due lenzuola, una federa monouso ogni due giorni e un borsone da viaggio. «A ogni ospite - si legge sul documento - in aggiunta ai beni elencati nel kit di vestiario, sarà fornita una sola volta all’ingresso una scheda telefonica di 15 euro oltre che un buono economico pari al valore di 5 euro ogni due giorni spendibile all’interno del centro per le spese quali bolli postali, schede telefoniche, snack alimentari, bibite analcoliche, sigarette, libri, riviste, giornali». Capitolo pasti. «Il servizio dovrà essere svolto per sette giorni alla settimana con una somministrazione di prima colazione, pranzo e cena. Ogni pasto (pranzo e cena con alternanza dei menù previsti) sarà composto da un primo piatto (pasta o riso g. 100/150 a seconda del condimento o g. 80 di pasta e 100 g. di legumi, semola o riso), un secondo piatto (carne rossa 150 g., carne bianca 200 g., o 250 g. se con osso, pesce 200 g., due uova, 100 g. di formaggio, verdura 300 g.), frutta di stagione (150 g. oppure 1 frutto, banana, mela,pera, arancia, ecc.), 2 panini (g. 60 cad.), 1 litro di acqua minerale pro capite. La prima colazione sarà composta da una bevanda calda (200 cc a scelta latte, caffè, the) fette biscottate (4 fette biscottate), 1 panetto di burro, 2 confezioni di marmellata o miele, in alternativa biscotti confezionati monoporzione da 80 g». Nella scelta degli alimenti, sarà naturalmente posta «la massima cura nel proporre menù non in contrasto con i principi e le abitudini alimentari diversi». E dietro prescrizione medica dovranno essere fornite «diete ipo-sodiche, ipoproteiche, ipo-glicidiche». Per ogni pasto dovrà essere assicurata a tutti i commensali, una disponibilità minima di «un primo, un secondo, un contorno, frutta o yogurt o dolce monoporzione due volte la settimana, e bevande». A richiesta, il gestore dovrà fornire cestini da viaggio. «E i generi alimentari dovranno essere di prima qualità». Come nei migliori alberghi.
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1 commenti:
Dovresti mandarne una copia all'Onu e una a Rosy Bindi, che l'altra sera a Matrix ha fatto una figura penosa...ma perchè il buonsenso non riesce a vincere sulle ideologie?
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