mercoledì 8 settembre 2010

Unione europea e dirigismo


Lo scorso aprile segnalammo, in perfetta solitudine, i piani elaborati da Mario Monti, per conto dell’Unione europea, per spingere l’Europa sulla rotta dirgista. Poi scoppiò la crisi della Grecia e, sull’onda, i Ventisette annunciarono l’intenzione di inasprire i criteri di Maastricht. Poi, come al solito scese il silenzio, ma mentre i cittadini andavano in vacanza, l’Europa dell’establisment ha continuato a lavorare, nell’ombra. E ha deciso tutto, senza dibattito pubblico. E’ quel che si evince dall’intervista rilasciata sabato da Tremonti a Repubblica. Come capita sovente, quell’intervista ha fatto rumore per i suoi riflessi di politica interna, ma non per i suoi contenuti, che invece sono esplosivi, come spiego in questo articolo.

Leggetelo, scoprirete che l’Italia si avvia a perdere un’ulteriore fetta di sovranità, in quanto le politiche finanziarie e, attenzione, anche quelle per lo sviluppo, saranno decise non più a Roma, ma a Bruxelles. Ogni anno da gennaio ad aprile si svolgerà una sessione di bilancio europea. Ogni Stato presenterà i suoi progetti, destinati a essere discussi collettivamente da tutti gli altri Stati e coordinati dalla Commissione europea. Tremonti sostiene che ci sarà una pianificazione decennale (che ricorda sinistramente quella quinquiennale che ha affossato l’economia sovietica) e che dovrà essere coerente con la struttura del blocco europeo e prevalente rispetto alle visioni nazionali.

Che Bruxelles debba tenere d’occhio i nostri conti è comprensibile, d’altronde lo fa già. Ma perchè deve decidere la nostra politica industriale? Per quale ragione portoghesi, olandesi, polacchi e persino rumeni devono valutare la nostra competitività? In America la California non si sogna nemmeno di vagliare eventuali incentivi normativi e fiscali della Florida o del Wisconsin. Che senso ha imporre un orientamento comune a Stati che hanno vocazioni e identità industriali diverse?

Tremonti, che sembra aver rinnegato le idee del suo recente passato, esulta. Sostiene che è in corso «una fondamentale devoluzione di potere insieme “dal basso verso l’alto“ e “dal diviso all’unito“». Dal basso? E chi l’ha deciso? Certo non il parlamento e l’opinione pubblica è stata volutamente tenuta all’oscuro. La mia impressione è che l’establishment europeo abbia adottato la dottrina Monti e, secondo i tenebrosi meccanismi che regolano il vertice euroepo, stia tentando di imporre una rivoluzione eurocentrica, nonimalmente liberale, in realtà dirigista e lobbistica. Una rivoluzione non con il popolo, ma, ancora una volta, sopra il popolo. O sbaglio?

1 commenti:

Nessie ha detto...

Marcello Foa è un ottimo onesto giornalista e vale la pena di linkare il suo blog Il cuore del mondo.
Quanto a Tremonti, credo che abbia risvoltato la gabbana e che non ci sia più da fidarsi nemmeno di lui. O sbaglio?