giovedì 23 settembre 2010

Scuole e sprechi


Le scuole italiane danno lezioni su come si sprecano i soldi pubblici. Mentre gli insegnanti precari protestano per i tagli di Mariastella Gelmini, i presidi sperperano le risorse a disposizione con spese folli e stravaganti. Nell’elenco dei consulenti assunti nel 2009 dagli istituti statali della Penisola, pubblicato dal ministro Renato Brunetta, si trova veramente di tutto. Emblematico il caso delle medie di Canegrate, in provincia di Milano, che hanno organizzato un corso di podcast per insegnare agli studenti come scaricare i filmati da Internet. Un’attività che può essere utilizzata anche illegalmente per la pirateria informatica, ma per la quale la scuola ha speso la bellezza di 5.446 euro. Curioso anche il caso dell’Ipsia di Legnano, sempre in Lombardia, che per garantire il supporto morale degli allievi ha assunto due psicologhe (pagandole 4.132 euro) tra il primo luglio e il 24 settembre, mentre gli studenti erano al mare.

L’istituto comprensivo Borrello di Catanzaro, in collaborazione con la giunta di centrosinistra di Lamezia Terme, ha invece investito 1.676 euro per il progetto «Colori di vita dei rom», per insegnare agli alunni la cultura dei nomadi. E mentre il mondo della scuola piange miseria, spiegando di non avere i fondi per assumere gli insegnanti precari, la direzione didattica del circolo Santa Maria La Carità di Napoli è riuscita a trovare 1.050 euro per stipendiare un esperto musicale incaricato di comporre l'inno della scuola. Sempre a Napoli il circolo E.A. Mario ha speso 1.325 euro per le lezioni di yoga.

Il liceo scientifico Copernico di Bologna ha ritenuto invece fondamentale, per la formazione dei suoi studenti, assumere un insegnante di rollerblade, pagandolo la bellezza di 2.050 euro. E per non essere da meno le medie statali via dei Rochis di Pinerolo, a Torino, hanno organizzato un corso sul djembé, antico strumento africano a percussione (costo 2.037 euro). Ma la vera e propria beffa per gli insegnanti precari è arrivata dal Primo liceo artistico di Milano, che ha assunto una modella per le lezioni di nudo, pagandola 13.410 euro per sei mesi di «lavoro»: più quindi di quanto guadagna un professore di ruolo. L’istituto don Milani di Carbonia, a Cagliari, ha invece investito 2.258 euro per assumere un esperto di balli sardi.

E tanto per restare in tema, qualche professore nostalgico dei girotondi di Nanni Moretti, alle scuole Cetona di Siena, ha organizzato un corso di balli in cerchio per gli alunni (costo 1.535 euro). E a dimostrazione del fatto che gli sprechi riguardano le scuole di tutta Italia, nessuna regione esclusa, una scuola di Trento ha investito 3.220 euro per un gemellaggio con il Giappone, con tanto di assistenza per il viaggio nel Paese dell’Estremo oriente. Mentre a Palermo, l’istituto comprensivo Vasi di Corleone, invece di insegnare le poesie di Pascoli e Leopardi, ha pagato 3.318 euro per un «laboratorio d’autore» finalizzato a insegnare agli alunni come scrivere i testi delle canzoni moderne.

A riprova del fatto che le spese allegre mettono i dirigenti scolastici di buon umore, le primarie Matteotti di San Donato Milanese hanno pagato 5.760 euro per il progetto didattico «Il ballar gioioso», mentre il quarto circolo Beltrani di Bari ha speso 1.650 euro per l'iniziativa, dal titolo frizzante, «Tra le mille bolle blu». Per i 50 anni di fondazione invece lo scientifico Federico II di Bari ha voluto dimostrare le sue nobili origini pagando 1.798 euro per far disegnare a un consulente il proprio stemma originale. Non soddisfatti di iniziative così bizzarre, i presidi hanno fatto a gara anche per organizzare le gite più costose. A vincere il «primo premio» (che però andrebbe confrontato con il numero di studenti) è stato lo scientifico Spallanzani di Roma, che è riuscito a sborsare 42.315 euro per una gita di 8 giorni a Praga. Ma in proporzione alla durata dell’uscita scolastica il record è invece dell’istituto comprensivo di via Russolillo, sempre nella Capitale, che ha speso 23.750 euro per un campeggio di due giorni in Romagna.

L’istituto Manzoni di Bovisio (Monza) ha scelto invece di lanciare un corso in barca a vela. Le medie di Abbiategrasso hanno invece deciso di fare concorrenza a Smemoranda, realizzando un diario delle scuola costato in tutto 5.686 euro. Insomma i dirigenti delle scuole italiane investono su tutto tranne che sulle materie curricolari, lasciando così a spasso i docenti di matematica, italiano, storia e latino, che poi si lamentano con la Gelmini invece che con i diretti interessati. Ma poco importa, perché nelle classi del Belpaese nel frattempo abbiamo esperti ferratissimi in danze etniche, Capoeira, tiro con l’arco, tessitura a telaio, barman acrobatico e sensibilizzazione interculturale di docenti e genitori.

1 commenti:

Massimo ha detto...

Se dobbiamo finanziare quella roba, allora meglio azzerare tutto e che ognuno si paghi la scuola che può e che preferisce ...