domenica 1 aprile 2012

L'india e i marinai italiani


NEW DELHI - Il «chief minister» dello Stato indiano del Kerala, Oommen Chandy, ha escluso domenica che i due marò italiani, in carcere con l'accusa di aver ucciso due pescatori indiani, possano essere trasferiti in Italia per essere processati. Lo scrive l'agenzia di stampa statale indiana Pti. Chandy ha in particolare dichiarato che «la nostra posizione è molto chiara, molto aperta. (...) I due militari italiani hanno commesso un reato che cade sotto gli effetti della legge indiana (...) e devono quindi affrontare questo processo. Questa è la nostra posizione».

«ITALIA PAESE AMICO» - Le dichiarazioni del «chief minister» avvengono due giorni dopo la visita del ministro della Difesa italiano Giampaolo di Paola e mentre il sottosegretario agli Esteri italiano, Staffan de Mistura, sta giungendo a New Delhi per tentare ancora una volta di sbloccare la vicenda che coinvolge Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. «La giustizia indiana - ha sottolineato Chandy - è molto equa, molto aperta e molto indipendente» e gli imputati possono far valere le loro ragioni. Il capo del governo del Kerala ha infine detto che l'Italia è un paese amico e che le relazioni diplomatiche debbono continuare a svilupparsi in un clima positivo.

TERZI: VICENDA COMPLESSA - Intanto l'Alta Corte del Kerala ha rinviato a lunedì la decisione sul ricorso italiano in cui si sostiene che la giurisdizione debba essere di Roma, in quanto la petroliera Enrica Lexie su cui erano imbarcati i due si trovava in acque internazionali. Non solo: dopo il via libera alla partenza dato giovedì, l'Alta Corte ha bloccato fino a lunedì il rilascio della petroliera. La decisione è stata presa dai giudici Manjula Chellur e V. Chidambaresh, sulla base di un ricorso presentato dai familiari dei due pescatori uccisi. I magistrati si sono dichiarati «non soddisfatti» delle condizioni imposte sabato dal giudice P. S. Gopinathan per la partenza della nave, tra cui il pagamento di un deposito cauzionale di 440mila euro. E così anche il ministro degli Esteri, Giulio Terzi ha confermato ai rappresentanti dei partiti che sostengono la maggioranza che la vicenda è ancora complessa e la procedura per arrivare al rilascio non sarà immediata.

3 commenti:

samuela ha detto...

Finchè c'è gente che commenta così siamo destinati a morte certa
"quelli che credono di essere nel 1910 e che invocano una politica di potenza contro "i fachiri" (se non peggio) e dimenticano che a) siamo 60 milioni contro un miliardo ed oltre b) noi in recessione nera, loro in boom economico c) noi ancora un po' isolati a livello diplomatico grazie ad esperienze del recente passato; loro sono nel BRIC e possono contare sull'appoggio di gran parte dei paesi asiatici E per concludere...L'India è uno dei collettori degli investimenti mondiali ed esporta giovani anglofoni inn tutto il mondo...e noi? Fuga degli investimenti esteri, giovani dialettofoni e importazione di soubrette sudamericane e dell'Est Europa..."
Se un caprone con-turbante venisse a casa sua e dicesse che che vuole scopargli la moglie questo tipo di italiano la metterebbe a 90 gradi di persona.

Eleonora ha detto...

Ne sono certa. Samuela, glielo auguro davvero a quel commentatore di ritrovarsi un inturbantato che gli chiede moglie, figlie e anima.

... poi, ma che cazzo c'entra quel commento con la storia (malatissima) dei nostri due soldati? Che tra l'altro, se prima non avevamo un SOLO dubbio sulla colpevolezza, ora è certezza che sono innocenti.

samuela ha detto...

Secondo un altro genio avremmo dovuto prendere accordi con i paese il cui mare era solcato dai nostri cargo..come dire chiedere il permesso per non farsi derubare da dei banditi morti di fame. Mentre nel Mediterraneo succede la qualunque, pesca ai tonni illegale da parte dei gialli, navi tossiche russe che affondano, armatori di ogni dove che se devono far fallire un cargo dove lo fanno? A Genova naturalmente! Ho cambiato idea: non deve toccare alla moglie, deve toccare a loro!