domenica 15 aprile 2012

Il nuovo ordine mondiale avanza... indisturbato

Un paio di commenti: "Noto che c'è ancora chi non ha capito che è un piano per distruggere l'Occidente. I mohammed fanno figli perchè hanno una tranquillità economica che passa delle moschee alle banche islamiche foraggiate dai petroldollari. Se poi in Italia passano da indigenti e quindi "aiutati" gratis dal welfare creato da NOI AUTOCTONI, il gioco è fatto. La base giustificativa dell'invasione sono quei dannati inprenditori che per abbassare il costo del lavoro importano manodopera a costo infimo fregandosene dei devastanti problemi che creano al tessuto sociale. Loro hanno la fabbrichetta da mandare avanti facendo concorrenza ai cinesi schiavisti. Dulcis in fundo la Chiesa, che chiama fratelli da aiutare quelli che ammazzano crististiani a ritmo industriale."

"Non esiste un solo paese dove l' esperimento integrazionista sia riuscito. Negli USA dopo 300 anni, bianchi e neri sono separati come acqua e olio. In India dopo millenni, islamici e indù si fanno la guerra quotidianamente. E ci sono decine di altri esempi... d'altronde.. vi basta vedere come si comportano gli stessi immigrati: sono loro stessi a tenersi ben separati. I Cinesi non si mischiano con nessuno. Mai."

E poi, bhe, poi c'è il pirla che non vuole capire... "Nessun problema cari italiani se nel loro DNA c'è il gene che manca a noi e che abbonda negli altri popoli: il gene di non essere dei "fregoni" di essere propensi a pagare le tasse e non essere esperti nel fregare e rubare al prossimo. Poi mi va bene tutto visto che i figli degli immigrati sono ben più educati e meno "tossici" dei nostri ."


Al primo posto c’è il meneghino "doc" Rossi. Ma già al secondo compare l'orientale Hu. Benvenuti a Milano, Cina. Benvenuti nella Chinatown d'Italia dove i cognomi più diffusi non solo non sono milanesi, ma non sono nemmeno italiani. Ecco un assaggio: Rossi, Hu, Chen, Brambilla, Zhou, Wang, Wu, Lin, Zhang, Fumagalli, Liu, Zhao, Li, Zhu e Zheng. Tra i primi dieci cognomi registrati all'anagrafe del Comune di Milano ben tre sono di chiara provenienza cinese. Un dato che dimostra come il volto del capoluogo lombardo stia cambiando sul piano etnico e sociale. La conferma arriva anche dal nono posto del "milanesissimo" Brambilla e dal trentesimo in cui si trova l'altrettanto meneghino Fumagalli. Una rivoluzione se si pensa alla situazione di venticinque anni fa: neppure un cognome straniero tra i primi trenta contro i quattro di oggi. L'unica continuità è rappresentata dal vertice della classifica che, nel 2012 così come un quarto di secolo fa, è "difesa" dai Rossi. Un arroccamento che potrebbe durare ancora poco. Una sorta di baluardo in una città che da sempre è un vero e proprio polo di attrazione per gli immigrati. "Questa classifica dei cognomi - spiega l’assessore comunale Daniela Benelli - è un indicatore dell’evoluzione nel tempo della città e dei suoi abitanti. Se negli anni Cinquanta e Sessanta colpiva il diffondersi dei cognomi meridionali, ora questo discorso vale per quelli stranieri: con il tempo verrà meno lo stupore anche per questi ultimi".

Sono i cognomi cinesi a spopolare in città. Tra i primi cento se ne annoverano almeno una dozzina: ci sono 3.694 Hu, 1.625 Chen e 1.439 Zhou. Poi 1.030 Wang, 930 Wu, 916 Lin, 829 Zhang, 742 Liu, 684 Zhao, 676 Li, 633 Zhu e 581 Zheng. Il numero così elevato si spiega col fatto che quella cinese è la comunità straniera più antica della città. Il primo insediamento in via Paolo Sarpi risale agli anni Venti. Purtroppo il processo di integrazione intrapreso dalla Giunta Moratti attraverso la pedonalizzazione dell'area è stato abbandonato dalla Giunta Pisapia: i carrelli selvaggi, i negozi all'ingrosso e il degrado sono tornati a essere problemi all'ordine del giorno. Tanto che l'integrazione con la comunità cinese sembra farsi più lontana. A parte la massiccia presenza dei cinesi, scorrendo l’elenco dei cento cognomi più diffusi non si rileva alcuna 'invasione' degli stranieri", fanno sapere da Palazzo Marino. In realtà, ai cognomi cinesi vanno ad aggiungersi quelli di chiara matrice araba: Mohamed si colloca al 34° posto con 944 persone, Ahmed occupa la 63ª posizione con 741 persone e Ibrahim si situa al 75° posto con 656 presenze. Nel leggere la lista stilata dal Comune di Milano emerge anche qualche sorpresa positiva per quanto riguarda i cognomi prettamente "ambrosiani". Tra i primi dieci troviamo al terzo posto Colombo (3.685), al quarto Ferrari (3.568) e al settimo Villa (1.905). Tutti e tre di antica tradizione meneghina. Brambilla, con cui viene identificata la famiglia milanese per antonomasia, compare al nono posto della classifica: è portato "solo" da 1.536 cittadini. Beretta (primo sindaco di Milano) è "relegato" addirittura al ventottesimo posto, con 1.042 persone.

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