mercoledì 18 aprile 2012
Monti, il boia e la crescita nel suo cervello
Crisi, Monti: «Ci battiamo per evitare il destino della Grecia. Via della crescita appena iniziata». Premier: «I mercati guardano anche riforma della politica e legge elettorale». Passera: «Bolletta energetica deve scendere»
MILANO - Mario Monti agita lo spettro della Grecia e del suo «drammatico destino» per dire, ancora una volta, di quale portata era ed è secondo il governo l' emergenza che ha imposto il decreto Salva-Italia e gli interventi successivi. «Ristabilire un' Italia capace di crescere è un compito appena iniziato. Ci battiamo ogni giorno per evitare il drammatico destino della Grecia», ha detto il premier incontrando la stampa dopo l'approvazione del Decreto di economia e finanza e del piano nazionale delle riforme. Ma, attenzione, la politica non stia a guardare in attesa di tempi migliori: «I mercati - ha avvertito il premier - guardano anche alla riforma elettorale, la riduzione del numero dei parlamentari, il finanziamenti ai partiti». Temi dei quali «non pensino i partiti che siano cosa diversa o irrilevante» ai fini della «credibilità» che conta anche per lo «spread». In Grecia ci sono stati 1725 suicidi, «noi lo eviteremo», ha affermato ancora, ma è necessario che i partiti «condividano le riforme al di là della vita breve di questo governo»
IL PREZZO DELLA CRISI, LA CRESCITA - Famiglie, giovani e imprese hanno pagato un tributo altissimo a questa crisi senza precedenti che morde ormai da quattro anni. Il governo si è dunque impegnato per la stabilizzazione che permetterà di «raggiungere nel 2013 il pareggio di bilancio» e poi per la crescita. Un percorso, quest'ultimo, «appena avviato» anche grazie a un nuovo accordo con i partiti.
PASSERA: SI VALUTA TAGLIO ACCISE BENZINA - «Siccome sulle accise c'è stato un intervento molto forte è possibile che quando parleremo di sgravi con la lotta all' evasione se ne discuta. Si valuterà se tornare parzialmente indietro» ha affermato da parte sua il ministro dello Sviluppo Corrado Passera. «Dobbiamo fare di tutto - ha aggiunto - perché la bolletta smetta di crescere e vada a scendere: quello del gas, è un mercato da rendere molto più competitivo, dobbiamo lavorare su rigassificatori e gli stoccaggi. Abbiamo già separato Eni da Snam». Quanto rinnovabili: «È un'area dove sono già impegnati 170 miliardi nei prossimi 20 anni. C'era da spostare l'enfasi verso filiere più interessanti per creare occupazione: abbiamo messo 60 miliardi per favorire crescita di questi settori. C'è poi molto di più da fare nel campo dell'efficienza energetica».
GRILLO, PROMOZIONE SUL CAMPO - «Prego il vice ministro Grilli, vorrei dire ministro... ». Con questa battuta Monti, premier e ministro dell 'Economia ad interim ha dato la parola al vice Vittorio Grilli in conferenza stampa. Un' affermazione che conferma le voci di un' imminente promozione.
PIL IN CRESCITA DEL 2,4% IN OTTO ANNI - In base alle stime del governo, le riforme dovrebbero aumentare la crescita di 2,4 punti percentuali tra il 2012 e il 2020. L'Italia, si legge nel documento, ha realizzato le riforme che si era proposta di portare a compimento con il supporto della Commissione: il consolidamento delle finanze pubbliche, la riforma del mercato del lavoro, l'aumento della concorrenza, la semplificazione della pubblica amministrazione, il completamento delle infrastrutture. Malgrado i progressi compiuti, resta ancora molta strada da fare, in un contesto più benigno ma ancora caratterizzato da elementi di incertezza. «I prossimi mesi offrono una finestra di opportunità che deve essere sfruttata».
MILANO - Il 2012 comincia in salita. Meno iscrizioni e più cessazioni: è così che, nel primo trimestre del 2012, si è allargata la forbice della vitalità delle imprese tra chi sceglie di entrare sul mercato creando una nuova attività (sono stati in 120.278 tra gennaio e marzo) e chi, al contrario, ne è uscito (in tutto, 146.368). In particolare, rispetto allo stesso periodo del 2011, le iscrizioni sono diminuite di 5mila unità mentre le cessazioni sono aumentate di ben 12mila unità, con il risultato di un saldo del periodo pari a -26.090 imprese. Praticamente il triplo rispetto ai primi tre mesi del 2011, quando erano mancate all'appello «solo» 9.638 imprese. In termini relativi, la riduzione dello stock delle imprese nel I trimestre è stata pari al -0,43%, contro il -0,16% del 2011. Questo, in sintesi, il quadro che emerge dai dati sulla nati-mortalità delle imprese italiane nel primo trimestre dell'anno, fotografati da Movimprese e resi noti oggi a Lecce dal presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, nel corso del convegno sullo sviluppo del Mezzogiorno, organizzato dalla Camera di commercio del capoluogo salentino.
«BRUSCA FRENATA» - La «macchina del tempo» dell'anagrafe delle imprese riporta quindi le lancette al primo trimestre del 2009, quando si registrò un saldo negativo pari a -30.706 unità e un tasso di crescita del -0,5%, allora risultato della fortissima crisi economico-finanziaria esplosa l'anno precedente. Oggi, «la brusca frenata della vitalità imprenditoriale è l'evidente risultato della fase di recessione avviatasi nella seconda metà dello scorso anno e dell'accresciuta e diffusa difficoltà ad entrare nel mercato», osserva Unioncamere. «I successi del Made in Italy nel mondo da soli, non bastano a sostenere l'occupazione e a ricostruire il benessere dei territori andato perso nella crisi di questi anni» ha commentato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. «L'anagrafe delle imprese - ha proseguito - è uno specchio fedele dell'immagine dell'economia reale che oggi ci viene restituita per quello che è: segnata da profonde difficoltà e da una diffusa incertezza nel futuro. C'è bisogno di politiche di sostegno dell'impresa più piccola, quella diffusa da cui dipende il destino di milioni di famiglie e di giovani. Oltre a credito e semplificazione servono azioni straordinarie sul fronte occupazionale e fiscale. Le Camere di commercio - ha concluso il presidente di Unioncamere - intensificheranno l'impegno a sostegno del tessuto economico, soprattutto di quello meridionale più in difficoltà in questo momento».
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