venerdì 20 aprile 2012

Atto di inferiorità e pagamento


MILANO - «Un atto di generosità». Così il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola - confermando le indiscrezioni della stampa indiana su una donazione in denaro alle famiglie dei due pescatori uccisi in India, per la cui morte sono sotto processo in India due marò italiani - ha commentato l'iniziativa del governo. «Che - ha affermato - non è in alcun modo legata alla giurisdizione sul caso», che l'Italia «continua a rivendicare».

«DONAZIONE» - Le famiglie dei pescatori morti il 15 febbraio al largo delle coste indiane, per il cui decesso sono stati accusati Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, riceveranno 10 milioni di rupie ciascuna come compensazione. L'accordo, spiega il Times of India, è stato possibile grazie all'intervento del ministro della Difesa italiano. Di Paola lo ha definito «un atto di donazione, ex gratia, al di fuori di un contesto giuridico», per venire incontro alle sofferenze patite dalla famiglie dei due pescatori.

LE TRATTATIVE - Secondo il quotidiano indiano, ogni famiglia riceverà l'equivalente di 146mila euro. Il giornale scrive che le trattative si sono svolte, «negli ultimi giorni», tra un team di cui facevano parte funzionari del ministero della Difesa e degli Esteri italiani e i rappresentanti delle famiglie, oltre a sacerdoti delle parrocchie di residenza dei due pescatori uccisi, Valentine Jelestine e Ajeesh Pink. Una prima offerta di risarcimento di 7 milioni di rupie, equivalenti a circa 102.000 euro, sarebbe stata rifiutata. Dopo ulteriori negoziati, nel pomeriggio di giovedì si è giunti al compromesso finale, che prevede per l'appunto l'elargizione a ciascuna delle due controparti di 10 milioni di rupie.

RISARCIMENTO - Doramma, la moglie di uno dei due pescatori uccisi - Jelastine - ha poi confermato di avere presentato una domanda di composizione immediata della vertenza all'Alta Corte di Kochi, dov'è in corso una causa per la giurisdizione, precisando che il governo italiano ha dato il suo assenso a versare un risarcimento mostrando così la sua volontà di risolvere la questione. La vedova del pescatore ha aggiunto che utilizzerà i 145.000 euro di risarcimento per garantire migliori condizioni di vita ai figli Dereick e Jean. Uno degli avvocati dei parenti dei pescatori, ha precisato che la transazione, se riconosciuta valida dai giudici, estinguerà soltanto l'azione civile per danni contro Girone, Latorre e la compagnia armatrice della petroliera Enrica Lexie, la Fratelli d'Amato Spa, a bordo della quale si trovavano i marò: lo stesso non dovrebbe invece avvenire per quella penale. Gli armatori a loro volta avevano già proposto un indennizzo di 3 milioni e mezzo di rupie, pari a oltre 51mila.

VISITE - In questi giorni, intanto, i due marò hanno ricevuto la visita di alcuni familiari: la madre, il padre e la moglie di Girone e una sorella e nipote di Latorre, giunti da Taranto. Nei prossimi giorni ci sarà una nuova visita in carcere. La custodia preventiva è stata prorogata fino al 30 aprile prossimo.

LA VICENDA - Latorre e Girone facevano parte di una squadra di sei militari incaricati della sicurezza della petroliera Enrica Lexie, e sono stati arrestati lo scorso 19 febbraio con l'accusa di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati al largo del coste del Kerala il 15 febbraio. Da allora, i due sono in custodia giudiziaria. Secondo alcuni media, una perizia balistica ha indicato che i proiettili che hanno ucciso i pescatori sono compatibili con le armi in dotazione ai due marò. Mercoledì scorso il ministro della Giustizia Paola Severino ha detto che l'Italia ha avviato una rogatoria internazionale per ottenere copia ufficiale della perizia.

I RICORSI - Nel frattempo, si attende il pronunciamento dell'Alta Corte di Kochi sulla giurisdizione della vicenda. L'Italia sostiene infatti che i due marò siano estranei alla giurisdizione indiana perché operavano come organo dello Stato nell'ambito di una missione antipirateria a livello internazionale. Qui però, a causa di un periodo di vacanza, la prossima udienza verrà fissata solo dopo il 20 maggio. Per accelerare il giudizio sulla giurisdizione, i legali degli italiani hanno presentato un «ricorso eccezionale» alla Corte suprema indiana riguardante la legislazione da applicare (italiana o indiana) alla vicenda. La Corte suprema dell'India, inoltre, esaminerà oggi nuovamente la richiesta dell'armatore che chiede un rilascio urgente della Enrica Lexie. Secondo i Fratelli D'Amato il sequestro della nave, su cui si trovano il capitano Umberto Vitelli, 5 civili italiani dell'equipaggio, quattro marò e una ventina di marinai indiani, comporta una perdita di 500.000 euro al giorno.

5 commenti:

Kizzy ha detto...

'Un atto di generosità'... e verso la moglie di uno dei marò che si è decisa a parlare a Libero, nessuna generosità?? No, dico, ma ci rendiamo conto? Le han pure staccato la luce e con tre figli minori, quando se fosse stata islamica, col cavolo che la trattavano così... Le consiglio di mettersi il velo e dichiararsi musulmana, chissà che d'incanto la sua situazione migliori. Sarà un paradosso ma in questa italia di m... coi ministri del c... che ci ritroviamo, non mi viene da dire altro, tanto qualsiasi proposta sensata cadrebbe nel vuoto dei loro cervelli bacati! Bene ha fatto Libero a dar risalto alla cosa e spero venga aperta la sottoscrizione in favore della famiglia.
Però, a mente fredda, concordo con questo commento: 'non capisco alcune cose: 1) come è possibile che la sig.ra Rosalba non percepisca lo stipendio del marito, questi è trattenuto per motivi di servizio. Non posso credere che lo stipendio sia stato "sospeso". 2) come è possibile che il marito sia stato "rapito" (perché di ciò si tratta) a febbraio e ad aprile abbiano già staccato l'utenza elettrica alla sig.ra Rosalba. Evidentemente le bollette non erano pagate da tempo. 3) Forse la sig.ra Rosalba non abita più nell'abitazione coniugale ed il marito faceva pervenire di quanto sostenere i figli. Ora, naturalmente, non può farlo. 4) Ma al suo paese non esiste un sindaco, un parroco, la Caritas? Non ci sono nonni, zii e vicini? '
Già, prima di rivolgersi a Libero, non ha provato a chiedere aiuto così? Strano...

Nico ha detto...

Ora tu dimmi se l'idea che con i miei soldi questi vadano a pagare le famiglie di chi vorrebbe vedere i marò morti ammazzati non è un incentivo all'evasione fiscale... (e mi fermo qui)

Eleonora ha detto...

Vedi Kizzy, come dicevo prima da Nico, questo governo ODIA a morte gli italiani ma non riesco a capirne il perchè. L'atto di generosità ne sarebbe stato UNO solo, seguire meglio e da vicino il caso di questi due ragazzi. Ovviamente, il governo italiano (ricordiamo NON votato da NOI) ha fatto l'esatto contrario: sta avvalorando la tesi fasulla dell'india e peggio ancora paga l'indennità a due perfetti sconosciuti. E, tutto questo per NON COMPROMETTERE I RAPPORTI COMMERCIALI TRA ITALIA E INDIA. Intanto, i due ragazzi rischiano la pena di morte per un omicidio mai commesso.

Nico, ti quoto.

Kizzy ha detto...

'NON COMPROMETTERE I RAPPORTI COMMERCIALI TRA ITALIA E INDIA'
Si vabbè, ma non mi pare che abbiamo chissà quali scambi commerciali con l'india... cosa importiamo da loro, il curry? E cosa esportiamo, non mi viene granchè in mente niente adesso...
Scherzi a parte, 'business is business'...
Già, che vuoi che siano due vite umane al confronto? Non ho + parole, davvero... si può solo pregare x i due marò, ormai...

Eleonora ha detto...

Kizzy, quella del "non compromettere blabla" non l'ho mica detta io. La dissero a suo tempo il... ahem, ministro di paola e l'ambasciatore -_-. Io ho riportato SOLO le loro deliranti parole. Voglio dire, peggio di così si muore, appunto.