lunedì 16 aprile 2012

I bocconiani, il lavoro e la strage

Saranno bocconiani, plurilaureati, economisti, forse intelligenti (???) ma, sicuramente non sanno dove mettere le mani... a parte che le hanno già messe (e continueranno a metterle all'infinito dopo la firma del fiscal compact) nelle tasche degli italiani e li hanno ridotti a non avere più un lavoro, nè soldi e nemmeno una casa comprata con tanti sacrifici. Poi, però, il genio bocconiano dice all'emiro che "la corruzione scoraggia gli investimenti in italia"... e la burocrazia e le troppe tasse invece noo? E la strage di stato continua... per quanto ancora o è solo cominciata? Ma lui, il bocconiano e quelli come lui, ovviamente se ne fregano.


La riforma del lavoro al momento il lavoro lo blocca. E' il risultato di una indagine svolta "a caldo" dal centro studi di Milano Work in progress. I cambiamenti del mercato del lavoro messi in cantiere dal governo Monti stannno creando una grossa confusione e come conseguenza uno stallo nelle assunzioni, ovvero l'esatto contrario di quello che la riforma si propone. Ci resterà male il ministro Elsa Fornero ma questo è il risultato. Certo l'indagine del centro studi è circoscritta e ovviamente rileva l'incertezza del momento in cui è stata svolta ma proprio per questo rappresenta comunque un segnale dell'effetto che la raffica di annunci sui possibili cambiamenti sta avendo sul mercato del lavoro. E per il momento il 73 per cento degli imprenditori contattati (172 in tutto) ha deciso di sospendere le assunzioni in attesa di maggiore chiarezza.

L'avvocato Tommaso Dilonardo, presidente di Work in progress lancia un allarme sul rischio del congelamento delle assunzioni che avrà come inevitabile conseguenza l' incremento della disoccupazione e del lavoro nero. La rilevazione on line è stata condotta nell'ultima settimana di marzo sull'attuale riforma del mercato del lavoro. Dall'inchiesta è emerso che su 100 imprenditori che stavano prendendo in considerazione la possibilità di assunzioni o di avvio di nuove collaborazione nei prossimi 6 mesi (in qualunque forma contrattuale), 73 si sono fermati. La ragione è che vogliono capire meglio le modifiche che verranno apportate all'attuale normativa e per prendere in considerazione eventuali altre forme di contratto alternative. Tra quelli che si sono fermati 19 pensavano di avviare forme di collaborazione flessibile. Tutti però temono che la riforma possa rendere questo tipo di contratto troppo complesso e costoso. Se così fosse, se cioè assumere a tempo determinato divenisse troppo oneroso 15 tra questi 19 hanno già deciso che non assumeranno più nessuno mentre gli altri 4 preferirebbero aspettare e, eventualmente, valutare altre formule contrattuali.

«Un primo risultato questo dibattito lo ha ottenuto: il mercato del lavoro è sostanzialmente fermo e lo resterà per parecchio, tempo visto che difficilmente la riforma vedrà la luce prima di settembre/ottobre. -afferma l'avvocato Tommaso Dilonardo, esperto di diritto del lavoro. - Si tratta di un congelamento pericoloso in una fase recessiva come quella che stiamo vivendo, anche perché si rischia seriamente che alcuni dei posti congelati si perdano nell'attesa. Altro aspetto su cui penso si debba fare una seria riflessione è l'eventuale aumento dei costi per il contratto a tempo determinato e la riduzione del ricorso ai co.co.pro. In una fase difficile come questa, più che la trasformazione dei contratti atipici in posti di lavoro a tempo indeterminato, è probabile che vi sia una loro cancellazione, una riduzione dell'occupazione. Il rischio è, in sostanza, che si passi dal precariato alla disoccupazione o al lavoro nero».

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