mercoledì 25 aprile 2012

Un giorno come un altro


MILANO - «Varare una nuova legge elettorale che restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere i loro rappresentanti, e non di votare dei nominati dai capi dei partiti». In Piazza del Popolo a Pesaro, Giorgio Napolitano sottolinea come oggi si siano create le condizioni «più favorevoli. Non esitino e non tardino i partiti a muoversi concretamente nel trovare l'accordo sulle riforme necessarie per il Paese». È l'appello che lancia forte il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel giorno della festa della Liberazione. «Dinanzi alla crisi che ha investito l'Italia e l'Europa, abbiamo bisogno di attingere alla lezione di unità nazionale che ci viene dalla Resistenza e abbiamo bisogno della politica come impegno inderogabile», ha detto il Presidente della Repubblica. «Occorre impegnarsi perché dove si è creato del marcio venga estirpato, perché i partiti ritrovino slancio ideale, tensione morale, capacità nuova di proposta e di governo». «Diversi partiti» dalla Resistenza in poi «sono scomparsi, altri si sono trasformati, ne sono nati di nuovi e tutti hanno mostrato limiti e compiuto errori, ma rifiutarli in quanto tali dove mai può portare». Poi in un passaggio del suo discorso: «Ci si fermi a ricordare ed a riflettere prima di scagliarsi contro la politica». «I partiti facciano la propria parte, si rinnovino per non dare fiato alla cieca sfiducia contro i partiti e a qualche demagogo di turno». E riferendosi alle riforme da approvare in Parlamento ha aggiunto: «È oggi possibile concordare in Parlamento soluzioni che sono divenute urgenti, anzi indilazionabili». Infine l'appello: serve una nuova «legge elettorale che consenta a cittadini di scegliere i rappresentanti in Parlamento e non di votare nominati dai partiti che debbono, rinnovandosi decisamente, fare la loro parte nel cercare di concretizzare risposte ai problemi più acuti, confrontandosi fattivamente con il governo fino alla conclusione naturale della legislatura».

MONTI - Sulla stessa linea il presidente del Consiglio. Come l'Italia riuscì a liberarsi dall'occupazione nazifascista, ora deve imparare a liberarsi da «alcuni modi di pensare e di vivere» che le hanno finora impedito di pensare al futuro delle prossime generazioni. Mario Monti, al termine della visita al museo di via Tasso, traccia un parallelo tra liberazione e uscita dalla crisi economica. È questo il messaggio che il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha voluto inviare al Paese nella giornata di celebrazione durante una visita al Museo storico della Liberazione di via Tasso, a Roma. Per Monti «si tratta di rigenerare un'esperienza di liberazione, meno drammatica, certo, ma di liberazione da alcuni modi di pensare e vivere a cui ci eravamo abituati e che impedivano al Paese di proiettarsi nel futuro. Sui muri di questo museo - ha aggiunto Monti - c'è l'evidenza di un'esperienza drammatica di tanti giovani che hanno contribuito, con le loro sofferenze, a liberare il Paese».

NO SCORCIATOIE -«Non esistono facili vie di uscita, né scorciatoie per superare la crisi. Il rigore porterà gradualmente alla crescita sostenibile e al lavoro», ha detto Monti tracciando un parallelo tra la Liberazione dai nazifascisti e l'attuale fase di crisi economica. «Riusciremo a superare le difficoltà economiche e sociali se tutti, forze politiche, economiche, sociali e produttive, lavoreremo nell'interesse del paese e del bene comune». «La Resistenza è, con il Risorgimento, uno dei pilastri su cui sono fondate la nostra democrazia e nostra libertà, beni inalienabili dell'individuo» ha detto il presidente del Consiglio. «La visita di queste stanze è stata per me commovente: su queste pareti è testimoniata l'esperienza di chi ha sofferto per il Paese che ci richiama al fatto che il 25 Aprile è la Festa di Liberazione di tutti gli italiani».

LA CORONA - In precedenza il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha deposto una corona d'alloro davanti alla tomba del Milite Ignoto al Vittoriano a Roma in occasione del 25 aprile. Il capo dello Stato era accompagnato dal presidente del Consiglio, Mario Monti, e dai presidenti del Senato, Renato Schifani, e della Camera, Gianfranco Fini. Tra le altre autorità presenti alla cerimonia per l'anniversario della liberazione anche il vicepresidente della Corte Costituzionale, Franco Gallo, il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini e il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti.

I PICCHETTI D'ONORE - All'arrivo Napolitano è stato salutato dai picchetti d'onore dei Carabinieri, della Marina, dell'Esercito, dell'Aeronautica e della Guardia di Finanza. Schierati ai lati della scalinata del Vittoriano in alta uniforme i corazzieri. Prima di deporre la corona d'alloro il presidente della Repubblica ha reso omaggio ai reparti militari schierati sul piazzale antistante l'Altare della Patria.

ALEMANNO - Intanto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, presente alla cerimonia, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano un commento al fatto che non è stato invitato dal corteo dell'Anpi per celebrare la Liberazione ha detto: «Non è pervenuto nessun invito ufficiale, ne prendo atto senza farne un dramma». «Ci sono molti modi - osserva Alemanno - per ricordare il 25 aprile e faremo in modo che la città di Roma ricordi l'anniversario».

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