sabato 4 febbraio 2012
Banche e concorrenza
Un commento: lampante dimostrazione che Monti è la longa mano di Banche e Finanza Internazionale.Spero vivamente che Berlusconi, dopo l'approvazione della Legge sulla reintroduzione delle responsabilità dei magistrati, si decida a staccare la spina.
L’apparentemente piccola scaramuccia per le nomine nel consiglio di amministrazione di Mediobanca si è trasferita nelle segrete stanze dei ministeri. La questione per i lettori della zuppa è nota: grazie all’articolo 36 del decreto «Salva Italia» i membri del cda di Mediobanca che siedono anche in quello di Unicredit debbono dimettersi. È il caso più clamoroso della nuova norma, ma ovviamente non il solo. Clamoroso perché potrebbe creare qualche smottamento nel salotto buono della finanza italiana. Ma, dicevamo, i pompieri sono già all’opera per salvare i trentaseisti: cioè coloro ai quali si applica il divieto assoluto di assumere cariche sociali in imprese tra loro concorrenti nel settore bancario e assicurativo. Dicevamo: si sta lavorando a degli emendamenti da piazzare in un prossimo decreto per smorzare la portata della norma fortemente voluta da Catricalà. Le bozze, di cui la zuppa è venuta in possesso, partono tutte da una considerazione di fondo: una norma simile non esiste nel resto d’Europa. Il che potrebbe comportare che per ampliare la concorrenza in Italia (obiettivo sacrosanto) si mettano in mano ad azionisti stranieri (che non hanno alcun limite) partecipazioni finanziarie italiane.
La versione più semplificata delle bozze governative (e sulla quale in queste ore c’è un confronto che coinvolge anche Bankitalia e Quirinale) prevede una sola piccola modifica al comma 1 dell’articolo 36. Si prevede cioè che il divieto assoluto si applichi solo ai titolari «di cariche negli organi gestionali a cui sono stati delegati poteri esecutivi o facenti parte di comitati esecutivi». Insomma con una norma del genere le dimissioni, appena date, di Pesenti dal board di Unicredit sono da considerare inutili. Il divieto assoluto di partecipazione a cda incrociati varrebbe solo per chi gestisce davvero le imprese: amministratori delegati, direttori generali. C’è anche una versione più articolata di modifica delle norme sui trentaseisti. Oltre a ricalcare la previsione di incompatibilità solo per incarichi esecutivi, si definisce meglio il concetto di imprese concorrenti. E cioè due banche (un esempio a caso Mediobanca e Unicredit) non è detto che solo per il fatto di disporre della stessa licenza (quella bancaria appunto) siano davvero concorrenti. La loro «compresenza sui medesimi mercati deve essere significativa». È di tutta evidenza, ad esempio, che la banca guidata da Nagel non è certo concorrente di Unicredit nel mercato retail, quello degli sportelli per intendersi. Questa modifica potrebbe inoltre sgombrare, sempre per Mediobanca e i suoi vertici, l’imbarazzo della loro compresenza questa volta nei cda delle Generali.
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2 commenti:
"Spero vivamente che Berlusconi, dopo l'approvazione della Legge sulla reintroduzione delle responsabilità dei magistrati, si decida a staccare la spina".
Non lo farà. Perché se la stacca e si vota, nessuno di loro (né a sx né a dx, sarà mai più premiato).
Già! a 90 gradi davanti a Monti piuttosto che rischiare di perdere le elezioni se ci si andasse ora,comunque la si mette noi cittadini abbiamo perso
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