giovedì 26 agosto 2010

Talebani, alluvioni e aiuti umanitari


MILANO - È «inaccettabile» la presenza degli stranieri che vogliono portare aiuti umanitari alle popolazioni alluvionate in Pakistan. Lo ha detto il portavoce dei talebani, Azam Tariq, contattato telefonicamente dall'agenzia Associated Press. Per chiarire il concetto, Tariq ha aggiunto che, quando «i talebani utilizzano certe parole - inaccettabile - , tirate voi le conclusioni». Secondo Tariq gli Stati Uniti e le nazioni che hanno aderito alla richiesta di aiuti del Pakistan, dell'Onu e di numerose organizzazioni umanitarie, con la scusa di portare aiuti umanitari in realtà hanno «altre intenzioni». Gli Usa hanno lanciato l'allarme per possibili attacchi da parte del gruppo Tehrik-e-Taliban contro gli operatori umanitari stranieri. Le alluvioni hanno colpito oltre 17 milioni di persone e provocato almeno 1.500 morti.

AIUTI - Gli Usa hanno finora stanziato quasi 800 milioni di dollari e mobilitato uomini e mezzi per il soccorso alle popolazioni pakistane, soprattutto delle zone settentrionali, alcune delle quali sotto l'influenza dei talebani, colpite da spaventose alluvioni monsoniche all'inizio di agosto. La Croce Rossa Italiana rinnova l'appello per raccogliere fondi in favore delle popolazioni colpite dalle devastanti inondazioni in Pakistan. È possibile donare attraverso le seguenti modalità: donazione online causale Pro emergenza Pakistan www.cri.it; bonifico bancario causale Pro emergenza Pakistan IBAN IT66 - C010 0503 3820 0000 0218020. L'Ong Agire e altre cinque del suo network impegnate in Pakistan hanno raccolto solo 100 mila euro dopo l'appello lanciato sei giorni fa. Donazioni ad Agire con carta di credito al numero verde 800.132870 Donazioni online dal sito internet www.agire.it. Versamento con bollettino postale sul conto corrente n. 4146579 intestato a AGIRE onlus, via Nizza 154 - 00198 Roma. Causale Emergenza Pakistan Bonifico bancario sul conto BPM - IBAN IT28 I 05584 03208 000000000096. Anche Medici senza frontiere (Msf) continua ad aumentare le sue attività nelle zone colpite e si prepara ad estenderle ad altre aree dove migliaia di persone sono ancora escluse da ogni tipo di assistenza. Per sostenere gli interventi di Msf in Pakistan: www.medicisenzafrontiere.it. Numero verde: 800.99.66.55 Il direttore esecutivo dell'Unicef, Anthony Lake, ha detto che se il mondo non risponderà immediatamente all'emergenza Pakistan, più di 3,5 milioni di bambini corrono il serio rischio di contrarre malattie mortali come dissenteria e colera perché costretti a bere acqua contaminata. La Caritas segnala in una nota «una fiammata dei prezzi di tutti i beni di prima necessità. Inoltre, il movimento di migliaia di sfollati sta causando una fortissima pressione logistica e sociale su città e territori che non sono stati direttamente toccati dalle inondazioni».

PIENA - Ora la piena dell'Indo si sta spostando a sud e arriva a minacciare Hyderabad, città di 2,5 milioni di abitanti. Secondo quanto riferiscono gli organi d'informazione locali, nella parte occidentale della città il fiume - che in condizioni normali è largo tra i 200 e i 300 metri - ha raggiunto una larghezza di 3,5 chilometri. Le acque hanno oltrepassato i livelli di guardia di uno sbarramento che si è già rotto in diversi punti nonostante l'intervento dell'esercito per rinforzarli. Diversi villaggi nei dintorni di Hyderabad sono già stati allagati e la popolazione è stata trasferita in zone più sicure. Il governo ha disposto l'evacuazione di circa 400 mila persone nelle regioni del sud. Le autorità hanno messo in allerta le popolazioni delle città di Sujawal, Mirpur Bathoro e Daro consigliando agli abitanti di mettersi in salvo in luoghi più sicuri. Dalla cittá di Shahdadkot sono già state messe in salvo 100 mila persone.

3 commenti:

Maria Luisa ha detto...

ho sempre dato, ma questa volta non mollo un centesimo.

http://it.notizie.yahoo.com/9/20100826/twl-pakistan-cattolici-discriminati-lasc-e497199.html

Maria Luisa

Elly ha detto...

Ahahah, ma non mi dire. No, l'unica volta che ho versato un paio di euro è stato per lo tzunami.

Anonimo ha detto...

Evidentemente la gente, i pakistani, è connivente, altrimente i talebani non troverebbero un buco per nascondersi. Un popolo serio denuncerebbe la presenza dei banditi, i loro appoggi e i nascondigli. E questi verrebbero presto annientati. E' chiaro che così non è. Lo stesso vale in Afghanistan. Mandare aiuti per foraggiare gente simile è controproducente. L'unico mio pensiero va ai cristiani locali, minoranza vessata e oltraggiata, che cmq non riceverbbero nulla dalla marmaglia islamica che come sport nazionale pratica la caccia al cristiano.