mercoledì 11 agosto 2010

Sottomissione all'islam


Sgombriamo subito il campo da equivoci: non sono religioso, anche se ho una fede, perché so che le religioni sono soltanto costruzioni umane abilmente organizzate per ottenere il massimo potere sulle coscienze della gente. Tutte. Ma quello che succede a Gallarate, vicino a Varese, in occasione del Ramadan islamico, fa venire i brividi sulla schiena. Il Parroco mette a disposizione un tendone nello spazio retrostante la chiesa, perché gli islamici ci vadano a pregare in questo mese di digiuno rituale (10 agosto - 10 settembre). Il ramadan in chiesa, con la scusa di favorire il dialogo fra le religioni. Ora, solo chi non ha gli occhi foderati di prosciutto o non ha la mente velata dalla malafede dell'ideologia può credere ad una simile fregnaccia. Con tutti si può dialogare, meno che con comunisti e islamici: perché sono entrambi seguaci di religioni fondate sull'odio, la sopraffazione e l'umiliazione della dignità umana. L'immigrazione islamica altro non è se non una strategia di invasione dell'occidente libero e democratico nel quadro generale e ormai più che millenario della «guerra santa» per la distruzione del mondo infedele. Il parroco di Gallarate, del quale non posso supporre sia demente, è l'ennesimo povero illuso che crede di rispondere all'arroganza con il sorriso e alla violenza con la politica delle braccia aperte. Non ci può essere dialogo fra una civiltà fondata sull'eredità del mondo classico e sull'esperienza di Cristo (indipendentemente dalle scelte religiose di ciascuno) e una barbarie costruita su norme di violenza, intolleranza, arroganza e velleità di dominio. Ogni islamico, se davvero tale, viene formato a questi disvalori fin dall'infanzia e non intenderà mai dialogare con nessuno, proprio perché si ritiene a chiunque superiore e crede di avere il diritto di compiere una sacra missione di conquista, e se necessario di annientamento, di chi islamico non è. Punto e basta. Fuori da tutte le paroline piene di distinguo e offerte di amicizia, fuori da tutto quello che scrive la stampa ipocrita sul dialogo e sull'intercultura.Il parroco di Gallarate non fa che mettersi una serpe in seno, e offendere il Dio che dice di servire con un'azione che altro non è che una pura e semplice bestemmia. Offre se stesso, la sua parrocchia, la sua gente e con essa tutto il mondo libero (attraverso un esempio deleterio) come vittima sacrificale ai riti di una religione e un gruppo umano che non aspettano altro che conquistare il pianeta e schiacciarlo sotto lo stivale crudele e misantropo di Allah, non aspettano altro che fare della Terra un inferno governato dalla brutalità di una religione di terrore. Perché qui non si tratta solo di religione, si tratta di civiltà e di libertà; si tratta di potere o no contare su un futuro libero o su un avvenire di sottomissione e di schiavitù.Questi sono gli inquietanti segnali della viltà dell'occidente, ormai stanco di se stesso e incapace di difendere la sua identità e i suoi valori, la sua cultura e la sua stessa spiritualità. Offrire dialogo e accoglienza a chi di queste cose non sa che farsene, anzi le disprezza (basta vedere cosa accade ai cristiani nei paesi islamici), ma gli servono come armi da ritorcere contro chi gli apre le porte di casa, equivale a un vero e proprio suicidio; equivale a stendersi a scendiletto sotto i piedi di chi non aspetta altro che calpestarci. In questa deviata forma di accoglienza e dialogo (perché diretta verso chi non merita questi favori) non c'è né libertà né dignità: c'è solo una pusillanime debolezza verso chi ci vede come esseri inferiori; e c'è una formidabile offesa - visto che si tratta di uomini di chiesa - verso un Dio che non è affatto lo stesso di quello che adorano i musulmani. Il Dio della Bibbia, con precisione quello del Nuovo Testamento, e Allah non hanno niente in comune, sono due opposti assoluti perché il primo dà e cerca amore, il secondo ispira e pretende la guerra; il primo apre le braccia per accogliere (riservandosi la facoltà di giudicare), il secondo le tende per guidare all'assalto; il primo consiglia l'umiltà e la purezza di cuore, il secondo insegna l'arroganza. Nessun dialogo, nessuna convivenza: il mondo dell'intercultura è il mondo condannato alla schiavitù religiosa e politica della legge del più forte. E il più forte, purtroppo per noi, per adesso sembra essere l'immigrato invasore e il vigliacco terrorista, ma solo per colpa dell'ignavia dell'occidente.

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