domenica 15 agosto 2010

Obama si difende


WASHINGTON - E' polemica sulle dichiarazioni del presidente americano Barack Obama sul contestato progetto di costruzione di un centro culturale islamico e una moschea a pochi isolati dal sito degli attentati alle Torri Gemelle di New York, l'11 settembre 2001. Il progetto aveva già provocato la reazione negativa di associazioni delle vittime della strage, che la ritengono una provocazione. Ma è sostenuto anche ad alto livello politico, in primo luogo dal sindaco di New York Michael Bloomberg. Due giorni fa è arrivato, inaspettato, l'appoggio del presidente che del dialogo interreligioso e dell'apertura all'Islam ha fatto una delle bandiere della sua amministrazione. Un intervento anche simbolicamente molto orientato: una cena con la comunità musulmana in occasione dell'iftar, la rottura serale del digiuno del Ramadan.

Obama ha dichiarato in quell'occasione che secondo lui "non c'è niente di male a costruire una moschea", perché così vuole la Costituzione dei padri fondatori: "Siamo l'America - ha detto - La libertà di culto è un diritto inalienabile". Le sue parole sono suonate più come una difesa di quello che le famiglie delle vittime vedono come una provocazione dell'islam radicale che come il riconoscimento di un diritto sancito dalla legge. Puntuali gli attacchi al veleno dei Repubblicani al presidente, che proprio in questi giorni festeggia il traguardo di metà mandato. "Nell'ultimo anno - ha detto al "Fox News Sunday" il rappresentante anziano del Texas in Senato John Cornyn - Il presidente si è progressivamente allontanato dalla nazione. Non è una questione di libertà di religione: noi rispettiamo il diritto di tutti, ma credo che non sia giusto costruire una moschea proprio dove, per mano musulmana, hanno perso la vita migliaia di persone". Secondo il senatore conservatore le dichiarazioni di Obama dimostrano che "Washington, la Casa Bianca, l'amministrazione e lo stesso presidente sono sempre più lontani dall'America".

Che il presidente, in vacanza con la famiglia, abbia avvertito l'esistenza di un "problema di comunicazione" lo dimostra il fatto che ha sentito la necessità di chiarire il concetto: "Non ho mai fatto commenti, e mai ne farò sull'opportunità della decisione di costruire una moschea lì - ha detto sabato da Panama City - Ho solo ricordato un diritto che risale alla nostra fondazione". Le sue precisazioni non sono servite a placare gli animi. Peter King, anche lui repubblicano, deputato di New York alla Camera dei rappresentanti, ha detto alla CNN che "Obama, con le sue prime dichiarazioni, ha chiaramente dato l'impressione di supportare la costruzione della moschea, anche se poi ha fatto un passo indietro. Avrebbe dovuto essere più chiaro, molto più preciso, non può cambiare opinione una volta al giorno su una cosa che riguarda la nostra Costituzione".

Tra i sostenitori del progetto "Cordoba House" (questo il nome del centro culturale musulmano che dovrebbe esser costruito) c'è il sindaco di New York Michael Bloomberg, secondo cui "la tolleranza religiosa è la miglior risposta all'estremismo: siamo stati attaccati da Al Qaeda, non dall'Islam". Anche lui però dovrà fare i conti con l'opinione pubblica. Dai numerosi sondaggi effettuati in questi giorni emerge che la maggior parte del popolo americano è contrario all'iniziativa. L'Opinion Research Corporation Poll della CNN ha condotto una ricerca proprio nei giorni scorsi, dimostrando che circa il 70% dei cittadini Usa si oppone al progetto e che il 54% di questi sono democratici.

Le elezioni di novembre di metà mandato, ricordano i repubblicani, faranno il punto. E' di questioni come la disoccupazione che, secondo loro, Obama dovrebbe occuparsi. "Intellettualmente il presidente può anche avere ragione - ha detto alla CBS il consulente repubblicano Ed Rollins - ma si tratta di una questione che coinvolge troppo l'emotività della popolazione, che ha perso figli, genitori e amici. E' per questo che è molto difficile da affrontarla".

1 commenti:

Massimo ha detto...

Tale presa di posizione ha rinfocolato i dubbi sulla sua reale natura: cristiano o musulmano ? E, poi, è realmente nato in territorio americano acquisendo il diritto a diventarne presidente ?