venerdì 13 agosto 2010

In italia

Qualcosa si muove? di Marco Cavallotti

Ci siamo: il Presidente della Repubblica parla agli Italiani dall'ex-organo del Pci – il suo ex -partito – e dice la sua sull'ipotesi delle elezioni: inopportune, da quanto si intende fra le precisazioni sul proprio ruolo, che diverrebbe attivo e determinante solo nel caso in cui la maggioranza venisse meno: «Ma, chiedo, se invece si va verso un vuoto politico e verso un durissimo scontro elettorale quali possono essere le conseguenze per il paese?». È un no, o quantomeno la manifestazione di forte contrarietà, verso le elezioni. Intanto il garrulo Montezemolo, rimasto nelle retrovie per qualche mese, torna a parlare: è deluso dalla attuale maggioranza, e pensa di poter fare meglio: in fondo anche lui è un industriale – sui generis –, in fondo si presenta bene e piace alle signore di una certa età, in fondo ha anche più capelli in testa… Ed ecco sul suo sito un'epistola che le canta a tutti: al presidente del Consiglio che ha «motivi legittimi di lagnanza» nei riguardi dei suoi alleati, ma che, appunto, come politico navigato dovrebbe anche saperli tenere a bada. E poi un governante, come un imprenditore, si valuta dai risultati: pochini rispetto alle promesse.

Ma l'idea guida dell'uomo-immagine di certo establishment piemontese e industriale non è quella di passare alle urne, come un po' ottimisticamente – i vincitori, facile prevederlo, sarebbero la Lega, Di Pietro e gli astenuti – vorrebbero molti sostenitori del Pdl, e come assai ragionevolmente non vogliono gli uomini dell'opposizione, timorosi di scomparire del tutto. No, l'idea è la solita, una fase di "pace" garantita da uomini super partes che consenta di riformare la legge elettorale. La quale non è certo un capolavoro, ma non tanto per come è concepita, sibbene per l'idea, cretina e autolesionista per il nostro sistema politico, di eliminare le preferenze. Un'idea che fu, ricordiamolo, cavallo di battaglia delle sinistre, ma fu anche accolta con convinzione dal centro-destra, in una delle tante fasi di auto accecamento della politica italiana. Quello che sfugge a un comune mortale come me è come si potrebbe andare a votare esprimendo preferenze serie poche settimane dopo il varo della nuova legge elettorale, quando nessuno avrebbe avuto davvero la possibilità di farsi conoscere ed apprezzare, al di là degli stucchevoli incontri televisivi.

Insomma, sembra che qualcosa si stia mettendo in moto, se questa contemporaneità di iniziative non è casuale. Qualcosa che non pare orientata a dare peso più di tanto alla volontà degli elettori, per passare l'Italia nelle mani di alcuni signori convinti di essere i migliori e di aver comunque diritto di aver le mani in pasta, per colleganze, amicizie, ricchezze. E si tratta di qualcosa e di qualcuno disposto perfino a mangiarsi le vacanze agostane. Tanto possono benissimo riposarsi a novembre Montecarlo o sui mari del Sud.

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