mercoledì 2 febbraio 2011

Federalismo

Gli orgasmi di Bersani. Ma si, giusto, governo a casa e si torna tutti al voto. E vinceranno loro di centrosinistra che le cose le sanno fare meglio di chiunque altro. Soprattutto aumentare le tasse... e l'offensiva politica, sicuramente non è data da buone idee o soluzioni. E' data solo dall'antiberlusconismo.


MILANO - Se in commissione sul federalismo non emergerà una maggioranza il Pd chiederà al centrodestra di fermarsi. Lo ha detto il segretario democratico Pier Luigi Bersani intervenendo all'assemblea dei parlamentari Pd convocata proprio per fare il punto in vista del voto finale di domani sul decreto sul federalismo.: «Se domani in commissione finisce 15 a 15 diremo che non ci sono le condizioni né politiche, né giuridiche per andare avanti. Diremo a Pdl e Lega: fermatevi! Il Pd deve organizzare un'offensiva politica, non staremo fermi. Possiamo contendere alla Lega la bandiera autonomista. Per noi il federalismo è la responsabilizzazione per portare a uguale diritti di cittadinanza e per consentire a chi può fare passi avanti di farlo».

TESTA A TESTA - Federalismo municipale al rusch finale, domani si saprà se la Commissione bicamerale darà o meno parere favorevole al decreto che riguarda i Comuni e sul quale si profila la possibilità che si verifichi un voto pari con quindici sì e quindici 'nò. Un testa a testa che si è realizzato più di una volta anche oggi pomeriggio durante le votazioni sugli emendamenti ad un provvedimento più volte modificato, nella mediazione condotta in queste settimane dal ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli.

PAREGGIO - Che il voto previsto in commissione bicamerale per il federalismo fiscale sul fisco municipale si risolva in un pareggio è quasi certo. Le opposizioni hanno confermato compatte il loro no all'ultimo testo proposto dall'Esecutivo. Il Pdl e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi provano a gettare acqua sul fuoco, convinti che si possa andare avanti comunque e che l'Esecutivo possa emanare il provvedimento, ma non è per nulla certo che possa dare il via libera al decreto nell'ultima versione sulla quale c'è stato il sì dell'Anci. Anzi, per poterlo fare, dovrebbe probabilmente azzerare tutto e riapprovare il provvedimento in via preliminare in Cdm, tornare in Conferenza Unificata e in bicamerale con un deciso allungamento dei tempi. Il regolamento interno alla commissione, all'articolo 7 prevede che «le deliberazioni della Commissione sono adottate a maggioranza dei presenti, considerando tali coloro che esprimono voto favorevole o contrario. In caso di parità di voti la proposta si intende respinta».

IL MECCANISMO - Secondo il presidente della bicamerale, Enrico La Loggia, si tratterebbe di un parere respinto e dunque «non espresso». E, in questo caso, la legge delega andrebbe incontro alla maggioranza perché all'articolo 2 stabilisce che «decorso il termine per l'espressione dei pareri i decreti possono essere comunque adottati». Il testo potrebbe dunque tornare subito in Cdm per l'approvazione finale e la pubblicazione in Gazzetta. Secondo le opposizioni, certe che, come sottolinea Di Pietro, «la maggioranza tenterà il blitz in caso di pareggio», il governo potrebbe emanare il decreto ma solo nella versione originaria, uscita dal Consiglio dei ministri il 4 agosto. Per poter emanare il decreto nella nuova versione dovrebbe tornare a emanarlo e rifare tutto il percorso. Oppure, secondo un'altra interpretazione, in base a quanto dice l'articolo 2 della legge 42 il governo, «qualora non intenda conformarsi ai pareri parlamentari, ritrasmette i testi alle Camere con le sue osservazioni e con eventuali modificazioni e rende comunicazioni davanti a ciascuna Camera». Una volta fatto questo, però, si dovrebbero attendere trenta giorni dalla data della nuova trasmissione, per adottati in via definitiva il testo. «È pacifico quindi - sottolinea la deputata dell'Api Linda Lanzillotta - che il governo possa adottare il decreto originario, tutto il resto è molto opinabile: se le procedure non sono coerenti con il dettato legislativo, a parte l'aspetto promulgativo, ma è possibile che qualunque cittadino faccia ricorso». Qualcosa di più si capirà comunque domani quando, al termine del voto in bicamerale ci sarà una conferenza stampa del presidente La Loggia che ha chiesto un parere sul punto ai presidenti delle Camere.

2 commenti:

Massimo ha detto...

Se si torna al voto e il Federalismo non passa, sarà responsabilità esclusiva di chi ha tradito il voto popolare derapando a sinistra. Per essere chiari: i finioti.

samuela ha detto...

E così nel 150mo anniversario della vittoria a Risiko delle potenze straniere si va tutti allegramente verso l'Africa -insieme a chi già ci sta e chi si è premurato di portarla con sè ovunque è emigrato, Polentonia in primis. Finalmente anche i rompiballe polentoni capiranno una volta per tutte il significato di "unità".
La Lega non mi basta. Il federalismo fiscale da solo non ha senso se non si allerta il resto del paese sui danni della meridionalizzazione -e in generale dell'omologazione- a livello culturale. Non ci si arricchisce, si crepa. Alcuni leghisti più giovani hanno questo sentore ma gli altri....