domenica 27 febbraio 2011

6 Nazioni


ROMA - Pochi minuti prima di cominciare, il Flaminio è monocolore: rosso. I gallesi, magari approfittando della primavera romana, sono arrivati in tanti per sostenere la loro Nazionale (si dice 5.000 ma sembrano assai di più). Magari ci credono un po' di più rispetto ai loro omologhi italiani che, ancora sotto choc per le sberle degli inglesi a Twickenham, non se la sono sentita di accorrere a fiumi allo stadio di Roma dove i loro (comunque) beniamini affrontano i Dragoni nel terzo match del 6 Nazioni. Non c'è il pienone. Ma un grande boato ha dato il benvenuto alle due squadre sul verde perfetto del campo. Una sola voce canta l'inno gallese ascoltato in religioso silenzio. Poi tocca a Mameli. E «Fratelli d'Italia» riempie il Flaminio. Tutti in piedi poi: un minuto di silenzio ricorda le vittime neozelandesi del terremoto di Christchurch. Un omaggio del rugby ad una delle patrie della palla ovale. Sciolte le righe. Si può cominciare.

PRIMA META- Azzurri contro rossi. Si parte e già si trattiene il fiato. Il Galles parte agguerrito. Non intende regalare nulla all'Italia. E infatti i primi 3 punti gallesi arrivano al terzo minuto. Ma gli azzurri sono altrettanto agguerriti. Tre minuti e Gonzalo Canale sguiscia via con l'ovale in mano: corre, corre, corre. Urla il Flaminio! Meta! La prima meta azzurra è al sesto minuto: 5-3 perché Mirco Bergamasco non realizza. Va bene lo stesso. Londra è lontana.

LA REAZIONE- Ma siamo solo all'inizio e il Galles non si abbatte facilmente. E infatti al nono minuto ecco la prima meta dei Dragoni: 5-8 e Stephen Jones non realizza. Un calcio piazzato del Bergamasco biondo riporta alla parità, 8-8. Non è facile il Galles. Lo sapevano gli azzurri. Tredicesimo minuto: ecco un'altra meta rossa, stavolta trasformata: 8-15 per il Galles. Si soffre. Come sempre.

LA (QUASI) META - In campo non c'è tregua, ma pure sugli spalti l'atmosfera si scalda, nonostante la gelida giornata di sole. E partono gli «ohhh», gli applausi, gli «I-ta-lia I-ta-lia». Ma pure le contestazioni agli errori (gratuiti) degli azzurri di Nick Mallett. Ma è intorno al 20' che si scatenano i tricolori e le urla di incitamento, quando l'Italia conquista campo e si avvicina alla linea dei 22. E tutti schizzano in piedi. E l'11 Bergamasco sembra volare. E tutti i Dragoni lo inseguono senza pietà. E il Flaminio ci crede e si sgola. Meta! O forse no. Dubbio. L'arbitro inglese Wayne Barnes si consulta. In campo tirano un po' il fiato. Sugli spalti no. Barnes ci pensa e poi: no, niente meta. Delusione su tutti i volti. Ma Bergamasco calcia la punizione e porta l'Italia a 11-15.

A RIPOSO - Due punizioni gallesi (e molti errori azzurri) mandano negli spogliatoi le due squadre con il punteggio 11-21. C'è poco tempo per riflettere.

IN CAMPO - Al ritorno in campo, i gallesi neanche danno il tempo agli azzurri di entrare che già sono nella loro linea dei 22. E attaccano. E l'Italia rischia. Intanto Lo Cicero c'è, come ricordano gli striscioni sugli spalti. Non è giornata per Mirco Bergamasco che al 46' sbaglia un calcio piazzato. Si supera il centrocampo. L'Italia attacca, va avanti. E funzionano i passaggi, finalmente. Sbagliano anche i gallesi. L'ovale arriva a capitan Parisse che sorprende i Dragoni e vola in meta. Ma niente è facile per gli azzurri. Nuovo dubbio per l'arbitro Barnes. Attesa. Ma per il Flaminio è meta. E tutti gridano all'arbitro. La decisione: ok, è meta. Al 12' del secondo tempo Italia-Galles 16-21. Bergamasco non trasforma. Ma non era facile dalla linea di touche. Dragoni confusi. Azzurri più fiduciosi della propria forza.

CHE FATICA - Ormai, a 26 minuti dall'inizio del secondo tempo, l'Italia è più cattiva. Il Galles sembra intontito. Ne deve approfittare il XV azzurro che purtroppo continua a sbagliare molto. Come l'arbitro d'altronde. Molto contestato dal Flaminio. Fischi e buuu quando interrompe una mischia e concede una punizione al Galles, che pero i Dragoni sbagliano. Capitan Parisse va verso mr Barnes e ride. La (sbagliata) decisione arbitrale non piace proprio a nessuno. Ma l'Italia non combina un granché. Mallett continua a cambiare. Escono Castro, Semenzato (molto applaudito), Barbieri, Masi. Entrano Perugini, Canavosio, Vosavai, Benvenuti. Gli azzurri non concludono. Sbagliano. I gallesi riprendono fiato, ripartono verso la linea di meta e un drop di Hook porta il punteggio a 16-24.

UN'ALTRA SCONFITTA - «Non sanno cosa fare della palla». È il commento più esaustivo sugli spalti del Flaminio. L'Italia perde ancora: 16-24 contro il Galles. In un secondo tempo in cui i Dragoni praticamente non si sono visti e l'ovale è sempre stato in mano agli azzurri. Inutilmente. Molti fischi dal Flaminio che, forse, mette più passione dei propri (ex?) beniamini. E al giro finale in campo dei ragazzi di Mallett per una volta i fischi sono più forti degli applausi. Terza sconfitta consecutiva e zero punti. E tra due settimane c'è la Francia. Stavolta il cucchiaio di legno non ce lo toglie nessuno.

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Obiettivamente, da profana dico la mia. Non so esattamente che partita abbia visto il tizio che ha scritto l'articolo... ma io c'ero e non mi pare d'aver sentito tutti quei fischi contro i nostri giocatori. Io ho sentito e ho urlato buuu ad un paio di decisioni... contorte prese dall'arbitro. I nostri sono lenti e i draghetti più veloci, si, i draghetti sembravano il doppio (in campo) e i nostri sembravano uno sparuto gruppetto, vero. I nostri hanno mancato ad un paio di occasioni, Berga ha sbagliato a lanciare. Vero anche questo. Ma nessuno di noi in quello stadio s'è sognato di fischiare ai giocatori. Vanno sempre e comunque incoraggiati a combattere e a continuare. E a menare pure, se necessario. E stavolta se le sono date di brutto. Ma lo spettacolo è senza dubbio impagabile. Ah, e lo stadio era pieno. Più o meno come per la partita contro l'irlanda.

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