lunedì 14 febbraio 2011

Nessuno li fermerà


Sono 5mila. E non si fermano

Roma - Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, fa il punto sull'immigrazione e afferma che dal 15 gennaio ad oggi sulle nostre coste sono arrivati ben 5.278 immigrati, quasi tutti tunisini, di cui 66 minori e 60 donne. "Per lo più, precisa il ministro, si tratta di giovani fra i 20 e i 35 anni, praticamente due generazioni in fuga". Solo 334 sono i clandestini che sono stati riportati in patria dalle autorità tunisine, mentre 2.644 sono stati trasferiti da Lampedusa in aereo o in nave in altri centri per immigrati. "Il record storico, ricorda Maroni, è del 2008 con 37 mila clandestini, ma se si continuasse al ritmo tenuto dal 15 gennaio ad oggi arriveremmo a superare addirittura gli 80 mila arrivi in un anno".

Chiesti militari e fondi. Domani, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sarà in Sicilia assieme a Maroni per visitare vicino a Catania una struttura, da utilizzare per l’accoglienza degli immigrati tunisini sbarcati a Lampedusa. Berlusconi ha definito la situazione critica e ha aggiunto: "E' un'emergenza che riguarda l'intera Unione Europea". Per far fronte alla crisi, però, il ministro ha chiesto al governo "un contingente di 200 militari in più che potrebbero servire a controllare le strutture in cui sono ospitati i cinquemila clandestini arrivati nell’ultimo mese a Lampedusa" e alla Ue un primo contributo di 100 milioni di euro. Maroni chiede, inoltre la collaborazione della Tunisia: "Senza la collaborazione delle autorità tunisine, è impossibile effettuare i respingimenti in mare degli immigrati clandestini che intendono raggiungere le coste di Lampedusa".

Vertice dell'Ue. Il presidente del Consiglio europeo, Van Rompuy condivide l’analisi del Presidente Berlusconi e ha convenuto sull’opportunità di un vertice per far discutere al più presto la questione dai Capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea. Catherine Ashton, responsabile della politica estera dell'Ue, intanto ha detto che Bruxelles sbloccherà immediatamente 17 milioni di euro di aiuti a favore del governo di Tunisi, 258 milioni di euro in totale entro il 2013.

In 118 in fuga verso Milano. Tunisini a bordo di un Eurostar Reggio Calabria-Milano. Il convoglio, fermato a Bologna, è stato cancellato per le precarie condizioni igieniche riscontrate a bordo. Gli altri viaggiatori sono stati fatti salire su altri convogli diretti nel capoluogo lombardo. Durante il viaggio i controllori si erano accorti che alcuni dei tunisini, fuggiti dai centri di accoglienza calabresi e siciliani, erano senza biglietto. Alla sosta nella stazione di Bari tutti hanno provveduto a farlo e il convoglio è ripartito verso Milano, ma successivamente è arrivato l’ordine di fare scendere gli immigrati alla stazione di Bologna, dove l’Intercity è arrivato verso le 6. I 118 tunisini sono stati temporaneamente condotti nell’atrio del piazzale Est della stazione per essere assistiti e rifocillati a cura della questura e della prefettura di Bologna. La prima ipotesi è che si siano allontanati di loro iniziativa dai centri "Cara", dai quali è possibile uscire, anche se si rischia di invalidare la richiesta di asilo politico. Nelle prossime ore, vagliate le diverse posizioni, si deciderà il loro destino.

Maroni chiede un Consiglio Ue urgente. Il ministro dell’interno Roberto Maroni chiede "una convocazione urgente" del Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo per "darsi una strategia" nel contrasto all’immigrazione nel Mediterraneo a fronte della situazione nei Paesi del Magreb. Maroni lo ha sostenuto a margine di una riunione sui patti sicurezza a Varese. "Ho sentito il presidente del gruppo Ppe Mario Mauro chiedere la convocazione urgente del Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo - ha detto Maroni - e condivido questa richiesta perché siamo di fronte alla caduta del muro di Berlino, il Magreb, il nuovo ’89: l’Europa deve darsi una strategia a livello di capi di Stato e di governo".

Agenti a Tunisi. L’intenzione del governo italiano è di "dare un aiuto alla polizia tunisina inviando i nostri contingenti che sono in grado di fare il controllo sulle coste, che è l’unico modo per prevenire le partenze: oggi non c’è più un sistema di sicurezza in Tunisia e noi siamo disponibili a dare una mano, a fornire mezzi, motovedette, fuoristrada" ha detto il ministro dell’Interno. "Stasera - ha aggiunto Maroni - Frattini va a Tunisi e incontra il capo del governo. Frattini, con cui ho parlato ieri, sa esattamente quali sono le nostre richieste, in particolare la nostra disponibilità a fare ciò che venne fatto con l’Albania a suo tempo, vedremo se queste buone intenzioni della Tunisia i trasformeranno in azioni concrete".

L'Ue: "Avete rifiutato l'aiuto". La Commissione Ue "è pronta ad aiutare e a mostrare concreta solidarietà all’Italia" per far fronte all’eccezionale ondata di arrivi dalla Tunisia e si dichiara "molto sorpresa" per le accuse di risposta "lenta e burocratica" riportate dalla stampa italiana. "No grazie, non abbiamo bisogno a questo momento dell’aiuto della Commissione Ue. Così, già sabato scorso" avrebbero risposto le autorità italiane all’offerta di aiuto della commissaria Ue agli Affari interni, Cecilia Malmstrom. Nonostante la risposta negativa delle autorità italiane, la Commissione ha chiesto sabato all’agenzia Frontex di "valutare la situazione per verificare come l'Ue potrebbe venire in aiuto all’Italia". "La Commissione Ue è - si spiega nel documento - pienamente consapevole della pressione eccezionale di immigrati ed è pronta a sostenere e a mostrare all’Italia concreta solidarietà".

Ma il Viminale smentisce la Ue. Subito smentite le affermazioni del portavoce della commissaria europea. Isabella Votino, portavoce del ministro dell’Interno Roberto Maroni, ha infatti fatto sapere che "non è vero che l’Italia ha rifiutato l’aiuto offerto dalla Commissione europea per fronteggiare l’emergenza sbarchi dalla Tunisia". Maroni e la Malmstrom si sono sentiti sabato scorso e il ministro ha avanzato alcune richieste, peraltro non nuove: l’intervento di Frontex per controllare il Mediterraneo, gestire i centri per gli immigrati e rimpatriare i clandestini, nonchè il rispetto del principio del burden sharing, che cioè siano tutti i Paesi dell’Unione a farsi carico di rifugiati e clandestini. "Rispetto a queste richieste per ora non abbiamo avuto risposta - continua la portavoce - in ogni caso non è nostra intenzione polemizzare con la commissaria Malmstrom, che anzi Maroni ha più volte elogiato, ma la critica è rivolta più in generale all’Europa, dalla quale ci aspettiamo che passi dalle parole ai fatti, dando risposte concrete alle richieste da tempo avanzate dall’Italia".

Frattini e i pattugliamenti. Per fermare l'esodo di immigrati l'Italia rivuole i pattugliamenti. Ma la Tunisia, da dove gli stranieri scappano, risponde picche. L’Italia vuole ripristinare i pattugliamenti nel Mar Mediterraneo per arginare l’immigrazione clandestina "dalle coste della Tunisia" dice il ministro degli Esteri, Franco Frattini, a margine della conferenza stampa congiunta a Damasco con l'omologo siriano, Walid Moallem. "Finora il meccanismo dei pattugliamenti ha funzionato e noi vogliamo ripristinare quel meccanismo che fino a un mese fa - ha ricordato -, aveva riportato a zero l’immigrazione clandestina". Si tratta, ha aggiunto Frattini, di un meccanismo che "finora ha funzionato bene". In merito all’imminente incontro con Ghannouchi, il ministro si è detto certo che "la collaborazione tra i nostri due Paesi riprenderà più forte di prima".

Ma la Tunisia dice no. La Tunisia respinge "qualunque ingerenza nei suoi affari interni". Lo ha reso noto il ministero degli Esteri in reazione all’ipotesi dell’Italia di dispiegare forze di polizia per contenere il flusso di immigrazione clandestina verso l’Europa. Un responsabile del ministero degli Esteri ha spiegato all’agenzia Tap che la Tunisia respinge categoricamente "qualunque ingerenza nei suoi affari interni", ma è "pronta a cooperare" con gli altri Paesi per limitare l’esodo di suoi cittadini verso l’Europa. Riguardo alla ipotesi del governo italiano di dislocare forze di polizia nel paese per cercare di fermare quello che il ministro dell’Interno Maroni ha definito un "esodo biblico", il responsabile ha detto: "Tanto la Tunisia è fortemente interessata a preservare le relazioni di amicizia e cooperazione stabilite con l’Italia e a continuare a svilupparle, tanto esprime il suo stupore per tale decisione". Nella notte il portavoce dell’esecutivo di Tunisi aveva definito "inaccettabile" l’uso della polizia italiana sul territorio tunisino. Il responsabile del ministero degli Esteri ha ancora spiegato che "la Tunisia ribadisce la sua disponibilità a cooperare con i paesi fratelli per identificare soluzioni al fenomeno dell’emigrazione clandestina.... la Tunisia aspira a esaminare questa questione in completa trasparenza con i responsabili italiani durante i contatti nel corso dei prossimi giorni".

1 commenti:

Massimo ha detto...

O li fermeranno, in qualche modo, con la collaborazione delle autorità locali, dell'unione sovietica europea o delle nostre Forze Armate, oppure prima o poi, quando la loro presenza comincerà a danneggiare la nostra vita quotidiana, i nostri spazi, le nostre proprietà, ci sarà la reazione popolare che entrerà, come è sempre stato quando un Popolo reagiva all'infiltrazione di estranei, nei libri di storia.