domenica 6 febbraio 2011

Io c'ero...



Roma - Un drop di O'Gara a due minuti dalla fine spegne in gola l'urlo ai 33mila del Flaminio. E l'Italia sciupa all'ultimo secondo il drop della possibile vittoria. Niente esordio con vittoria nel Sei Nazioni per gli azzurri di Nick Mallett. Sciupata, forse, la migliore occasione in 12 anni di rugby a grandissimo livello contro i verdi, azzoppati dagli infortuni. Non è la "solita sconfitta onorevole", ma una vittoria gettata al vento. Soprattutto nel finale di prima frazione quando fanno cilecca sia il piede di Burton sia quello di Mirco Bergamasco. L'apertura fallisce un drop, l'ala un piazzato da 30 metri. L'Italia va al riposo in vantaggio 6-3, ma poteva essere un 12-3.

O'Driscoll rompe l'equilibrio. Gli irlandesi, con nove assenze nella formazione titolare, nel primo tempo faticano a giocare. Non conquistano territorio, vanno sotto in touche e in mischia ordinata. E l'unico segno di vita è il piazzato di Sexton dalla linea dei 22 metri. Anche perché la mediana (l'altro uomo è O'Leary) funziona pochino. Per marcare la meta gli irlandesi si affidano al vecchio leone Brian O'Driscoll. Al 4' della ripresa il centro dei verdi si infila tra i due piloni azzurri a guardia della ruck sui 5 metri. Non c'è nulla da fare. Ma la reazione azzurra non si fa attendere. Capitan Parisse piazza la squadra costantemente nella trequarti irlandese. Al 28' una maul avanzante conquista metri e viene affossata dai celtici. L'Italia sceglie di giocare una mischia per il bersaglio grosso, ma una banale palla persa vanifica l'occasione.

L'urlo del Flaminio. Poi gli azzurri riordinano le idee e ripartono a testa bassa. Al 33' l'arbitro sventola un giallo sotto il naso della terza linea Leamy. Dalla touche vinta sui 22 metri irlandesi l'Italia usa tutto il campo ed è l'estremo McLean a schiacchiare in bandierina dalla parte opposta del campo. Mirco Bergamasco non trasforma, ma è comunque la meta del vantaggio: l'11-10 che fa saltare in piedi e urlare come forsennati tutti i 33mila tifosi che riempiono il Flaminio. Ma l'Irlanda non si rassegna ancora. Dentro l'apertura "storica" O'Gara per sfruttare la chance al piede. Ed eccola immediatamente. Drop in mezzo ai pali e 13-11 per i verdi. Gli azzurri ci provano con Orquera, ma il suo calcio resta corto.

*****

Si, c'ero e non ho più nè voce nè forze. Ma... scusate se è poco eh? Il rugby è LO sport con la esse maiuscola. E quelli che giocano sono gentiluomini, guerrieri ed eroi. Chapeau a tutti loro e soprattutto a tutti i tifosi indistintamente. Per cosa? Per la loro intelligenza, ovviamente.

2 commenti:

Johnny 88 ha detto...

Molto bravi comunque. Se qualche anno fa mi avessero detto che l'Italia se la sarebbe giocata alla pari con l'Irlanda avrei riso, invece ora è realtà. Speriamo che continuino i progressi :)

Eleonora ha detto...

I più esperti mi hanno detto che comunque si, l'irlanda è una delle squadre più forti. Ma all'italia manca soltanto "l'uomo che fa la differenza". La potenza c'è e ieri a me è parso di vederla bene. Ma io sono una novellina in queste cose. :) Però mi sono divertita un casino. 80 minuti, puff, passati in un secondo.