venerdì 18 febbraio 2011

Ma la colpa è anche della lega


LAMPEDUSA - E' ripreso il ponte aereo per il trasferimento dei 1814 migranti che si trovano ancora a Lampedusa. Novantasette di loro sono stati imbarcati su un volo diretto al centro di accoglienza di Bari Palese. Un secondo volo da Lampedusa ha poi fatto rotta verso altri centri italiani. In precedenza, 70 tunisini, tra i quali c'erano trenta minori, erano stati imbarcati sul traghetto di linea per Porto Empedocle. Il sindaco di Lampedusa Bernardino De Rubeis, che si è incontrato a Roma con il ministro dell'Interno Roberto Maroni, ha detto che tutti gli immigrati lasceranno l'isola entro dieci giorni.

Il Viminale: "Tutti a Mineo". Nel frattempo, al Viminale si sta per adottare la decisione di trasferire nel "villaggio della solidarietà" a Mineo (Catania) tutti gli immigrati attualmente alloggiati nei Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo ("Cara") che si trovano in sei diverse località della Sicilia, a Crotone in Calabria, a Bari e Foggia in Puglia e a Gradisca d'Isonzo nel Friuli. Tutto questo allo scopo di lasciare il posto ai tunisini approdati a Lampedusa negli ultimi giorni e quelli che - favoriti dalle buone condizioni del mare - quasi sicuramente continueranno ad arrivare. Il ministero sta perfezionando l'accordo con la società Pizzarotti di Parma, proprietaria del villaggio, composto da villette di 70 - 100 metri quadrati, che ospitavano i militari Usa della Nato.

Le perplessità dell'UNHCR. Ma questa decisione - semmai fosse adottata - suscita perplessità all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). "Se fosse confermato il provvedimento - ha commenatato Laura Boldrini, portavoce dell'UNHCR - si potrebbe verificare una sorta di terremoto nel sistema d'asilo, in quanto finirebbe per alterare l'attuale iter per la concessione della protezione internazionale. Un sistema che, seppure tra mille difficoltà e limiti, finora comunque ha funzionato. Per risolvere il problema della sistemazione dei tunisini arrivati a Lampedusa, in gran parte migranti in cerca di lavoro e non richiedenti asilo - ha proseguito la Boldrini - si finirebbe per stravolgere l'equilibrio dei centri di accoglienza, rallentando ancor di più il lavoro di accertamento che precede la concessione dell'asilo".

Le possibili complicazioni. Infatti, le dieci Commissioni Territoriali che lavorano nei "Cara" sarebbero costrette a trasferirsi tutte a Mineo e questo, molto probabilmente, comporterebbe non poche complicazioni logistiche. Ogni Commissione è composta da un Prefetto, un rappresentante delle Nazioni Unite (UNHCR), un rappresentante dell ministero dell'Interno, e uno dell'Amministrazione locale dove si trova il "Cara". Voci di reimpatrio infondate. Gli immigrati ancora nell'isola avevano anche minacciano di attuare uno sciopero della fame se non fossero stati trasferiti in tempi brevi dall'isola. Richiesta che, del resto, aveva avanzato anche l'UNHCR. Tra gli extracomunitari, in gran parte tunisini, avava infatti cominciato a serpeggiare la paura che potessero essere rimpatriati. Anche il sindaco dell'isola, Bernardi De Rubeis, si era detto "preoccupato per il rischio che la situazione potesse degenerare".

2 commenti:

samuela ha detto...

Ma certo che la colpa è anche della Lega. Ci sono molti cittadini che in questo momento vorrebbero fare concretamente pressione sul governo e non sanno come fare. Sarebbe il momento di starli a sentire e invece Maroni sembra uno della DC.

Ci si organizzare in qualche modo, quello che mi fa veramente paura è che sento aria di rassegnazione.

Nessie ha detto...

Brava Samuela,Maroni sembra proprio uno della DC. Oltretutto si è messo a mostrare in tv il "Villaggio della solidarietà", cioè un ex complesso militare americano nei pressi di Mineo (Catania).
Ti assicuro che i settemila “rifugiati” staranno come milioni di italiani neppure si sognano di stare.

Per quel che serve il mio mugugno sul blog, ho scritto un post proprio sulle sue numerose ambiguità. NOn avevamo bisogno dell'ennesimo buonista :
http://sauraplesio.blogspot.com/2011/02/cara-ue-il-problema-delle-migrazioni.html