venerdì 11 febbraio 2011
Risalita dalla tunisia...
LAMPEDUSA – In pochi giorni tra Lampedusa e Linosa sono arrivati circa 1.200 immigrati. Numeri da emergenza che comunque non porteranno alla riapertura del centro di accoglienza così come ha chiaramente detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni e come conferma il sindaco di Lampedusa Bernardino De Rubeis.
EMERGENZA - «Si vuole evitare che la riapertura del centro – afferma De Rubeis - venga interpretata come un invito per altri a prendere il mare». Gli ultimi arrivi all’alba di oggi: 181 immigrati, probabilmente di nazionalità tunisina, sono stati soccorsi dalla Guardia costiera. Un’altra imbarcazione con 70 persone a bordo è stata invece segnalata al largo e nelle prossime ore sarà agganciata e scortata fino al molo di Lampedusa. Questi sbarchi si aggiungono a quelli avvenuti nel corso della notte. Complessivamente sono arrivati circa 650 immigrati soccorsi nel corso di 11 differenti interventi della Guardia costiera e della Finanza. Se a questo si aggiunge che altri extracomunitari erano già arrivati nei giorni precedenti il conteggio totale arriva a sfiorare le 1.200 unità. Numeri che in altri tempi avrebbero mandato in tilt anche il centro di accoglienza di Contrada Imbriacola.
TRASFERITI - Ma l’orientamento del governo in tema di immigrazione e respingimenti non cambia e dunque al più presto quasi tutti gli immigrati presenti sull’isola dovrebbero essere trasferiti a Porto Empedocle per poi essere smistati in vari centri di accoglienza. Quelli arrivati nei giorni precedenti sono stati ospitati in alcuni alberghi cittadini. Ma è impensabile un’analoga sistemazione per mille persone. Dunque l’orientamento è quello di far scattare immediatamente il trasferimento verso la Sicilia. Si attende l’arrivo sull’isola della nave della Siremar sulla quale potrebbero salire tutti gli immigrati arrivati in questi giorni. Era stato lo stesso ministro Maroni a lanciare l’allarme parlando di «pressioni ai porti di imbarco in Tunisia». Una tensione strettamente collegata alla cacciata di Ben Alì che ha nuovamente alimentato i viaggi della speranza verso l’Italia. Se dunque prima i porti di partenza erano prevalentemente in Libia oggi il flusso di immigrazione si genera in Tunisia.
MARONI - Intanto lo stesso Maroni lancia l'allarme. Per il ministro dell'Interno infatti, se il flusso dal Maghreb non verrà fermato «C'è il rischio di una vera e propria emergenza umanitaria». «La grave crisi del Maghreb - ha aggiunto Maroni - in particolare dalla Tunisia e dall'Egitto sta portando ad una fuga di massa verso l'Italia. Stanno arrivando centinaia di persone sulle coste italiane e stiamo mettendo in campo tutte le forze per fronteggiare una vera e propria crisi umanitaria».
Alfio Sciacca
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