sabato 12 febbraio 2011

Terrorismo islamico


WASHINGTON – I suoi uomini chiamano Ghaleb Taleb «lo straniero». Oppure «il ragazzo», e usano proprio la parola italiana. Taleb è un terrorista di Fatah Al Islam, gruppo libanese vicino ad Al Qaeda. Da mesi si è infiltrato in Grecia con l’ordine di preparare un attentato da eseguire sul territorio greco o in un altro Paese europeo. Ai suoi ordini una pattuglia di estremisti sparsi tra il nord dell’Europa, la Germania, la Francia e la Bulgaria.

CONTATTI - «Lo straniero» ha favorito l’arrivo e il passaggio di militanti provenienti dal Libano. Ha fornito denaro e documenti. Ha allargato la rete di contatti. Un complice, Munjed Al Fakham, arrestato dalla polizia libanese, ha fornito particolari interessanti sul giovane. Lo definisce ambizioso e preparato. Gli piace spendere, quando può fa la cresta sui fondi ma è ritenuto affidabile sul piano operativo. Il movimento gli ha fornito uno stock di passaporti europei con i quali compie le ricognizioni. Di recente, però, è dovuto starsene al coperto. Una prudenza dettata da un paio di retate avvenute in Olanda e Belgio (novembre 2010) che avrebbero coinvolto militanti islamisti. Tra gli «amici» di Taleb ci sono anche due libanesi che nel 2006 hanno cercato di far esplodere un ordigno su un treno in Germania.

TEMUTI - Fatah Al Islam è temuto dai servizi di sicurezza occidentali. Dopo aver perso decine di elementi in una battaglia contro l’esercito libanese (2007), si è ricostituito. Ne fanno parte volontari del Golfo, palestinesi, siriani e yemeniti. L’ideologia e i metodi sono quelli qaedisti. I loro bersagli sono le forze dell’Onu in Libano (ci sono anche i soldati italiani), gli apparati di polizia e tutto ciò che può ostacolare i programmi della fazione. Messi sotto pressione in Libano, i membri di Fatah Al Islam hanno attuato la tattica della dispersione. Un nucleo si è nascosto nel campo profughi palestinese di Ein Heloué, a Sidone. Diversi sono finiti in Iraq e una ventina, invece, ha scelto l’Europa usando proprio la Grecia come avamposto. Una decisione legata alla presenza di una struttura logistica semplice quanto efficace. Piccoli appartamenti, possibilità di ricevere denaro e passaporti, vie di fuga multiple. Sembra anche che i terroristi sfruttino intrecci con la piccola criminalità e il contrabbando. Ad accoglierli in Grecia, nel 2009, c’era Mohammed Musa, grande esperto del Paese e con buone amicizie. Poi, un anno fa, è stato sostituito. Dicono che non si sentisse più sicuro. Al suo posto è arrivato Ghaleb Taleb che ha intensificato gli sforzi per ampliare la colonia di fedayn di Fatah Al Islam. Ora aspettano solo un ordine per agire.

1 commenti:

Io Leggo Solo Feltri ha detto...

NON E' UN CASO CHE CERTE RIVOLTE SCOPPINO TUTTE ASSIEME E PROPRIO NEI PAESI RIVIERASCHI DEL MEDITERRANEO

Il mondialismo massone ha cercato di imporre all'Europa l'invasione islamica e il meticciamento per cancellare le proprie radici cristiane dapprima con la dittatura culturale del politically correct.

Fallito questo tentativo, con l'affermazione persino nella tollerantissima Svezia e Olanda degli "xenofobi e razzisti", i burattinai hanno deciso di passare all'invasione fisica, creando fittizie emergenze umanitarie che muoveranno milioni di mussulmani contro le nostre terre e in seconda battura alla guerra terrorista che i nuovi amici di Obama (Fratelli Mussulmani, Al Qaeda del Magreb, etc.) muoveranno all'Europa non appena avranno preso possesso di Egitto e Tunisia.