martedì 13 luglio 2010

Scelte sinistre


Cari amici, c'è qualcuno fra voi che conosce personalmente Romano Prodi? Ho una brutta notizia da dargli e vorrei farlo con cautela. Non mi riferisco naturalmente all'operazione della moglie di cui hanno parlato i giornali; spero come tutti che il decorso continui a essere favorevole e la guarigione veloce, aggiungendo i miei auguri. No, devo dargli notizie di un caro amico, che purtroppo è nei guai. Si tratta di Omer Hassan Al-Bashir, golpista presidente del Sudan. La cattiva notizia è che una sezione della Corte Internazionale dell'Aja ha confermato nei giorni scorsi il suo mandato di cattura per genocidio, con tre capitoli di accusa, dopo un complicato ricorso dei suoi avvocati: in sostanza, secondo il pubblico ministero Moreno Ocampo, Bashir è accusato dalla corte dell'Onun di tenere una popolazione di 2,5 milioni di abitanti "in condizioni genocide, come in una gigantesca Auschwitz." (qui). E infatti le vittime sono centinaia di migliaia – altro che Gaza. Il tribunale ha accertato che vi sono tutte le prove sufficienti per il processo, anche se l'imputato è latitante.

Infatti Bashir naturalmente rifiuta l'autorità del tribunale ed è appoggiato in questo dalla Lega Araba e dall'Organizzazione della Conferenza Islamica, che lo invitano regolarmente alle loro riunioni, anche perché il Sudan è un anello importante nella catena del contrabbando d'armi iraniano per Hezbollah e Bashir è naturalmente nemico di Israele e degli "yahud", come si dice ebreo in arabo. C'è stato il paradosso di una riunione della Lega Araba qualche tempo fa, se non sbaglio in Dubai, dove alla cena di gala Bashir era seduto accanto al segretario dell'Onu Ban, quello che è inflessibile con le violazioni israeliane, ma non si è affatto rifiutato di far bisboccia assieme all'unico capo di stato nella storia incriminato per genocidio mentre è in carica.

E Prodi, mi direte, che c'entra? Be', nel 2007 quando era presidente del consiglio (e il ministro degli esteri si chiamava Massimo D'Alema), Prodi ricevette con tutti gli onori Bashir suscitando aspre polemiche (qui). Poteva evitarselo, ma aveva la scusa dell'interesse nazionale, e l'incriminazione non era ancora avvenuta. Ma nel settembre 2009, meno di un anno fa, Prodi andò in visita al macellaio del Sudan, quando era già sotto mandato di cattura internazionale per genocidio, gli parlò affettuosamente come un amico e ottenne da lui la promessa di migliorare la libertà di stampa (beninteso, purché i giornalisti non superassero una "linea rossa" non ben definita). Altro che la legge bavaglio in discussione nel nostro sfortunato paese (peraltro molto simile a quella proposta da Mastella, quand'era ministro della giustizia dello stesso Prodi. Badate che non traggo queste notizie solo da qualche fonte nemica come l'Occidentale (qui), ma dal sito della stessa fondazione per la Collaborazione fra i popoli, il cui presidente è Romano Prodi (qui). Girellando per lo stesso sito della Fondazione e per Internet (per esempio su quello di quest'altra curiosa fondazione, con sede a San Marino e presieduta da un altro Bashir che è una specie di braccio destro di Gheddafi: (qui), si vede che i popoli con cui Prodi ama collaborare sono essenzialmente la Libia (che, vabbé, piace anche a Berlusconi), l'Iran (visitato a parecchie riprese, fra l'altro meno di due anni fa: qui, con un incontro cordiale con Ahamadinedjad: qui).

Tutti peccati veniali, naturalmente, salvo l'amicizia con un ricercato internazionale, che la stampa italiana ha dimenticato allegramente. Ma se qualcuno si chiede perché gli amici di Israele hanno maggiore diffidenza per Prodi, D'Alema e il loro schieramento che per quello dei loro avversari, farebbe a chiedersi se Frattini ha pubblicamente passeggiato a braccetto con i capi di Hezbollah, o se qualche leader della destra è andato a chiacchierare amichevolmente col presidente del Sudan. Il fatto è che la collaborazione dei popoli (no tutti i popoli, quelli giusti) è nel Dna della nostra sinistra. Ma questo non diteglielo a Prodi, vi farebbe dei lunghi discorsi per mostrare come lui è superiore a certe cose.

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