venerdì 23 luglio 2010

Femmina e imbecille


Che cosa sta pensando in queste ore Maria Rita Saulle, professore emerito di Diritto internazionale, giudice costituzionale, unico membro femminile della Corte di piazza del Quirinale? Insieme con i suoi colleghi ha sentenziato che non ci debba essere più galera immediata per chi ha commesso violenze su donne e bambini. La norma dello scorso anno è stata ritenuta in contrasto con gli articoli della Costituzione relativi alla libertà della persona e alla funzione della pena.

Non so se la professoressa Saulle abbia mai avuto parenti e affini vittime di stupri, non so nemmeno se gli altri componenti il collegio, lo stesso relatore Frigo, si siano mai trovati di fronte a una ragazza, a una donna, a una figlia, a una madre sconvolte, ferite nell’anima, umiliate, offese, violentate, con addosso un senso di sudiciume e di squallore morale e fisico, stordite dalla violenza di un uomo al quale, adesso, viene concessa la tutela dei suoi diritti nel nome della «libertà della persona». L’altra persona, stracciata nel corpo, frantumata nella sua fragilità di bambino, di innocenza e verginità lacerate improvvisamente, magari da una figura amica, da un genitore, da un parente, da un religioso, quelle che erano la loro cuccia si sono trasformate nella caverna dell’orco, queste vittime sfinite risultano elementi a margine, asterischi di cronaca, se ne occupino i medici e gli psicologi per un eventuale recupero. Dove sono finiti i combattenti per la dignità della donna? Dove stanno marciando le femministe de «l’utero è mio e lo gestisco io»? Su quale arenile si è spenta l’onda? Su quale canale televisivo si sta dibattendo questa scandalosa sentenza? Hanno ancora tutti il bavaglio? O forse la Corte è intoccabile? O forse il Collegio non può essere sbattuto in prima pagina, come è appunto accaduto ieri sui giornali di tendenza e di tiratura?

Il giudice deve andare per strade diverse, cercando di non guardare quello che accade nel quotidiano. La giustizia viaggia con i codici in mano, così deve assolutamente fare, non seguendo l’emozione e l’allarme del popolo, deve decidere con la testa e non con la pancia. Ma la cefalea deve avere stordito i togati, affiora un senso di vergogna, la relazione della sentenza, pronunziata dall’avvocato Giuseppe Frigo, ha provocato reazioni immediate, logiche, sanguigne. Perché lo stupratore deve restare libero? Perché un articolo del codice penale dello scorso anno viene ritenuto illegittimo dodici mesi dopo? Chi ha sbagliato? I giudici di allora o quelli di oggi? Quali sono i loro cognomi? Quali le loro responsabilità?

Avrei voluto che i quindici membri della Corte costituzionale avessero discusso l’argomento, sul quale si sono espressi, in presenza delle vittime, così, tanto per rinfrescarsi la testa oltre che la giurisprudenza, un breve incontro, un riassunto delle puntate precedenti con qualche fotografia di supporto, per completare l’album del tribunale supremo. Non servono le notizie quotidiane di cronaca, non bastano i racconti terribili, non bastano i volti di cera di donne così diverse e nello stesso momento uguali, tutte, nella loro sofferenza. Conta, piuttosto, la libertà del violentatore che, debbo ritenere, venga tutelato anche in nome del diritto del lavoro, perché per lui trattasi di lavoro, sporco ma sempre un lavoro, vigliacco, ma pur sempre un impegno da portare a termine, prima del ghigno, prima della fuga, magari tra gli applausi dei cortigiani. Le ultime di cronaca lo confermano, Roman Polanski è l’eroe di giornata in questo settore ormai privilegiato; ha violentato e drogato una minorenne ma godendo del passaporto di artista, soprattutto di sinistra, va celebrato ed esaltato dai cosiddetti intellettuali, non andrà a processo e, dunque, nemmeno al gabbio, giustizia è fatta. Su alcuni fogli nostrani, invece, la coppia di calciatori francesi, Ribery-Benzema, che ha pure pagato la prestazione con una prostituta, minorenne, deve subire una esemplare lezione, la loro è volgarità non è arte. Forse lo è quella degli stupratori in circolazione nel nostro Paese. Così hanno deciso i signori di piazza del Quirinale che debbono affrontare vicende ben più drammatiche di una donna, di un bambino, di una madre, di una figlia, di un figlio straziati da un miserabile stupratore vigliacco. Che adesso, finalmente, sa di essere tutelato. In nome della legge. Sua.

2 commenti:

Maria Luisa ha detto...

tanto per cambiare l'ennesimo stupro.

I Carabinieri sono sulle tracce dello stupratore:vogliono offrirgli l'aperitivo?
http://www.ilgiornale.it/interni/torino_32enne_violentata_nel_parco_colletta_ora_e_caccia_allaggressore/cronaca-violenza-jogging-parco_colletta-stupro-torino-identikit/23-07-2010/articolo-id=462927-page=0-comments=1

Elly ha detto...

No, magari gli regaliamo pure la medaglia, non si sa mai. -_- Lui è libero di fare ciò che vuole, no? Magari, diciamolo pure al nostro amico che nel post precedente diceva così:

"cosimo ha detto...
propongo la ghigliottina per le false accuse di stupro"

giustamente, le vittime sono un grosso problema. Sai com'è, vogliono giustizia, rompono le balle, si lamentano, cadono in depressione. E gli stupratori o i pedofili infondo volevano solo farsi una trombata, no? E devono essere liberi di farlo.