giovedì 29 luglio 2010
Fini & company
ROMA - I "finiani" alle Camere si stanno organizzando per formare nuovi gruppi parlamentari, fuori dal Pdl, se dall'Ufficio di presidenza di giovedì sera a Palazzo Grazioli scatterà qualche forma di «punizione» (al momento l'ipotesi più verosimile sembra essere quella di una sospensione). A quanto si apprende, in mattinata i deputati vicini al presidente della Camera hanno avuto una riunione nell'ufficio di Italo Bocchino per sottoscrivere la richiesta al presidente di Montecitorio per costituirsi in un gruppo autonomo. E si stanno muovendo anche al Senato. Uno dei sottoscrittori, dice che al momento le firme raccolte alla Camera dovrebbero essere quasi una trentina. Ma il documento è in stand-by in attesa di capire le decisioni della maggioranza del partito. In mattinata, Bocchino ha avuto un colloquio con Gianfranco Fini nel suo studio, probabilmente per aggiornarlo dell'iniziativa. Sarebbe infatti Fini, in qualità di presidente della Camera, a dover dare l'autorizzazione per il nuovo gruppo. Da regolamento, a Montecitorio bastano almeno venti firme per formare un gruppo autonomo.
SENATO - Anche al Senato ci sarebbero più di dieci senatori, sufficienti a formare un gruppo autonomo. All'incontro con Fini avrebbero infatti partecipato dodici senatori. «Non è una guerra di religione», ha dichiarato uno dei senatori del Pdl partecipanti all'incontro. «Fini ha esposto le sue motivazioni in modo pacato, sereno, equilibrato e ponderato. Al Senato ci riuniremo anche la prossima settimana, abbiamo tempo per organizzarci».
I NOMI A ALLA CAMERA - Oltre ai venti aderenti a Generazione Italia - i primi a firmare - e cioè Italo Bocchino, Carmelo Briguglio, Fabio Granata, Enzo Raisi, Luca Barbareschi, Francesco Proietti, Francesco Divella, Antonio Buonfiglio, Claudio Barbaro, Maria Grazia Siliquini, Flavia Perina, Angela Napoli, Luca Bellotti, Aldo Di Biagio, Nino Lo Presti, Giuseppe Scalia, Gianfranco Conte, Benedetto Della Vedova, Adolfo Urso e Mirko Tremaglia, nel corso della giornata si sono aggiunte le firme dei finiani più moderati come Roberto Menia, Silvano Moffa, Gianfranco Paglia, Donato Lamorte, Alessandro Ruben, Adolfo Urso, Giulia Bongiorno, Andrea Ronchi, Giulia Cosenza, Giuseppe Angeli, Carmine Santo Patarino, Giuseppe Consolo, Catia Polidori. La trentaquattresima firma, a quanto riferito, sarebbe della deputata Souad Sbai, anche se la diretta interessata non conferma. Alcuni di loro hanno espresso nelle settimane passate dubbi sulla possibilità di seguire Fini nel caso di una rottura, ma altri sarebbero pronti a seguire questa strada. «Questi numeri mettono la golden share del governo nelle mani di Fini», ha detto convinto una fonte parlamentare che partecipa al progetto.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento