sabato 31 luglio 2010

Rivolta nel cie


Bari -  Una notte di guerriglia la notte scorsa al Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Bari, nel quartiere San Paolo: una cinquantina di extracomunitari ha devastato tre moduli abitativi e causato il ferimento, per fortuna lieve, di 13 militari, due dei quali carabinieri e gli altri 11 appartenenti al battaglione San Marco. Anche sei extracomunitari sono rimasti feriti mentre cercavano di fuggire, uno dei quali in prognosi riservata per un trauma cranico e gli altri in modo meno grave con varie fratture e traumi. Alla fine diciotto di loro sono stati arrestati dalla polizia. Devono rispondere dei reati di devastazione, saccheggio seguito da incendio, resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale.

Una rivolta organizzata nei minimi dettagli, con spranghe ricavate dalle recinzioni gli stranieri hanno devastato due automobili della polizia, tre moduli abitativi e hanno dato fuoco ad alcuni materassi. Gli ospiti, quasi tutti magrebini, alcuni con il volto coperto, si sono poi lanciati nel vuoto superando il primo anello della cinta muraria. Sei di loro sono riusciti a scavalcare la recinzione esterna alta cinque metri e sono fuggiti nelle campagne della zona. Altri sei invece sono caduti al suolo procurandosi varie fratture alle gambe e al bacino e sono stati portati al pronto soccorso del Policlinico e del San Paolo.

Il tentativo di fuga è stato limitato dall’arrivo dei rinforzi, poliziotti e finanzieri. Una trentina di extracomunitari nel frattempo avevano raggiunto il tetto, lanciando oggetti contundenti (pezzi di metalli e bottiglie piene di acqua) contro le forze dell’ordine. Durante la fase di contenimento undici militari del reggimento San Marcò e due militari dell’Arma hanno riportato lesioni, con prognosi variabili tra i 3 e i 15 giorni. Uno dei fuggiaschi è precipitato battendo la testa e si trova ora ricoverato in prognosi riservata. Altri cinque hanno rimediato prognosi variabili tra i 5 e i 35 giorni.

Dei 18 immigrati arrestati, 13 sono tunisini, quattro marocchini e uno è di nazionalità palestinese. Il più giovane di loro ha 18 anni, il più grande 32. Sono accusati di devastazione, saccheggio seguito da incendio, resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale.

Il deputato barese Dario Ginefra, ha intanto annunciato di voler depositere una interrogazione urgente al ministero degli Interni «perché venga fatta chiarezza su questo episodio che ripropone in tutta la sua evidenza l’inadeguatezza della normativa in materia e l’esasperazione che un attesa di 180 giorni determina nei cosiddetti ospiti dei centri», sottolineando che è urgente fare una visita al Cie di Bari. Ma il problema non si propone solo in Puglia. Dodici giorni fa era accaduta la stessa cosa nel centro milanese di via Corelli. Poco dopo la mezzanotte in dieci avevano tentato la fuga, dopo aver divelto all'interno del reparto maschile - che ospita 80 stranieri - le telecamere a circuito chiuso, alcune vetrate e i distributori di bevande presenti nei corridoi. Poi si erano radunati nel cortile, erano saliti sul tetto per continuare la protesta, e da lì avevano tentato di calarsi oltre la recinzione. In tre, magrebini, erano riusciti a scappare.

E ieri alle prime luci dell’alba la Guardia di finanza ha rintracciato a Punta Meluso, sulla costa di Santa Maria di Leuca, 29 extracomunitari, di presumibile etnia afghana, appena sbarcati sulla costa.

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