lunedì 26 luglio 2010
Dissesto finanziario
CAPALBIO (Grosseto) – Doveva essere un supercompleanno quello che si festeggia lunedì a Capalbio. Cinquant’anni di indipendenza amministrativa con la nascita del comune autonomo, festeggiati con mega festa, invitati eccellenti, manifestazioni, convegni, mostre e dibattiti. E invece il borgo dei vip e dell’intellighenzia di sinistra rischia il crac finanziario. La festa ci sarà ugualmente, ci mancherebbe, ma intanto il sindaco Pd e la giunta di centro sinistra sono preoccupatissimi per un debito di quasi 200 mila euro che non sanno come ripianare. Tantissimi soldi per un borgo blasonato ma di appena quattromila anime, un debito capace di provocare un terremoto finanziario nel mezzo di un’estate già tormentata dal problema dell’erosione della spiaggia frequentatissima da sempre dai politici della sinistra e per questo ribattezzata «falce e secchiello».
L'IPOTESI TASSA - Un’emergenza, insomma, tanto da spingere l'amministrazione a pensare, seppur come ultima ratio, di istituire una tassa di scopo per ripianare i debiti, tutti derivanti da parcelle legali. Già, perché il dissesto non deriva da spese folli e sprechi, ma da una battaglia in parte persa della passata giunta comunale per arginare la piaga della costruzione di annessi di campagna in alcuni casi trasformati in vere e proprie ville con conseguente cementificazione. L’allora sindaco Lucia Biagi dichiarò guerra ai presunti speculatori provocando però una raffica di ricorsi al Tar. La querelle si concluse con una sentenza del tribunale amministrativo che annullò in parte la nuova normativa e impose alle parti di pagare i propri legali. Così è stato. Ma mentre i privati se la sono cavata con una sola causa a testa, il Comune ha dovuto far fronte a un centinaio di esposti con conseguente pagamento di parcelle salate. «Più di 400 mila euro – conferma l’attuale sindaco Luigi Bellumori, Pd, eletto lo scorso anno – di cui duecento già pagati e altrettanti da pagare. Il problema è che adesso non abbiamo più soldi. Ho avviato un’istruttoria e nei prossimi giorni chiederemo di poter pagare le spese legali a rate, magari applicando i minimi tariffari. Altrimenti è il dissesto finanziario». Il sindaco è così preoccupato da pensare anche a una tantum da chiedere ai cittadini per risolvere il problema. Anche se il provvedimento suonerebbe come una beffa. Il motivo? La tassa per le spese processuali del comune sarebbe pagata anche da quei cittadini che hanno ricorso al Tar e hanno già pagato i propri avvocati.
Marco Gasperetti
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