martedì 6 luglio 2010

Ma vah?


Troppe «lentezze» e troppe insopportabli «insufficienze», occorre «un profondo ripensamento organizzativo della giustizia». Nel giorno della nomina a Palazze de' Marescialli di Ernesto Lupo come primo presidente della Cassazione, Giorgio Napolitano mette a nudo davanti al plenum del Csm alcuni dei mali storici del terzo potere.

Non è soltanto una questione di uomini, dice il capo dello Stato, e nemmeno soltanto di soldi. Serve una vera riforma: «Il superamento delle insufficienze e inefficienze del sistema giustizia non può affidarsi solo all'incremento, pur necessario, delle risorse e dei mezzi, ma richiede anzitutto un complessivo ripensamento organizzativo interno». Entrando più nel dettaglio, Napolitano citato le tante proposte volte «ad accelerare i giudizi e, in particolare, la scelta di individuare ed adottare prassi lavorative più snelle e idonee a smaltire le sopravvenienze senza incidere sulla qualità delle decisioni». Ma c'è tempo per approfndire l'argomento - «Su questo e altri problemi - annunciato il presidente - non mancherò di tornare nel mio prossimo incontro con voi e con il nuovo consiglio, i cui componenti togati sono già stati eletti e quelli laici si apprestano ad esserlo».

E, a questo proposito, Napolitano che il Parlamento faccia in fretta le sue scelte. «Raccomanderò ai presidenti delle Camere di fare ogni cosa affinchè si giunga all'elezione in tempi rapidi». Sarebbe «un passo importante per giungere all'allentamento delle ricorrenti tensioni tra le istituzioni sui temi della giustizia». Un modo per svelenire il clima.

La nomina di Lupo, avvenuta all'unanimità, «rafforza il prestigio» ed un segnale molto positivo, «un esempio» sul modo migliore di procedere. Adesso tocca al Parlamento: «Il verificarsi di deliberazioni largamente condivise possono costituire un passo importante per l'allentamento delle tensioni e perchè possa aprirsi una nuova pagina, una nuova stagione, nelle travagliate vicende dello Stato di diritto nel nostro Paese».

Le Camere riunite hanno già tenuto, giovedì scorso, la prima votazione per l'elezione dei consiglieri laici del Csm. Ma l'assenza del numero legale ha reso nullo il tentativo. Analogo è il pronostico per il nuovo voto a Camere riunite, in programma domani. A incidere sullo stallo è l'incertezza sul ruolo di vicepresidente del Csm, attualmente ricoperto da Nicola Mancino: tra i nomi più quotati ci sono il vicepresidente dei deputati centristi Michele Vietti, già componente del Csm, e l'avvocato ex Ds Guido Calvi. Tra gli altri possibili candidati, due giuristi del Pdl come Gaetano Pecorella e Giuseppe Gargani.

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