lunedì 19 luglio 2010

Ancora sul burqa


Qualche notiziola dal fronte del burka, ovvero della libertà di religione che i cattivi reazionari colonialisti europei vogliono proibire alle povere donne musulmane perseguitate (in Occidente, non in Iran dove grazie al cielo c'è ancora la lapidazione per loro e come sempre è il più virtuoso di tutti).

1. Come forse sapete già, dopo il Belgio, la Camera dei deputati francesi ha approvato il progetto di legge antiburka a grande maggioranza. Il prossimo paese a farlo sarà probabilmente la Spagna (qui). La cosa interessante è chi non ha partecipato alla votazione nel parlamento francese, con l'eroico intento di delegittimare questa legge fascista e razzista ancor più che votando contro: non solo i comunisti, che è cosa ovvia e giusta per chi vuole la dittatura del proletariato, ma anche verdi e socialisti, che pure dicono di essere favorevoli alla libertà individuale e ai diritti delle donne. Che volete, l'alleanza fra islamismo e sinistra è il motore di Eurabia e certo non possono sottrarvisi gli eredi di Mitterand e di Cohn Bendit. In Italia un gruppo di deputati del PD ha addirittura presentato una legge per autorizzare esplicitamente il burka. Non li si è lodati abbastanza, la stampa è avara di riconoscimenti agli eurarabi più coraggiosi. Se volete un commento, purtroppo non tanto politically correct su questa faccenda, vi consiglio di leggere l'articolo di Christofer Hitchens qui. Naturalmente la questione non sono i burka in sé, ma il modo in cui l'Islam confina e opprime in generale alle donne.

2. Sarà deplorevole, dal punto di vista eurarabo, ma la maggior parte del pubblico europeo appoggia il bando del burka. Sono l'82% in Francia, il 71 in Germania, il 62 in Gran Bretagna, il 59 in Spagna. Ignoriamo le cifre italiane, ma è interessante il confronto con il dato degli Stati Uniti, dove prevale la diffidenza per l'intervento pubblico con solo il 28 per cento di sì. La fonte è il di solito assai attendibile Pew Institute. Trovate i dati qui.

3. Una piccola sorpresa viene da un giornale on line certo non amico di Israele (se non altro per l'odio al governo italiano in carica che li anima) come "Articolo 21" e da una giornalista di cui si può dire la stessa cosa, quella Tiziana Ferrario che ha fatto rumore con il suo divorzio più o meno forzato dal TG1. Scrive la Ferrario che prima della Francia e del Belgio il burka è stato vietato... in Siria (qui). Nota la Ferrario che "in realtà in Siria le proteste sono state piuttosto tiepide e nessuna donna di quelle destinate ad altro incarico si è opposta o ha lanciato campagne antidiscriminazione. Qui in Medio Oriente, dove mi trovo in questi giorni, nessuno ha alzato la voce. La notizia è apparsa sui giornali senza grande risalto. Quando i giorni scorsi il Parlamento francese ha introdotto un provvedimento simile, che vieta il velo integrale in tutti i luoghi pubblici, la decisione è stata definita dagli oppositori locali, ma anche dai paesi mediorientali discriminatoria contro gli immigrati musulmani."

Curioso, eh? Un governo arabo, debitamente dittatoriale, può fare tranquillamente quel che in Europa sarebbe abominio. Del resto le deputate ultrafemministe del partito "Die Linke" (La sinistra), pur di partecipare alla spedizione della flottiglia antisraeliana hanno accettato una discriminazione per sessi che le avrebbe fatto strillare furiosamente a casa loro... Figuratevi se un provvedimento del genere lo prendesse Israele. Ma è chiaro, il nemico per gli eurarabi non è la proibizione del burka ma la democrazia, la libertà individuale, il benessere. Grazie a gente nobile come i socialisti e i verdi francesi o i "democratici" italiani, i nemici di Eurabia saranno sconfitti.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Eleonora mi stupisce il tuo commento riguardo i miei sentimenti per Israele. Non ho mai scritto alcun articolo su Israele. Ho semplicemente raccontato quello che stava accadendo in Siria sul velo integrale. Come al solito ho privilegiato la notizia,senza alcuna tesi precostituita.Non devo dimostrare niente. Dispiace invece che ci sia sempre qualcuno pronto a dare giudizi senza sapere e senza verificare. Per esempio non ho mai divorziato dal Tg1.Sono ancora nell'organico, in attesa di un nuovo incarico. Le parole hanno un peso!