lunedì 25 aprile 2011

Contro la libia... a favore del terrorismo


MILANO - Silvio Berlusconi ha dato il via libera al bombardamento della Libia da parte degli aerei italiani. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio lo ha annunciato in una telefonata al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Si tratta di una modifica della posizione italiana, in quanto il 15 aprile in Consiglio dei ministri Berlusconi era invece orientato a escludere il coinvolgimento italiano nei bombardamenti della Libia. Ma negli ultimi giorni, come ha spiegato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, è maturata in seno al governo la considerazione di cambiare la natura della missione «perché la situazione a Misurata è diventata terribile». Dopo il vertice a Berlino e una serie di incontri, prosegue La Russa, «Berlusconi ha avviato una riflessione che è sfociata nella decisione comunicata a Obama». Il ministro riferisce inoltre che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, era stato avvertito prima che fosse diffusa la nota ufficiale.

OBIETTIVI MIRATI - L'Italia accoglie così l'appello lanciato dalla Nato agli alleati e Roma risponde con il sì «ad azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati per proteggere la popolazione civile libica, nei limiti delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu e in assoluta coerenza con quanto autorizzato dal Parlamento». I ministri degli Esteri e della Difesa sono pronti a riferire davanti alle commissioni congiunte Esteri-Difesa, prosegue la nota ufficiale. «Non saranno bombardamenti indiscriminati, ma missioni di precisione su obiettivi specifici», precisa La Russa, sottolineando che l'obiettivo è quello di «evitare ogni rischio di colpire la popolazione civile. Prima facevamo una parte nella squadra e ora ne facciamo un'altra. Non ci sono più rischi o meno rischi, né per i militari né per il Paese». Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha precisato che la decisione italiana è la «naturale prosecuzione di una missione che non cambia» ed è la risposta del governo a una precisa richiesta dei ribelli di Bengasi. «Diamo il benvenuto all'annuncio che l'Italia ha deciso di fare un passo in più», ha detto un responsabile dell'Alleanza Atlantica.

REAZIONI - Prime reazioni alla nota di Palazzo Chigi. «Il mio voto non l'avranno mai», ha affermato il leghista Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione, chiarendo però che non ci sarà una crisi di governo su questo tema. «Resto contrario a qualunque intervento in Libia. Abbiamo già fatto abbastanza mettendo a disposizione le basi, l'appoggio logistico e il pattugliamento anti-radar. Personalmente non avrei dato neanche questa disponibilità se non in cambio di un concreto concorso degli alleati al respingimento dei clandestini e alla condivisione dei profughi». Sulla stessa posizione di Calderoli il collega leghista Castelli. «La dichiarazione di Calderoli apre di fatto la crisi di governo», è la lettura di Italo Bocchino, vice presidente di Fli, ma il suo capogruppo, Benedetto Della Vedova, precisa che «Futuro e libertà, come ha già fatto a suo tempo, manterrà anche questa volta un atteggiamento responsabile nell'interesse dell'Italia». «Di nuovo il governo ha mentito agli italiani», ha detto Massimo Donadi, capogruppo di Idv alla Camera. «Avevano detto che non avrebbero mai bombardato e invece hanno cambiato idea». Per Anna Finocchiaro, capogruppo al Senato del Pd, «il nostro riferimento continua a essere la risoluzione dell'Onu. Se verranno confermati i confini di quella risoluzione il Pd non farà mancare il suo assenso. Quello che troviamo gravi sono le divisioni irresponsabili che continuano a manifestarsi dentro il governo con la Lega che continua a prendere le distanze dalle decisioni di Berlusconi». Per il vicario di Tripoli, monsignor Martinelli, la decisione dell'Italia è una «scelta rovinosa». «Ci vuole prudenza, dialogo e confronto prima di prendere delle decisioni. Evitiamo di dividerci», è l'ammonimento di Luciano Sardelli, del gruppo dei Responsabili, e il suo collega Elio Belcastro dà «sostegno convinto al governo».

RAID - La Nato nella notte tra domenica e lunedì ha bombardato il quartier generale di Gheddafi a Tripoli provocando tre morti e 45 feriti. Il rais non risulta essere rimasto coinvolto. Le truppe fedeli al colonnello hanno sferrato in mattinata un attacco a Misurata, ma fonti dei ribelli hanno detto che è stato respinto al costo di 30 morti e 60 feriti.

5 commenti:

Massimo ha detto...

Spero almeno che ogni bomba ci sia pagata a peso d'oro in termini di respingimenti, contratti e petrolio.

Eleonora ha detto...

Certo Massimo, come no. Poi però quando saremo invasi dai profughi che affamiamo, non abbiamo alcun diritto di lamentarci che non li vogliamo.

samuela ha detto...

E casualmente entriamo in guerra quando il "nemico" (????) sta indietreggiando. Sotto il tavolo per qualche briciola tra un calcio nei denti e l'altro.

Vado a nascondermi.

Eleonora ha detto...

Appunto. Ma tant'è che si sapeva già che sarebbe finita così. Proni con madre libertà america e complice di Napoleone. Con la differenza che Napoleone non se ne prenderà nemmeno uno di profugo.

samuela ha detto...

Io ho come il sospetto che la contropartita per il Nanus Nostrus -quello sbagliato giusto per capirci- sia stata sostanziosa sul fronte interno...Vedremo come si evolvono le sue vicende giudiziare di qui ad un annetto...