lunedì 25 aprile 2011

Ancora sui rom


Roma - I rom che in questi giorni hanno trovato riparo nel chiostro della Basilica di San Paolo, assistiti dalla Caritas diocesana di Roma, da questa sera saranno trasferiti presso una struttura di accoglienza individuata dalla stessa Caritas e gestita dalla cooperativa sociale Domus. Lo rende noto la Caritas precisando che poco dopo le 19 cominceranno le operazioni di trasferimento con alcuni pullman.

La messa e gli sfollati. Mentre nella basilica di San Paolo si celebra la messa di Pasqua all'esterno i rom da tre giorni occupano chiostro e il parco adiacente la chiesa. E la situazione resta immutata. Partiti ieri per il rimpatrio assistito un paio di gruppi per poco più di una decina di nuclei familiari ai quali sono stati offerti mille euro, i negoziati si sono interrotti e non sono più ripresi. Oggi, a metà mattina, la basilica era affollata di fedeli. Molti hanno donato uova e colombe ai bambini e alle donne che erano sdraiati sul parco adiacente alla chiesa. Il sacerdote ha poi celebrato la messa incentrando l'omelia sul significato della Pasqua e della risurrezione. Sui nomadi, non un accenno.

Le transenne. Durante la notte scorsa la gendarmeria ha transennato l'interno del chiostro per evitare che i rom si avvicinassero al cancello d'ingresso, così come è successo ieri. E mentre il personale di vigilanza e quello della gendarmeria vaticana controllava l'ingresso, i bimbi rom si avvicinavano ai cancelli nella speranza di incrociare lo sguardo di uno dei genitori rimasti dentro o di altri familiari. Da ieri mattina, ai nomadi che uscivano dalle stanze dove avevano trascorso la notte non veniva più consentito di fare rientro. Così, le famiglie e i gruppi si sono separati: al di qua e al di là del cancello.

La richiesta di aiuto. Dopo la messa, una delle donne rom, in lacrime e in preda a un momento di crisi, rivolgendosi alle persone che si allontanavano dalla Basilica ha urlato "Aiutateci! Aiutateci". Alcuni fedeli si sono fermati vicino al prato incuriositi ma, saputo quanto stava accadendo, si sono allontanati in fretta. ''Chiediamo semplicemente una casa - ha aggiunto la donna in lacrime - perché non vogliamo andare a vivere lontano da Roma". Sul prato è stato affisso anche uno striscione con la scritta "Comune&Vaticano... restiamo umani''. Intorno, numerosi volontari di diverse associazioni hanno offerto assistenza ai nomadi. Nella tarda mattinata sono stati allestiti dei tavoli ed è stato distribuito il pranzo pasquale a base di affettati, uova, pasta e carne. Dopo le prime resistenze, i rom hanno consumato il pranzo anche se molte donne continuavano a piangere e a invocare aiuto. Un gruppo di bimbi inizialmente è rimasto a poca distanza dai tavoli, poi, esortati dai volontari, si sono avvicinati ai tavoli per pranzare. E intanto ci si organizza, in previsione di trascorrere la terza notte.

1 commenti:

samuela ha detto...

Non son riuscita a non incazzarmi neppure in giorni festivi. La loro quinta colonna è sempre la parte più nauseante della faccenda.
Detto questo, vado OT, io alle prossime elezioni me ne starò a casa. Definire "a costo zero" un piano come la totale deregulation dell'edilizia -come del resto auspicato anche dalla UE francofila che vede la nostra agricoltura come il fumo negli occhi - non solo ci porterà definitivamente al grado di larve, ma attirerà una quantità di bipedi allogeni inimmaginabile. L'urbanizzazione totale, quanti potenziali milioni di abitanti in più per una striscia di terra dove si soffoca e non si sopravvive? Qui nell'ex Nord Italia basta la parola magica "edilizia popolare" e puoi fare quello che vuoi. Che poi a sbucare dalle case popolari siano delle facce inconfondibili con la vodka in mano alle due del pomeriggio -e la Classe C nuova fiammante- dei diversamente bianchi che inveiscono contro la polizia, dei diversamente più o meno gialli che non trovano di meglio che sibilarti dietro, beh, pazienza. I rom escono dagli appartamenti in piazza e salgono su furgoni nuovi di zecca. Beh, pazienza. Non abbiamo neanche mai risolto il problema meridionale, viviamo in un non-luogo degradato all'ennesimo e criminogeno. Beh, pazienza.
L'importante è che qualcuno ci guadagni. Me ne starò a casa, tanto gli stranieri non possono votare.