martedì 5 aprile 2011
No alla tendopoli
Fermo - Il campo profughi all’ex Sadam un merito ce l’ha. Aver messo d’accordo destra e sinistra, candidati e no, partiti e cittadini. Perché tutti - o quasi - sono d’accordo. Quella tendopoli non s’ha da fare. Sarebbe un disastro. Ieri il caso è stato affrontato nel corso di un summit dei capigruppo consiliari, convocata il giorno prima dal sindaco Saturnino Di Ruscio. Parlano di dover dare una soluzione alla emergenza, “a condizione che ciò avvenga nei limiti, nelle condizioni e in modo sostenibile con la realtà del territorio comunale e più in generale del Fermano”.
Il campo dovrebbe garantire spazio a 700 immigrati. I capigruppo propongono invece “una distribuzione uniforme in tutto il territorio regionale in un ordine che tenga conto delle caratteristiche delle singole realtà locali marchigiane”, scegliendo “ex caserme dismesse e altri stabili non utilizzati”. Un comunicato ricorda la “gravissima alluvione con pesantissimi danni” che ha colpito il territorio e il fatto che l’area ipotizzata non è idonea “per ospitare un centro di accoglienza (ad esempio per la mancanza di fognature). La soluzione della tendopoli andrebbe a compromettere il rispetto della dignità stessa degli immigrati oltre che le condizioni igieniche di un quartiere densamente abitato”. I vertici dei gruppi consiliari chiedono inoltre “un incontro urgente con le autorità prefettizie, regionali e provinciali per trovare soluzioni condivise”. Se gli incontri con le autorità competenti non andranno buon fine - e oggi ne è già previsto uno - la conferenza dei capigruppo è pronta “a convocare un consiglio comunale aperto urgente per la deliberazione di un atto ufficiale che manifesti il dissenso e la volontà di tutti i cittadini”. In calce le firme di Saturnino Di Ruscio, Nello Raccichini, Sandro Vallasciani, Mario Iommi, Andrea Zaccarelli, Mauro Strovegli, Paolo Calcinaro, Mirko Steca, Silvio Dionea, Mauro Fortuna e Giampiero Gallucci. Il caso è stato analizzato anche dalle forze dell’ordine, e il Consap, sindacato di polizia, per bocca di Stefano Belfiore, fa sapere di essere favorevole all’arrivo degli immigrati sempre che si garantisca l’attivazione della Questura. Ieri, comunque, ha preso corpo l’ipotesi che un simile concentramento nel Fermano sia altamente improbabile. Si è trattato solo di una valutazione chiesta dal ministero.
D’altra parte il problema resta sempre lo stesso. Senza comandi provinciali di carabinieri e polizia il Fermano è inadeguato. La tesi, confermata ieri dal presidente della Provincia Fabrizio Cesetti, è la stessa. Così com’è, questa ipotesi “appare partorita da menti irresponsabili”. Anche Cesetti, come Di Ruscio, ha espresso al prefetto Emilia Zarrilli la sua totale contrarietà. “La Provincia è disponibile a fare la propria parte - assicura Cesetti - e ad accogliere un numero di profughi proporzionale a quello degli abitanti del proprio territorio, ma con l’ovvia conseguenza che le persone che dovranno essere ospitate nelle Marche siano distribuite in egual misura in tutto il territorio regionale”. Il centro per immigrati potrebbe invece rappresentare una delle 21 tendopoli (con tende da sette posti l’una), una per ogni Regione, annunciate dal Governo venerdì scorso. Una scelta contestata anche dalla Regione. Che chiede di distribuire gli stranieri in più strutture, ricorrendo al volontariato e concedendo permessi di soggiorno temporaneo. Oggi ci sarà comunque un nuovo incontro con le Regioni e gli enti locali.
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