giovedì 7 aprile 2011

Cominciate voi alti prelati...

... fatelo questo corridoio umanitario e portateli direttamente nelle vostre ricche dimore.


ROMA - «L'arrivo di profughi e migranti dal Nord Africa può dar fastidio ma non è cristiano questo egoismo» che porta ad alzare barriere che impediscano il flusso migratorio. Lo afferma il presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti, arcivescovo Antonio Maria Vegliò, intervistato dalla Radio Vaticana. «Dobbiamo aprirci agli altri, anche politicamente parlando, perchè è un fenomeno che non si può fermare, dunque dobbiamo darci una regolata», aggiunge esprimendo «profonda tristezza per il tragico naufragio di ieri». «La scelta dei barconi via mare - rileva il capo dicastero - è un'estrema alternativa dettata dall'impossibilità di utilizzare altri mezzi, dato che da tempo i Paesi Europei hanno chiuso i confini, introducendo norme restrittive sugli ingressi».

«SERVE CORRIDOIO UMANITARIO» - Della tragedia nel Canale di Sicilia parla ai microfoni dell'emittente pontificia anche don Mossè Zerai dell'Agenzia umanitaria Abeshia che assiste i profughi in arrivo dall'Eritrea. «Se la comunità europea ci avesse ascoltato quando noi, insieme al vescovo di Tripoli, lanciavamo l'appello per evacuare i profughi africani dalla Libia, non saremmo qui a contare i morti e i dispersi», afferma. «Chiediamo - scandisce il sacerdote - un piano di evacuazione, un corridoio umanitario dalla Libia, dalla Tunisia o dall'Egitto del Sud. C'è il rischio che queste persone, se non troveranno vie di fuga assistite, si affidino ancora, per la disperazione, ai barconi e al mare».

1 commenti:

nuovopatriota ha detto...

In Vaticano credo ce ne possano stare qualche migliaio, ovviamente da recintare insieme ai preti (non gli ho ancora perdonato la distruzione del mio Ordine).

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+nuovopatriota+
[mai domi! il vero patriota è irriducibile!]