domenica 29 novembre 2009

Svizzera

Minareti : chi sono i veri razzisti? di Giorgio Ghiringhelli

Recentemente il Consiglio federale ha messo in consultazione una modifica del Codice penale che prevede una multa per chiunque utilizzerà o diffonderà pubblicamente simboli razzisti, specialmente quelli del nazionalsocialismo (come ad esempio la croce uncinata, il saluto nazista o il simbolo delle SS). Ebbene, il Corano in certi passaggi non ha nulla da invidiare al “Mein Kampf” di Hitler, essendo infarcito di versetti che inneggiano alla superiorità dei musulmani rispetto ai non musulmani, fomentano l’odio contro ebrei, cristiani e atei e aizzano a ucciderli (es. “ammazzateli dovunque essi si incontrino! Fateli uscire da dove essi vi han cacciato (…) – 2 :19). E del resto basta guardare cosa avviene in molti Paesi islamici per averne una conferma. Oggi v’è chi cerca di far passare per razzisti coloro che cercano di denunciare l’islamizzazione dell’Europa e della Svizzera e si battono contro i simboli dell’Islam: ma la storia – ahinoi, quando sarà troppo tardi – dirà chi erano i veri razzisti ed i loro fiancheggiatori e renderà giustizia a chi l’aveva capito subito ed aveva avuto il coraggio di dirlo. E allora come la mettiamo con i simboli di una religione che, checché ne dicano i suoi seguaci ed i suoi difensori d’ufficio, è in odor di spiccato razzismo? A seguito della modifica del Codice penale potranno essere multati anche coloro che costruiranno minareti o esibiranno pubblicamente il velo islamico? E’ proprio vero che dalla storia non si impara mai niente: ci preoccupiamo di vietare i simboli di un’ideologia del passato e chiudiamo gli occhi su un’ideologia che, con la tattica delle fette di salame (leggete in proposito i rapporti Obin e Dénécée pubblicati sul sito www.ilguastafeste.ch), ci sta portando lentamente ma inesorabilmente nella stessa tragica direzione sfruttando anche in questo caso le debolezze della democrazia. Coloro che in nome della libertà di religione vorrebbero mettere tutte le religioni sullo stesso piano dimenticano che l’Islam non è una religione come le altre ma è un’ideologia che strumentalizza una religione con il preciso obiettivo di sottomettere con la persuasione e la violenza tutti i non musulmani del mondo. Per questi ed altri motivi l’Islam è dunque incompatibile con la democrazia e con la Dichiarazione dei diritti dell’uomo, e va tenuto a freno nei Paesi occidentali anziché essere incoraggiato cercando di andare incontro alle sue esigenze e cercando di renderci islamcompatibili. La votazione sui minareti, comunque andrà a finire, non arresterà l’islamizzazione del nostro Paese e quella dei musulmani moderati giunti da noi in cerca di libertà (i quali grazie alla dabbenaggine di molti nostri politici rischiano di cadere dalla padella alla brace), ma farà capire agli integralisti islamici – specie agli adepti della Fratellanza musulmana ben presente anche in Ticino – che la Svizzera non sarà terra di facili conquiste perché una grossa fetta di discendenti di Guglielmo Tell ha capito il loro “gioco” ed è ancora pronta a battersi contro chi vorrebbe sottometterci. E mi auguro che dopo i minareti toccherà al velo islamico e al burqa… Sulla controversa proposta di vietare la costruzione di minareti in Svizzera c’è chi ha fatto notare che l’iniziativa non rispetterebbe la Convenzione europea dei diritti dell’uomo (la quale garantisce la libertà di religione e la libertà di manifestare liberamente la propria religione) e che quasi certamente i giudici di Strasburgo annullerebbero una decisione popolare favorevole al divieto. Ovviamente tutto è possibile, ma mi risulta che nel 2005 la Corte europea per i diritti umani, esprimendosi sul caso di una studentessa musulmana che era stata sospesa dall’Università di Istanbul per l’uso del velo islamico, aveva confermato che la legge turca che impone il divieto di indossare il velo in università ed edifici pubblici non violava i diritti umani. Quindi è anche possibile che la stessa Corte potrebbe arrivare alla medesima conclusione per quanto riguarda un eventuale divieto di costruire minareti. C’è pure chi ha fatto notare che un simile divieto sconfesserebbe l’insieme dei valori iscritti nel Patto delle Nazioni Unite (detto anche Patto ONU II) relativo ai diritti civili e politici. Ebbene, tale Patto stabilisce fra l’altro che in caso di elezioni lo spoglio delle schede deve avvenire in presenza dei candidati o dei loro rappresentanti. Proprio facendo appello a questa disposizione nel 2007 avevo presentato al Tribunale federale un ricorso contro gli atti preparatori delle elezioni cantonali in Ticino lamentando l’impossibilità per i partiti che partecipavano alle elezioni di poter inviare un loro rappresentante ad assistere alla regolarità dei lavori di spoglio. Ed i giudici federali respinsero il ricorso facendo notare che la Svizzera non aveva ratificato il protocollo facoltativo sui ricorsi individuali che consentirebbe ai cittadini di inoltrare ricorso al Consiglio dei diritti dell’uomo contro violazioni di norme contenute nel Patto. Quindi ho imparato a mie spese (avendo dovuto pagare una tassa di giudizio di 1′000 franchi) che questo Patto ONU II non ha alcun carattere vincolante per la Svizzera ed i suoi abitanti, e sarei molto sorpreso di apprendere che per i minareti si faccia un’eccezione. Andiamo dunque a votare tranquillamente secondo le nostre idee, e senza farci intimorire e condizionare da chi avrebbe preferito che il Parlamento dichiarasse irricevibile l’iniziativa per mettere il bavaglio ai cittadini ed evitare un voto che fa paura…

Gli svizzeri dicono "no" ai nuovi minareti

Ginevra - Gli svizzeri avrebbero accettato l'iniziativa contro la costruzione di minareti con il 59% di voti a favore, stando alle prime prime tendenza rilevate dall'istituto Gfs.Berna per conto della Televisione svizzera. I sondaggi prevedevano una sconfitta dell'iniziativa promossa dalla destra nazional-conservatrice ed osteggiata dal governo. L'altra iniziativa in votazione sul divieto contro l'esportazione di materiale bellico dovrebbe invece essere bocciata come previsto. Stando alle prime proiezioni la quota dei "no" è attorno al 68%. Il no ai minareti, non è un no al diritto di preghiera per i musulmani, ha affermato il parlamentare Oskar Freysinger dell'Unione democratica di centro (Udc), tra i principali promotori del referendum per il divieto di costruzione di nuovi minareti. "Il divieto dei minareti non cambierà niente per i musulmani che potranno continuare a praticare la loro religione, a pregare e a riunirsi. Si tratta di un messaggio, la società civile vuole mettere un freno agli aspetti politico-giuridici dell'Islam", ha detto Freysinger alla televisione svizzera.

5 commenti:

Nessie ha detto...

Ogni tanto, c'è una buona notizia. Meno male.

Massimo ha detto...

Oggi siamo tutti svizzeri (almeno in spirito !) :-)

Andrea ha detto...

Chissà che gli Svizzeri non facciano da apripista...

Anche sulla cittadinanza, a parte il decerebrato (occorre che specifichi chi ?) che propone 5 anni, c'è già chi ventila di abbassarla da 10 a 8 anni.

Facciamo invece come la Svizzera : 12 anni !

Eleonora ha detto...

Mefisto, l'ho già detto rispondendo a Nessie in un altro post. La sbai vorrebbe portare da 10 a 8 anni, io dico di portare la domanda a 12. Infatti.

kizzy ha detto...

A 12? Io dico anche a 15, in Svizzera se non sbaglio non la danno neanche dopo 20 (così almeno si lamentava un magrebino intervistato da 'La stampa'-giornale che eviterei di vedere ma che purtroppo circola a casa mia...)