giovedì 12 novembre 2009

Islam

Operazione della Guardia di Finanza di Milano. Passaporti falsi, arrestati algerini iscritti in liste antiterrorismo Onu. La banda commissionava furti e rapine e spediva il denaro in Algeria «rubando» l'identità a calciatori

MILANO
- Fabbricavano documenti falsi per avere libertà di movimento in Europa e nel Nord Africa, in collaborazione con persone iscritte nelle liste antiterrorismo dell'Onu. I militari della Guardia di Finanza di Milano hanno eseguito all'alba 17 ordinanze di custodia cautelare (sei delle quali in Italia) a carico di altrettanti algerini, accusati di vari reati tra i quali il possesso e la fabbricazione di documenti falsi, un reato introdotto dalla legge antiterrorismo del 2005. Gli indagati fanno parte di un'organizzazione che agiva a livello internazionale e che coinvolge persone iscritte nella lista antiterrorismo dell'Onu. Il provvedimento di custodia cautelare è stato emesso dal gip Gloria Gambitta su richiesta del pm Luigi Orsi.

RAPINE E FURTI - L'operazione, ribattezzata «Special Hajj», ha permesso di scoprire che l'associazione si finanziava attraverso la commissione sistematica di borseggi, rapine e furti, provvedendo anche a ricettarne i ricavati: è stato così accertato un «volume d'affari» di un milione di euro in tre anni. Il denaro veniva poi trasferito a mezzo corrieri in Algeria, «senza superare i limiti di valuta esportabile (10 mila euro) e, per non destare sospetto, utilizzando ogni volta identità di copertura diverse».

I CALCIATORI - Spesso sono state usurpate le identità di calciatori algerini che nel tempo hanno militato nei campionati professionistici europei. Nel corso delle investigazioni, sono stati rilevati contatti tra gli indagati e soggetti nordafricani coinvolti in indagini per terrorismo internazionale da diverse magistrature europee. Oltre ai 17 arresti di venerdì mattina, negli oltre due anni di indagini svolte sono stati già arrestate altre 6 persone per reati di falso ed immigrazione clandestina. Contestualmente agli arresti, sono state condotte alcune perquisizioni, una delle quali ha permesso di scoprire un magazzino sito in provincia di Bergamo pieno di prodotti elettronici che, ad un primo esame, risultano frutto di ricettazione.

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