lunedì 30 novembre 2009

Non dovevamo sapere...

Avrebbero fornito supporto logistico a una cellula del gruppo Salafita. Arrivati due tunisini da Guantanamo. La notizia diffusa dal Tg1. Il procuratore di Milano Spataro: «Avevamo raccomandato il riserbo assoluto»

MILANO
- Sono arrivati a Milano i primi due detenuti di Guantanamo: si tratta di due tunisini, Adel Ben Mabrouk e Mohamed Ben Riadh Nasri. La notizia è stata diffusa dal Tg1. No comment del procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro, che ha sottolineato: «Avevamo raccomandato il riserbo assoluto sulla vicenda». Dopo l'interrogatorio saranno portati in carcere, a Opera o a San Vittore, in regime As2 («Alta sicurezza, secondo livello», il circuito creato ad hoc per gli indagati, imputati o condannati per terrorismo). Quindi saranno processati in Italia.

LE ACCUSE - Nei confronti dei due tunisini era stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare a giugno 2007 dal gip Guido Salvini, su richiesta del pm Elio Ramondini, per terrorismo internazionale. Le accuse: associazione per delinquere, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e altri reati aggravati dalla finalità di terrorismo. Sono accusati in particolare di aver fornito supporto logistico a una cellula del gruppo Salafita per la predicazione e il combattimento, che avrebbe reclutato persone destinate al martirio nei Paesi in guerra. I fatti risalgono a un periodo tra il 1997 e il 2001 e le indagini della Guardia di Finanza avevano accertato che, per finanziarsi, il gruppo ricorreva anche allo spaccio di droga.

TRE TUNISINI - L'accordo raggiunto tra Italia e Stati Uniti prevedeva l'arrivo di tre detenuti tunisini. Il terzo dovrebbe essere Abdul Bin Mohammed Ourgy: anche nei suoi confronti c'è un provvedimento di arresto della magistratura milanese perché avrebbe avuto dei legami con persone dedite a reclutare volontari per l'Iraq e l'Afghanistan. I nomi dei tre sono emersi dai documenti dell'intelligence americana: dei dieci tunisini detenuti a Guantanamo almeno cinque si trovano al centro di indagini della magistratura italiana. Secondo il Pentagono, sarebbero stati reclutati negli anni scorsi da persone che frequentavano il centro culturale islamico di viale Jenner. Gli altri nomi che appaiono nei documenti, oltre a quelli di Ourgy e di Nasri, sono Ridah bin Saleh al Yazidi, Lufti bin Swei Lagha e Bil Ali Lufti. Negli interrogatori a Guantanamo, quest'ultimo ha ammesso di aver usato almeno 50 nomi diversi quando era in Italia e ha aggiunto di aver avuto qualche problema con le autorità anche se, ha detto, «non ho mai ucciso nessuno».

VERSO LA CHIUSURA - Ad agosto l'amministrazione Obama aveva annunciato il trasferimento all'estero di alcuni prigionieri detenuti a Guantanamo, un passo verso la chiusura della discussa prigione militare entro il 2010. Tra Italia e Stati Uniti c'è stata una lunga trattativa: l'accordo bilaterale prevede che Roma prenda in carico, per poi incarcerare, solo quelli che risultano avere pendenze giudiziarie in Italia.

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