Anche la Borsa ha gli “invisibili”. E’ questo il sorprendente titolo apparso in prima pagina sul Corriere Economia del 26 ottobre. scorso. Chi sono questi “invisibili”? Certo non è un caso che si alluda agli invisibili nel contesto di normali riflessioni sull’andamento della Borsa. Pare, infatti, che essi siano quasi tutti ricchissimi banchieri, i più grandi capitalisti (dico “pare” perché un alone di mistero li circonda). E’sorprendente invece che compaia apertamente un riferimento, sia pure per scherzosa analogia, a quella élite del Potere che di fatto guida il mondo, ma di cui non si parla mai, e che appunto deve a questo silenzio la sua “invisibilità”. Gli effetti, però, si vedono: la “globalizzazione” avanza a grandi passi, perseguita con una volontà implacabile e con una strategia abilissima proprio da quegli invisibili che stanno ormai per raggiungere il Governo Mondiale, il Nuovo Ordine che si erano prefissati. Per realizzarlo era necessario livellare, uniformare, omogeneizzare, unificare tutto: i mercati, le monete, i territori, le nazioni, i governi, i costumi, i valori, le religioni, i sessi, i corpi. Nulla è rimasto indenne dall’opera uniformatrice, e in America come in Europa siamo adesso di fronte al fatto compiuto. C’è una cosa, però, che gli “ invisibili” non possono unificare subito, a viso aperto, fino a quando non avranno in mano tutto il potere: i governi democratici. Il motivo è evidente: in qualsiasi democrazia i parlamenti hanno bisogno per vivere di almeno due idee contrapposte. Contrapposte significa che devono essere diverse fra loro, diseguali. Come mandare avanti, dunque, nell’appiattimento del pensiero unico, nell’uniformità dei bisogni, dei desideri, dei valori, il sistema democratico con i suoi Partiti, le sue Destre e Sinistre, i suoi Liberali e Socialisti, le sue votazioni in Parlamento? Di qui la pseudo- politica del bisticcio continuo, la vacuità dei mille pettegolezzi, le discussioni sulle inezie, l’invenzione del nulla. Un quadro questo che non è per niente, come qualcuno potrebbe pensare, precipuo dell’Italia, perché in realtà si presenta analogo in quasi tutti gli Stati democratici, in America come in Francia o in Inghilterra, ognuno con i propri scandali sessuali, con le tangenti, le ruberie, i favoritismi. Da qualche parte non si chiamano già più “partiti”, ma “associazioni”, lobbies. In realtà tutti sanno, e per primi i politici, che i parlamenti sono diventati una pura facciata. In Italia, però, la situazione è molto più difficile che negli altri Stati a causa della presenza di una Sinistra ferma agli ideali del comunismo; ideali che coincidono quasi tutti con quelli del Governo Mondiale che si sta realizzando, e che quindi le impediscono di svolgere perfino la parvenza di una opposizione. Uguaglianza, internazionalismo, mondialismo, sono sostanza del suo credo; per questo a nessuno, quanto alla Sinistra, piace l’unificazione europea, l’eliminazione delle Nazioni, il governo sovra - nazionale, l’uguaglianza fra religioni, etnie, popoli, individui, sessi, con quello che ne consegue di passione smodata per gli immigrati, per gli islamici, per gli omosessuali. Peccato, però, che siano i più grandi banchieri e i maggiori capitalisti del mondo quelli che spingono verso l’unificazione dei popoli e dei governi. Sembrerebbe una contraddizione ma non lo è, in quanto più i sudditi sono uguali e più è facile governarli. Ma per la Sinistra che, in Italia, ha per anni condannato come i peggior nemici, i “padroni”, padroni di casa, padroni della fabbrica, padroni dell’industria, insomma “i ricchi”, questa situazione l’ha praticamente paralizzata, ridotta a non saper più quale programma proporre, visto che non è in grado neanche di denunciare i crimini delle grandi banche americane, massime colpevoli della crisi economica. Contro le banche neppure uno sciopero. Si potrebbe concludere che, non avendo nulla a cui opporsi, alla Sinistra non è rimasto altro nemico che Berlusconi. Ma è proprio così? Anche Berlusconi è un entusiasta sostenitore dell’unificazione europea, passo determinante per l’unificazione mondiale, firmandone senza esitare tutti i Trattati; anche Berlusconi simpatizza con le Organizzazioni Mondiali e lavora per estenderne il potere all’Est come in Africa; anche Berlusconi partecipa ai summit dei Banchieri. Un odio personale, dunque, come ritengono molti opinionisti? L’odio personale non è una politica e, com’è evidente, significherebbe la fine della Sinistra. E’ più probabile, invece, che, dietro all’odio per Berlusconi, che serve a nutrire i fedelissimi, la Sinistra stia silenziosamente lavorando per svuotare la dialettica parlamentare e affrettare così quella fine dei parlamenti nazionali indispensabile all’instaurazione e al funzionamento del governo mondiale.
giovedì 12 novembre 2009
Mondialismi
Il Governo mondiale si avvicina di Ida Magli
Anche la Borsa ha gli “invisibili”. E’ questo il sorprendente titolo apparso in prima pagina sul Corriere Economia del 26 ottobre. scorso. Chi sono questi “invisibili”? Certo non è un caso che si alluda agli invisibili nel contesto di normali riflessioni sull’andamento della Borsa. Pare, infatti, che essi siano quasi tutti ricchissimi banchieri, i più grandi capitalisti (dico “pare” perché un alone di mistero li circonda). E’sorprendente invece che compaia apertamente un riferimento, sia pure per scherzosa analogia, a quella élite del Potere che di fatto guida il mondo, ma di cui non si parla mai, e che appunto deve a questo silenzio la sua “invisibilità”. Gli effetti, però, si vedono: la “globalizzazione” avanza a grandi passi, perseguita con una volontà implacabile e con una strategia abilissima proprio da quegli invisibili che stanno ormai per raggiungere il Governo Mondiale, il Nuovo Ordine che si erano prefissati. Per realizzarlo era necessario livellare, uniformare, omogeneizzare, unificare tutto: i mercati, le monete, i territori, le nazioni, i governi, i costumi, i valori, le religioni, i sessi, i corpi. Nulla è rimasto indenne dall’opera uniformatrice, e in America come in Europa siamo adesso di fronte al fatto compiuto. C’è una cosa, però, che gli “ invisibili” non possono unificare subito, a viso aperto, fino a quando non avranno in mano tutto il potere: i governi democratici. Il motivo è evidente: in qualsiasi democrazia i parlamenti hanno bisogno per vivere di almeno due idee contrapposte. Contrapposte significa che devono essere diverse fra loro, diseguali. Come mandare avanti, dunque, nell’appiattimento del pensiero unico, nell’uniformità dei bisogni, dei desideri, dei valori, il sistema democratico con i suoi Partiti, le sue Destre e Sinistre, i suoi Liberali e Socialisti, le sue votazioni in Parlamento? Di qui la pseudo- politica del bisticcio continuo, la vacuità dei mille pettegolezzi, le discussioni sulle inezie, l’invenzione del nulla. Un quadro questo che non è per niente, come qualcuno potrebbe pensare, precipuo dell’Italia, perché in realtà si presenta analogo in quasi tutti gli Stati democratici, in America come in Francia o in Inghilterra, ognuno con i propri scandali sessuali, con le tangenti, le ruberie, i favoritismi. Da qualche parte non si chiamano già più “partiti”, ma “associazioni”, lobbies. In realtà tutti sanno, e per primi i politici, che i parlamenti sono diventati una pura facciata. In Italia, però, la situazione è molto più difficile che negli altri Stati a causa della presenza di una Sinistra ferma agli ideali del comunismo; ideali che coincidono quasi tutti con quelli del Governo Mondiale che si sta realizzando, e che quindi le impediscono di svolgere perfino la parvenza di una opposizione. Uguaglianza, internazionalismo, mondialismo, sono sostanza del suo credo; per questo a nessuno, quanto alla Sinistra, piace l’unificazione europea, l’eliminazione delle Nazioni, il governo sovra - nazionale, l’uguaglianza fra religioni, etnie, popoli, individui, sessi, con quello che ne consegue di passione smodata per gli immigrati, per gli islamici, per gli omosessuali. Peccato, però, che siano i più grandi banchieri e i maggiori capitalisti del mondo quelli che spingono verso l’unificazione dei popoli e dei governi. Sembrerebbe una contraddizione ma non lo è, in quanto più i sudditi sono uguali e più è facile governarli. Ma per la Sinistra che, in Italia, ha per anni condannato come i peggior nemici, i “padroni”, padroni di casa, padroni della fabbrica, padroni dell’industria, insomma “i ricchi”, questa situazione l’ha praticamente paralizzata, ridotta a non saper più quale programma proporre, visto che non è in grado neanche di denunciare i crimini delle grandi banche americane, massime colpevoli della crisi economica. Contro le banche neppure uno sciopero. Si potrebbe concludere che, non avendo nulla a cui opporsi, alla Sinistra non è rimasto altro nemico che Berlusconi. Ma è proprio così? Anche Berlusconi è un entusiasta sostenitore dell’unificazione europea, passo determinante per l’unificazione mondiale, firmandone senza esitare tutti i Trattati; anche Berlusconi simpatizza con le Organizzazioni Mondiali e lavora per estenderne il potere all’Est come in Africa; anche Berlusconi partecipa ai summit dei Banchieri. Un odio personale, dunque, come ritengono molti opinionisti? L’odio personale non è una politica e, com’è evidente, significherebbe la fine della Sinistra. E’ più probabile, invece, che, dietro all’odio per Berlusconi, che serve a nutrire i fedelissimi, la Sinistra stia silenziosamente lavorando per svuotare la dialettica parlamentare e affrettare così quella fine dei parlamenti nazionali indispensabile all’instaurazione e al funzionamento del governo mondiale.
Anche la Borsa ha gli “invisibili”. E’ questo il sorprendente titolo apparso in prima pagina sul Corriere Economia del 26 ottobre. scorso. Chi sono questi “invisibili”? Certo non è un caso che si alluda agli invisibili nel contesto di normali riflessioni sull’andamento della Borsa. Pare, infatti, che essi siano quasi tutti ricchissimi banchieri, i più grandi capitalisti (dico “pare” perché un alone di mistero li circonda). E’sorprendente invece che compaia apertamente un riferimento, sia pure per scherzosa analogia, a quella élite del Potere che di fatto guida il mondo, ma di cui non si parla mai, e che appunto deve a questo silenzio la sua “invisibilità”. Gli effetti, però, si vedono: la “globalizzazione” avanza a grandi passi, perseguita con una volontà implacabile e con una strategia abilissima proprio da quegli invisibili che stanno ormai per raggiungere il Governo Mondiale, il Nuovo Ordine che si erano prefissati. Per realizzarlo era necessario livellare, uniformare, omogeneizzare, unificare tutto: i mercati, le monete, i territori, le nazioni, i governi, i costumi, i valori, le religioni, i sessi, i corpi. Nulla è rimasto indenne dall’opera uniformatrice, e in America come in Europa siamo adesso di fronte al fatto compiuto. C’è una cosa, però, che gli “ invisibili” non possono unificare subito, a viso aperto, fino a quando non avranno in mano tutto il potere: i governi democratici. Il motivo è evidente: in qualsiasi democrazia i parlamenti hanno bisogno per vivere di almeno due idee contrapposte. Contrapposte significa che devono essere diverse fra loro, diseguali. Come mandare avanti, dunque, nell’appiattimento del pensiero unico, nell’uniformità dei bisogni, dei desideri, dei valori, il sistema democratico con i suoi Partiti, le sue Destre e Sinistre, i suoi Liberali e Socialisti, le sue votazioni in Parlamento? Di qui la pseudo- politica del bisticcio continuo, la vacuità dei mille pettegolezzi, le discussioni sulle inezie, l’invenzione del nulla. Un quadro questo che non è per niente, come qualcuno potrebbe pensare, precipuo dell’Italia, perché in realtà si presenta analogo in quasi tutti gli Stati democratici, in America come in Francia o in Inghilterra, ognuno con i propri scandali sessuali, con le tangenti, le ruberie, i favoritismi. Da qualche parte non si chiamano già più “partiti”, ma “associazioni”, lobbies. In realtà tutti sanno, e per primi i politici, che i parlamenti sono diventati una pura facciata. In Italia, però, la situazione è molto più difficile che negli altri Stati a causa della presenza di una Sinistra ferma agli ideali del comunismo; ideali che coincidono quasi tutti con quelli del Governo Mondiale che si sta realizzando, e che quindi le impediscono di svolgere perfino la parvenza di una opposizione. Uguaglianza, internazionalismo, mondialismo, sono sostanza del suo credo; per questo a nessuno, quanto alla Sinistra, piace l’unificazione europea, l’eliminazione delle Nazioni, il governo sovra - nazionale, l’uguaglianza fra religioni, etnie, popoli, individui, sessi, con quello che ne consegue di passione smodata per gli immigrati, per gli islamici, per gli omosessuali. Peccato, però, che siano i più grandi banchieri e i maggiori capitalisti del mondo quelli che spingono verso l’unificazione dei popoli e dei governi. Sembrerebbe una contraddizione ma non lo è, in quanto più i sudditi sono uguali e più è facile governarli. Ma per la Sinistra che, in Italia, ha per anni condannato come i peggior nemici, i “padroni”, padroni di casa, padroni della fabbrica, padroni dell’industria, insomma “i ricchi”, questa situazione l’ha praticamente paralizzata, ridotta a non saper più quale programma proporre, visto che non è in grado neanche di denunciare i crimini delle grandi banche americane, massime colpevoli della crisi economica. Contro le banche neppure uno sciopero. Si potrebbe concludere che, non avendo nulla a cui opporsi, alla Sinistra non è rimasto altro nemico che Berlusconi. Ma è proprio così? Anche Berlusconi è un entusiasta sostenitore dell’unificazione europea, passo determinante per l’unificazione mondiale, firmandone senza esitare tutti i Trattati; anche Berlusconi simpatizza con le Organizzazioni Mondiali e lavora per estenderne il potere all’Est come in Africa; anche Berlusconi partecipa ai summit dei Banchieri. Un odio personale, dunque, come ritengono molti opinionisti? L’odio personale non è una politica e, com’è evidente, significherebbe la fine della Sinistra. E’ più probabile, invece, che, dietro all’odio per Berlusconi, che serve a nutrire i fedelissimi, la Sinistra stia silenziosamente lavorando per svuotare la dialettica parlamentare e affrettare così quella fine dei parlamenti nazionali indispensabile all’instaurazione e al funzionamento del governo mondiale.
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