giovedì 26 novembre 2009

Le parole

Le parole devono avere un senso. Anche per quelli di FareFuturo

Le parole non solo hanno un senso. Sono qualcosa di più: sono importanti, come diceva Nanni Moretti nel film "Palombella Rossa" già evocato qualche tempo addietro dagli amici di Farefuturo. Purché non vi si giochi, usandole un giorno per chiedere una cosa e il giorno dopo - ottenuto il risultato e constatato che non è tanto conveniente - affermare l'esatto contrario. Il perché è presto detto. In un corsivo sul giornale online della Fondazione di Gianfranco Fini, Filippo Rossi si chiede oggi se dietro l'effigie del "popolo" e della "libertà" non si celi piuttosto il tentativo di instaurare nel PdL un regime di "centralismo democratico", dove il contributo di chi "cerca di descrivere, pensare, sognare una destra altra rispetto a una vulgata" sia destinato a essere relegato "nelle stanze dei bottoni di una struttura che così diventa, oggettivamente, monolitica, burocratica, chiusa". La prova di tutto questo starebbe nella citazione, da parte di Gaetano Quagliariello, dell'anglosassone Ewart Gladstone, il quale ebbe a dire che "tra la propria coscienza e il proprio partito, un gentiluomo sceglie sempre il partito". Qui sta il punto, dicono a Farefuturo: "C'è invece chi è convinto che un uomo, prima di tutto, prima di ogni altra cosa, debba scegliere la propria coscienza". Ma se le parole hanno un senso, cerchiamo di capirci. Perché scegliere di appartenere a un popolo, prendervi parte, vuol dire anche rimettere consapevolmente parte della propria libertà per amore nei confronti della comunità. Nella fattispecie, per amore del partito al quale volontariamente si è deciso di aderire, mossi dalla coscienza che è (o almeno dovrebbe essere) un rimando a principi previi e non un alibi soggettivo o una lavanderia personale attraverso la quale mondare e ammantare di senso superiore qualsiasi desiderio e qualsiasi sogno. Quanto al resto, ci era parso di capire che la richiesta di un popolo che fosse anche partito, e che in quanto tale riunisse i suoi organi statutari e discutesse le varie istanze, fosse provenuta proprio dall'area politico-culturale che a Farefuturo fa riferimento. A meno di non dover pensare che il dibattito e il pluralismo interno tanto cari alla "destra altra" debbano arrestarsi alla fase del confronto, cancellando con un tratto di penna il passaggio successivo: quello in cui, come in ogni democrazia che si rispetti, si vota, ci si conta, si determinano maggioranze e minoranze, e in base a questo si fissa una linea. Perché il buon Gladstone, nella metafora che tanto disturba Filippo Rossi, intendeva racchiudere lo spirito che anima i partiti anglosassoni: massima libertà all'interno, ampia libertà di confronto e discussione, ma poi di fronte al proprio popolo ci si presenta con un volto solo e un messaggio chiaro. In caso contrario, il rischio è l'anarchia. Non vorremmo insomma che gli amici di Farefuturo, dopo aver fatto le barricate per dar vita a un partito in cui si discute, una volta raggiunto il risultato abbiamo cambiato idea per il solo fatto d'aver constatato di essere in minoranza. Se è così, basta dirlo. L'importante è non giocare con le parole.

3 commenti:

Massimo ha detto...

Il futuro che vogliono fare i finioti è un futuro di miseria, terrore e morte. Siamo ancora in tempo a fermarli, ma dobbiamo impegnarci sempre di più, anche al di fuori di quasti spazi informatici ...

theo ha detto...

Io credo che Fare futuro sia solo un alibi; spesso se non si riesce a tacitare la propria coscenza si cercano appigli "alti" e roboanti, parole complesse e artatamente poco chiare per eliminare di autodefinirsi stronzi. penso anche che Fare Futuro sia l'esempio perfetto di coloro che sentendosi soggiogati ed isolati nel loro ambiente cercano in ogni modo di farsi accettare. per ottenere questo sono disposti a qualsiasi cosa: si chiama subordinazione culturale e diventa politica fraudolenta.

Eleonora ha detto...

Ciao a tutti e due. Se la gente comincia a capire chi e cosa è farefuturo, l'associazione mi sa che durerà molto poco.