mercoledì 11 novembre 2009

Paceamorefratellanza

Belluno. Inneggiava al terrorismo e all'attentato di Milano: espulso. Rimpatriato marocchino di 43 anni, diceva che il libico arrestato per la bomba alla caserma «ha fatto bene» di Simona Pacini

Aveva inneggiato più volte all’attentato alla caserma Santa Barbara di via Perrucchetti a Milano compiuto da un libico lo scorso 11 ottobre. Frasi ripetute nei bar del Cadore, («ha fatto bene, quello è uno come me»), ma anche davanti a carabinieri e poliziotti in segno di sfida, di provocazione. E quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Mustafà Belkadi, marocchino di 43 anni, residente a Lozzo di Cadore da anni, è stato espulso giovedì scorso. Ma non è stato semplice. Prima di essere portato, con la camicia di forza e con doppia scorta, al centro di permanenza temporanea di via Corelli a Milano, l’uomo ha dato in escandescenze spaccando addirittura una finestra della sede della Polizia in via Lungardo. Il fatto si è verificato lo scorso giovedì. L’ultima giornata bellunese di Belkadi è iniziata alle 5 del mattino quando ha ricevuto la visita dei poliziotti che lo andavano a prelevare per portarlo in questura, nell’ufficio stranieri dell’area ex Bardin, per accertamenti. L’uomo non si è preoccupato più di tanto. Pensava che fosse uno dei tanti controlli di routine. Poi, scorrendo le ore, fra verifiche di documenti e telefonate, poco dopo le 14, gli è stato comunicato che sarebbe stato portato a Milano nel centro di via Corelli in attesa dell’allontanamento vero e proprio dal territorio italiano. A quel punto l’uomo però non ci ha più visto. Ha cominciato ad agitarsi, ad inveire, a prendere a calci e pugni i poliziotti che cercavano di calmarlo, fino a sferrare un pugno ad una finestra, spaccandone la vetrata. È stato necessario richiedere l’intervento del 118 che ha inviato sul posto un’ambulanza. Belkadi è stato accompagnato, sempre scortato dalla polizia, in ospedale per essere medicato. Le ferite sono state giudicate guaribili in pochi giorni e non hanno richiesto alcun punto di sutura. Dopo l’intervento sanitario l’uomo è stato accompagnato a Milano da dove sarà rimpatriato in Marocco. Belkadi, disoccupato da tempo, era stato arrestato nell’ottobre 2008 dai carabinieri di Cortina nell’ambito dell’operazione Lamb con l’accusa di spaccio di grandi quantità di droga. Dal processo, svolto con rito abbreviato, era uscito con un’assoluzione. Ma, a causa di una serie di problemi cardiaci che ha sempre sostenuto di avere, a causa del ritiro della patente da parte della polizia per sospetta assunzione di stupefacenti, con la conseguenza impossibilità a muoversi per le strade del Cadore, non era più riuscito a trovare un lavoro, perdendo così i requisiti per mantenere il permesso di soggiorno. A tutto ciò si è aggiunta una serie di comportamenti aggressivi e provocatori messi in atto in locali pubblici, ma anche davanti a poliziotti e carabinieri con i quali inneggiava all’attentato alla caserma di Milano facendo intendere, neppure troppo velatamente, che anche lui avrebbe potuto fare un atto del genere. Fatto che gli è valsa l’espulsione immediata.

2 commenti:

dethita ha detto...

Quello che mi lascia allibita è il fatto che questo tizio è:
1) un nullafacente: non "disoccupato". Perchè i disoccupati il lavoro lo cercano, lui invece campa scuse per non andarselo a cercare
2) spacciatore di droga
3) violento

E nonostante questo, ha dovuto mettersi ad urlare ai quattro venti il suo appoggio ad un atto teroristico per essere espulso!
Della serie che finchè sono parassiti e criminali, ma non "apertamente fanatici", ce li teniamo.

kizzy ha detto...

Appunto... ti quoto in pieno!