mercoledì 3 novembre 2010
Punti di vista
Basta con le solite ipocrisie: tutti preferiamo figli etero di Melania Rizzoli
Ne ha detta un’altra delle sue. E in modo naturale e per niente mascherato, com’è nel suo stile. Una frase dentro un discorso pubblico pronunciato al microfono della fiera di Milano: «È meglio essere appassionati di belle ragazze che essere gay». Così Silvio Berlusconi ha sintetizzato una sua personale opinione in risposta alla valanga di articoli che occupano pagine e pagine dei giornali, a proposito del «caso Ruby». E immediate sono arrivate le risposte indignate degli omosessuali famosi, delle associazioni di categoria, prima di tutte quella dell’Arcigay che chiede le scuse pubbliche del premier per la frase a loro parere offensiva, fino al commento della segreteria del governatore pugliese che invita Berlusconi a sfidare Nichi Vendola in una competizione (elettorale?) nella quale troverebbe sicuramente e addirittura la morte, non specificando sedi morte si intende quella politica o fisica. Ma il senso fortemente critico è evidente, e tutti gli altri commenti sdegnati provengono solo dalla minoranza omosessuale italiana. Una minoranza ipocrita. Chi di noi genitori non sarebbe d’accordo nell’augurarsi di avere un figlio maschio appassionato di belle ragazze invece che di gay? Chi di voi madri in gravidanza si augura di partorire un figlio omosessualeochi di voi ha mai sentito una donna in attesa dire «speriamo che sia gay»? E quale figlio o figlia gay non ha prima provato con dolore, con disagio e con vergogna ad essere eterosessuale come tutti gli altri? E quanti dei suicidi tra gli adolescenti sono da imputare alla scoperta traumatica e spesso non accettata o rifiutata della propria omosessualità? La stessa natura d’altronde ci ha plasmati fisiologicamente e fisicamente con gli organi genitali attivi e compatibili con un’unione eterosessuale, finalizzata alla riproduzione della specie. Ed anche l’assetto ormonale sessuale naturale non si modifica nei gay e non cambia con il diverso orientamento della propria sessualità. L’omosessualità scientificamente è una condizione umana non patologica, un’espressione della natura come lo è l’eterosessualità, ma che la natura stessa, che mai sbaglia, tende a non far evolvere, a circoscrivere in una minoranza che non ha la possibilità di auto- riprodursi.
L’omosessualità infatti non genera la vita e sarebbe quindi, senza la scienza moderna, una minoranza destinata all’estinzione. Un individuo omosessuale è sempre nato dall’unione di un uomo e una donna eterosessuali, almeno nel momento del concepimento, e il neonato ha la metà dei cromosomi di ciascuno dei propri genitori biologici. Cromosomi sessuali inclusi. Che sono identici a quelli degli eterosessuali. Gli stessi omosessuali ad un certo punto della loro vita avvertono l’istinto e il desiderio di avere un figlio, di riprodursi, di non avere una vita sterile, e quasi mai riescono a realizzare il loro sogno. E la maggior parte di loro non sono perciò mai totalmente soddisfatti e appagati, perché sanno che la loro condizione li costringe a dover rinunciare a qualcosa di importante e di naturale, un figlio proprio, da condividere per sempre con la persona amata. L’omosessualità comunque, una volta condannata e perseguitata per secoli anche dalla Chiesa, è oggi una condizione accettata e riconosciuta da tutti,considerata un’espressione non patologica e vissuta con molta più libertà e serenità. Tranne quando viene sottolineata. Allora si alzano ancora gli scudi. La frase del premier «meglio essere appassionati di belle ragazze che essere gay», che apparentemente può apparire discriminatoria, è invece per Berlusconi una cosa normale e naturale da dire. Anzi per lui è un inno alla vita. A modo suo certo, ma per uno come lui che ama la vita e la vive così tanto e non ne fa mistero, sarebbe inconcepibile preferire una esistenza sterile, senza lasciare il segno fisico di sé. Non è nella sua natura. Lo ha dimostrato in tutti i modi, lo dimostra ancora oggi e continuerà a farlo.
Non sarebbe lui altrimenti. Ve lo immaginate un Silvio Berlusconi omosessuale, o che commenti i fatti di questi giorni con un «sarebbe stato meglio per me essere gay che appassionato di belle ragazze»? Sarebbe stato grottesco, finto. E comunque criticato. Lui ama le belle donne, lo dice e non lo nasconde. E non le discrimina, come non discrimina i gay. Anzi lui ripete spesso, perché ci crede davvero e questo dobbiamo riconoscerglielo, che il futuro è delle donne. E questa è un’assoluta verità. Per dimostrarlo basta osservare madre natura. Anche nel mondo animale esiste l’omosessualità,in percentuale molto più ridotta di quella umana, ma che sta diminuendo spontaneamente in maniera significativa. Ci sono infatti diverse specie animali, come per esempio i cavallucci marini o le meduse, che oggi si riproducono già in assenza completa del maschio, considerato il sesso debole e perciò in estinzione, e lo stesso corpo femminile eil suo organo genitale al momento del concepimento si modifica e sostituisce di fatto il ruolo e l’organo maschile, per poi partorire degli figli indifferentemente maschi ofemmine. Perfetti per la riproduzione con o senza maschio. Il processo è chiamato partenogenesi, ed è molto studiato ed osservato dai nostri scienziati, i quali hanno già da tempo dimostrato la sua reale applicabilità sulla specie umana. Più corretto sarebbe dire sull’individuo donna in quanto non è applicabile sull’uomo.Ci vuole infatti un ovulo femminile, che viene fecondato senza spermatozoo. È ancora teoria, certo, ma non così teorica. Dobbiamo cominciare ad abituarci. L’evoluzione della specie, la scienza e il futuro prevedono questo tipo di scenari. E nemmeno per sogno il contrario. Voglio vedere poi quanti saranno ancora quegli uomini che criticano, senza il minimo rimpianto, la «patologica» passione altrui per le belle donne.
Arcigay e marxismo universale, della serie essere etero fa schifo creare un casino per nulla è perfetto. Solo se è contro il premier-dittatore-omofobo Berlusconi. Qui e adesso? Chi paga?
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1 commenti:
Grazie per il link Elly. Ho appena finito di scrivere che Marx vive, è gay e fa la lotta di classe e di sesso, che qualcuno non ha perso tempo a mettere in pratica i dettami: l'Arcigay e i 7 gg di corteo antiberlusca.
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