mercoledì 17 novembre 2010
Bondi, la sfiducia e il Pd
Roma - La mozione di sfiducia al ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, sarà votata dall’aula della Camera il 29 novembre. E' quanto ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. La decisione è stata presa su richiesta del Pd, che ne ha preteso la calendarizzazione nello spazio riservato all’opposizione nel calendario di novembre, ritirando la mozione sulle "madri in carcere". In calendario anche le mozioni di Futuro e libertà sulla Rai e quella dell’Italia dei valori per il ritiro delle deleghe al ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, il 22 novembre.
La protesta del Pdl. Il voto sulla sfiducia individuale a Bondi ha fatto insorgere la maggioranza. "Lo consideriamo - ha denunciato il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto, al termine di oltre un’ora di riunione dei capigruppo con il presidente Gianfranco Fini - una grave lesione dell’accordo istituzionale che era stato raggiunto sulle mozioni riuguardanti la fiducia al governo a garanzia dell’approvazione senza traumi della legge di stabilità, anche in considerazione della delicata situazione economica internazionale".
La replica del Pd. "La mozione di sfiducia al ministro Bondi - ribatte deciso il capogruppo Pd Dario Franceschini che ha chiesto e ottenuto il voto - non c’entra assolutamente nulla con l’intesa istituzionale raggiunta e che noi intendiamo rispettare".
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