martedì 2 novembre 2010

Sarkozy


Meno manifestanti nelle strade di Francia contro la riforma delle pensioni; i sindacati che iniziano a dividersi; l’immagine di un presidente forte che promette di “sbloccare” raffinerie e trasporti; il dibattito parlamentare su una manovra da decine di miliardi di euro oscurato dagli scioperi contro un modesto innalzamento dell’età pensionabile; la Commissione europea che rinuncia a perseguire Parigi per la sua politica di espulsione dei rom. Quella di ieri è stata una buona giornata per il presidente francese, Nicolas Sarkozy. Nonostante la paralisi del paese, gli scontri tra studenti e forze dell’ordine, la guerriglia urbana, i camion a rilento nelle autostrade e la penuria di benzina, paradossalmente tutto va secondo i piani del presidente francese. Domani il Senato dovrebbe approvare la madre di tutte le riforme – il passaggio da 60 a 62 anni dell’età legale per la pensione – quella che l’Eliseo ha trasformato nel test della determinazione riformatrice del primo mandato Sarkozy. La “radicalizzazione” sociale si sta rivelando un boomerang per sindacati e socialisti, e un’occasione d’oro per il presidente di dimostrare di non essere un’anatra zoppa. Ogni giornata di sciopero significa una giornata di stipendio in meno: alla sesta astensione in poco più di un mese, i lavoratori del privato e del pubblico cominciano ad averne abbastanza.

I treni, le metropolitane e gli autobus fermi, così come le file alle pompe di benzina, stanno diventando un problema maggiore, in particolare per le classi popolari e i lavoratori autonomi. Le immagini dei liceali che scioperano e lanciano molotov dimostrano che la mobilitazione ha poco a che vedere con il diritto a andare in pensione a sessant’anni. La notizia non è più la riforma, ma il bollettino delle manifestazioni, delle pompe di benzina vuote, delle raffinerie bloccate, degli scontri e dei saccheggi. Dimenticato lo scandalo Bettencourt, la Francia è di nuovo spaccata in due: pro o contro Sarkozy. Più la mobilitazione si radicalizza, più i francesi si ricordano del Sarkozy del 2007, che voleva liberare le banlieue dalla teppaglia e permettere di “lavorare di più per guadagnare di più”.

“Ci sono persone che vogliono lavorare e che non devono essere private di benzina”, ha detto ieri Sarkozy, annunciando interventi per sbloccare “certe situazioni”. Di fronte agli scontri provocati dai manifestanti violenti, il capo dell’Eliseo ha promesso che “l’ordine pubblico sarà garantito. In democrazia ciascuno può esprimersi, ma senza violenza”. Il presidente ha lanciato un “appello alla responsabilità dell’insieme degli attori affinché le cose non superino certi limiti”. E alcuni sindacati hanno cominciato a dubitare della strategia. Se Bernard Thibault, il leader della Cgt, pensa a “nuove iniziative” come lo sciopero generale, il presidente della moderata Cfe-Cgc, Bernard van Craeynest, ritiene che occorra “una pausa”.

Lunedì, l’Assemblea nazionale ha cominciato a discutere la più pesante cura di austerità che la Francia abbia conosciuto dal Dopoguerra: 60 miliardi di euro nel 2011. “In tempi normali, tutta l’attenzione dei responsabili politici e dei francesi sarebbe stata concentrata” sul rigore, ha scritto il Monde, ma oggi tutti guardano alle proteste contro le pensioni. Un diversivo che è “involontario” e “benvenuto” per Sarkozy, perché deve fare “scelte dolorose”, come il congelamento della spesa pubblica e l’aumento della pressione fiscale. Sarkozy ieri si è detto “molto felice” anche della decisione della Commissione europea di abbandonare la procedura di infrazione sulle espulsioni dei rom. Alla fine, alla commissaria lussemburghese Viviane Reding, che aveva accusato Parigi di replicare le politiche naziste, sono bastate poche rassicurazioni formali: l’abrogazione di una circolare in cui i prefetti erano invitati a evacuare i rom “con priorità”, e la promessa di cambiare la legislazione per adattarla alla direttiva sulla libera circolazione dei cittadini. Con questa marcia indietro, la Commissione lascia mano libera a Sarkozy nella lotta agli irregolari.

0 commenti: