martedì 23 novembre 2010

A braccia aperte


Non si ferma il flusso di immigrati verso le coste della Calabria. Dopo lo sbarco di 137 clandestini avvenuto ieri a Crotone da un veliero dotato di motore, oggi, al largo della stessa costa, la guardia costiera è intervenuta per salvare 60 immigrati che si trovavano in difficoltà a bordo di una barca a vela di 18 metri con bandiera greca in balia delle onde a 45 miglia dalla riva. Dall'imbarcazione è partito un sos e subito si è messa in moto la macchina dei soccorsi. Tre motovedette della guardia costiera sono partite alla volta del punto segnalato dalla richiesta di aiuto, mentre nella zona veniva dirottata anche una nave porta container. Ed è stata proprio quest'ultima, la «Sukaiyana», battente bandiera panamense, a raggiungere prima l'imbarcazione a vela. Con non poche difficoltà per il mare grosso e onde alte tre metri, il mercantile è riuscito ad accostare e, con l'assistenza delle motovedette, ha tratto a bordo tutti e 60 gli immigrati, tra i quali ci sono anche tre bambini ed una donna. Le loro condizioni sono complessivamente buone.

Il mercantile, scortato dalle unità della guardia costiera, è ora diretto verso il porto di Crotone dove dovrebbe arrivare in nottata, mare permettendo. Una volta giunto in prossimità della costa, gli ufficiali della Capitaneria di porto di Reggio Calabria, che stanno coordinando le operazioni di soccorso, valuteranno se è possibile far entrare il mercantile nello scalo crotonese. Altrimenti gli immigrati saranno trasbordati sulle unità militari e condotti definitivamente in salvo. Con quello di oggi, salgono a 12 gli sbarchi sulle coste calabresi, in prevalenza quella crotonese, avvenuti dall'agosto scorso. Un numero in continuo aggiornamento, visto il ritmo con cui si susseguono gli arrivi, ormai a cadenza bisettimanale, se non giornaliera, come negli ultimi due casi. Così come quello degli immigrati, saliti, con quello di oggi, a quasi 700 persone.

Ed ogni sbarco non fa che confermare la nuova tendenza dei trafficanti di essere umani. Non più vecchie carrette del mare, ma yacht lussuosi o eleganti velieri. Come nel caso degli ultimi due arrivi. Quello di ieri, inoltre, sembra confermare un'ipotesi che è al vaglio anche della Direzione nazionale antimafia e cioè che il traffico di persone sia gestito da un'organizzazione internazionale con diramazioni nei Paesi dell'Est europeo. Dopo l'arresto, effettuato nei mesi scorsi in varie circostanze, di otto scafisti ucraini, il veliero arrivato ieri dopo essere stato intercettato al largo da una motovedetta della finanza, batteva bandiera russa.

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