lunedì 30 gennaio 2012

Monti, il suo baratro sarà anche il nostro...


Non credo possa esistere chi abbia potuto pensare, dinanzi alle continue sviolinature al governo dei tecnici, che giornalisti, editorialisti e direttori di corazzate mediatiche quali sono il Corriere della Sera e Repubblica siano, improvvisamente, diventati incapaci di leggere la realtà e, solo per questo, si dedichino, senza soluzione di continuità, alle fastidiose serenate sulla sobrietà e sulle capacità ‘tecniche’ dei componenti dell’attuale esecutivo. Sarebbe da imbecilli, quindi, pensare che, a differenza della stragrande maggioranza dei cittadini italiani, siano solo loro a non accorgersi del terribile salasso economico che le misure hanno provocato nella società italiana, con i conseguenti rischi di recessione, e solo loro possano leggere come misure di liberalizzazione, le recenti scelte contenute nell’omonimo pacchetto ora all’esame del Parlamento, misure che sono invece semplici allargamenti dei soggetti (tassisti, farmacisti e notai) che devono dividersi la torta che offre il mercato. E’ chiaro, infatti, che anche aumentando le licenze (tassisti) o i punti vendita (farmacie) trattasi sempre di categorie abbastanza chiuse per le quali la concorrenza non esiste.

Anche le misure che riguardano i professionisti (abolizione delle tariffe minime e massime) sono misure che non hanno nulla a che vedere con le liberalizzazioni, mentre gli ordini delle categorie non vengono nemmeno alla lontana scalfiti (ad esempio i giornalisti). Sulle assicurazioni, poi, mentre si quantifica la percentuale (30%) di riduzione del rimborso di un danno se non ci si rivolge ad una officina convenzionata, si lascia indefinita la riduzione del premio polizza se si accetta di istallare sul proprio veicolo la famosa scatola nera che è solo, però, fumo negli occhi. L’assicurato che da 10/15 anni è sempre in fascia 1, perché non ha mai fatto incidenti, è già lui una scatola nera. Se le cose stanno così perché le lodi sperticate che sfiorano l’adulazione e perché vengono accreditati meriti che Monti non ha? La verità è semplice: Monti va sostenuto acriticamente e a prescindere, e con lui Napolitano, perché i due hanno il ‘merito’ indiscusso d’aver ‘liquidato’ Berlusconi sfruttando il clima di pericolo, creato dai media, per la forbice che lo spread (differenziale tra i titoli italiani e i bond tedeschi) registrava. Le vicende successive hanno chiarito a sufficienza quanto fosse strumentale quella campagna in cui si sono distinti anche, in particolare, Enrico Letta e Rocco Buttiglione. E ancor oggi ci si aggrappa allo spread ignorandolo quando sale, ma esaltandolo quando, come termometro positivo, scende.

La scelta del sostegno continuo al governo Monti, con tutte le sviolinature e gli incensi usati, nasce, comunque, dalla certezza che l’azione dei tecnici è destinata al fallimento, e il continuo piaggiare è la prova provata che il governo dei tecnici vive solo per l’ostinazione di re Giorgio e per il sostegno mediatico espresso anche attraverso la criminalizzazione di chi osa ribellarsi. Altro che panacea dei problemi che ci stanno di fronte. Monti si è rivelato, purtroppo, inconsistente, ma copre questa inconsistenza sfruttando a pieno la disponibilità dei media. Ci inonda, infatti, di bluff a raffica e, come megafono delle scelte del suo governo, indica la linea da seguire fino ad arrivare all’autoesaltazione per una Italia, diventata con lui, esempio da seguire per il resto dell’Europa che ci guarda, dice sempre Monti, con malcelata ammirazione. Beato lui che ci crede, se ci crede. La verità è tutt’altra: è quella di un’Italia spinta, dalle sue scelte, verso scontri sociali i cui sbocchi non sono prevedibili. E quando ciò avverrà i media, oggi scodinzolanti, saranno i più feroci a sbranarlo senza alcuna pietà. Che stia attento, comunque, a credere che ‘tutto va ben madama la marchesa’. Precettazioni, arresti e quant’altro non serviranno a nulla se si muove il Sud del nostro Paese. Il movimento dei forconi può essere solo un anticipo.

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